- BREVI NOTIZIE STORICHE SULLA DEVOZIONE ALLA MADONNA ''STELLA DEL MATTINO'' A VALLATA ED ANDRETTA (Ricerca del prof. Severino Ragazzo ). - A cura del Prof Severino Ragazzo



BREVI NOTIZIE STORICHE SULLA DEVOZIONE ALLA MADONNA
“STELLA DEL MATTINO” A VALLATA ED ANDRETTA
(Ricerca del prof. Severino Ragazzo )


A cura del Prof. Severino Ragazzo.
___________________________________

          L'estensore di questa ricerca ha già trattato l'argomento in un articolo pubblicato sul sito vallata.org ed oggi ne fa un ampliamento sollecitato dall'imput del parroco di Vallata don Gerardo Ruberti. I documenti relativi alla Madonna “Stella del Mattino” che è venerata insieme da due paesi Vallata ed Andretta, in provincia di Avellino, sono abbastanza scarni. Ma dalla loro lettura esce fuori un quadro alquanto unitario.
          Per conoscere quando sia iniziato il culto ci si affida alla leggenda. Tutte e due le comunità concordano che inizialmente la statua della Madonna Stella del Mattino si trovi a Vallata poi la stessa viene “traslata” (secondo gli andrettesi ), “trafugata” (secondo i vallatesi ) ad Andretta in una frazione che prenderà il nome di “Mattinella”. Si narra altresì che altre volte la statua venga riportata a Vallata e faccia ritorno ad Andretta, prefigurando una vera e propria contesa fra i due paesi. Alla fine il simulacro resta definitivamente ad Andretta dove gli verrà costruito un tempio, con il volto però rivolto a Vallata come per assicurare protezione anche al paese che per primo l'ha onorata. Da questo momento inizia il pellegrinaggio, l'ultimo sabato di maggio, dei vallatesi, verso la “Mattinella” e che continua con fervore ancora tutt'oggi.
          Dalle ricerche del prof. Carmine Ziccardi, andrettese, il culto della Madonna del Mattino viene datato nella seconda metà del quattrocento se è vero che il primo tempio, oggi santuario, dedicato alla Madonna, risale a quel periodo ed una lapide del 1664 ricorda la protezione della Madonna del Mattino della popolazione di Andretta dalla peste del 1656. I monaci cistercensi fondano, per primi, un piccolo convento detto “laura”. Maggiore impulso riceve il culto della Stella del Mattino, con l'elezione del mons. Malizia Gesualdo a vescovo di Canosa e Rapolla nel 1482 che favorisce l'ampliamento del tempio, facendo nascere un convento con tre stanze superiori e tre inferiori. Una lapide del 1487, purtroppo andata distrutta, ma la cui epigrafe è rimasta conservata, testimonia l'avvenimento.

          E' chiaro in essa il riferimento a “S. MARIAE DE LA MATINA” ( Santa Maria della Mattina ). La gestione del santuario e del convento è nel tempo affidata a diversi ordini religiosi. Ai cistercensi seguono per un breve periodo i padri conventuali ( 1576-1581 ), poi tornano i cistercensi. Nel 1827 prendono possesso i Missionari dei SS. Cuori di Gesù e Maria i quali vengono dotati anche di una difesa (grossa estensione di terreno ) e di 200 ducati. Vengono invitati anche i frati antoniani che declinano l'offerta. Nel 1833 invitati sono pure i Riformatori di S. Francesco di S. Andrea di Conza che accettano. Con la soppressione dei religiosi il convento viene abbandonato. L'8 settembre del 1923 il santuario viene elevato a parrocchia. Il decurionato di Andretta il 27 agosto del 1826 delibera l'istituzione di una fiera che inizialmente si svolge dall'ultimo sabato di maggio fino al martedì successivo. Tale istituzione aumenta l'interesse per il culto della Madonna perché le popolazioni accorrono anche per fare acquisti o vendere del proprio. Oggi di quella fiera resta il mercato nei due giorni del sabato e della domenica della festa mariana. Tempi tristi vive il santuario successivamente. Nel 1910 i sottani del convento vengono adibiti per stazione di monta ippica, bovina e suina. Con delibera del consiglio comunale di Andretta del 7/6/1962 l'antico convento viene utilizzato come casa di riposo per anziani, denominato “Casa di riposo Stella Mattutina” la cui gestione è affidata alle suore dell'ordine di S. Maria Francesca di Cinque Piaghe. Col terremoto del 1980 la chiesa e il convento subiscono notevoli danni ed i vecchi vengono ospitati in prefabbricati. Dal 1994 il comune affida il convento ai frati minori del cuore immacolato di Maria per l'assistenza domiciliare agli anziani bisognosi...etc e cinque suore di clausura dello stesso ordine coadiuvano allo stesso scopo.

          Dal versante vallatese ci sono pochi righi del pubblicista Tommaso Mario Pavese di un articolo del 1926 che sintetizza l'andata ad Andretta, la processione che va a piedi o a cavallo, accompagnata dal sindaco e dal parroco e la leggenda della traslazione della statua della Madonna da Vallata ad Andretta, con il volto rivolto verso Vallata.
          Nel 1949 l'arciprete Arturo Saponara redige un articolo sulla “Mattinella” che affida al “Giornale d'Italia”, pubblicato il 17 maggio dello stesso anno, in coincidenza della “peregrinatio” della B.V. della Mattina a Vallata (8-28 maggio e che l'archivista del comune di Vallata oggi in pensione Armando Colicchio ne cura la pubblicazione per il sito vallata.org ). Nella premessa il parroco richiama i contenuti del Pavese ma introduce una dovizia di particolari sulla storia della “Mattinella”. Che, durante il viaggio ad Andretta le vecchierelle, oltre a recitare il rosario cantano versi in vernacolo in rima che piacciono molto al popolo basso come ad esempio: “E rin'Andretta stann' li assassin', s'ann' arrubbòt' a Maria ri la Matina. Evviva Maria, Maria è sempre viva, evviva la Matinella ca rind' Andretta stàje”. Che giunti alla località “Pietra benedetta” dove si vuole che sia comparsa la Madonna, molti si prostrano; poi la processione si ricompone prima dell'incontro con gli andrettesi. Che i sindaci si scambiano le scarpe anziché la fascia tricolore come avviene oggi (Dato che poche sono le automobili in quel periodo, lo spostarsi delle persone avviene come dice un detto locale “cu la carrozza ri lu scarpar'” cioè a piedi e le scarpe nuove o meno consumate sono un buon viatico per chi deve fare anche il lungo viaggio di ritorno ). Che all'ingresso del santuario molti procedono ginocchioni, percuotendosi il petto, altri strisciano la lingua sul pavimento per soddisfare un voto; segue la messa celebrata dall'arciprete di Vallata, con alla fine un sermone di occasione. Poi c'è l'aspetto laico con il rifocillarsi, il dare sfogo a qualche ballo al suono di un organetto, e, stante la fiera, l'occasione per qualche compera. Che ad una certa ora si ritorna a piedi a Vallata e nell'avvicinarsi al paese, clero e popolo si vanno incontro, con la presenza del sindaco, del comandante della stazione dei carabinieri e delle guardie municipali.Il corteo, attraversate le vie processionali, va in chiesa e si scioglie dopo la benedizione eucaristica. L'arciprete fa riferimento anche al secolo XIX°, quando i vallatesi si recano ad Andretta, sempre scalzi e con corone di spine sul corpo per invocare la pioggia dopo una siccità prolungata o il sereno e il sole dopo un lungo periodo piovoso. Poi la descrizione della “peregrinatio” della Madonna Stella del mattino da Andretta a Vallata il giorno otto maggio del 1949 e dopo la sosta per 20 giorni nella chiesa madre della statua, il ritorno della stessa ad Andretta il giorno 28, l'ultimo sabato del mese mariano. L'iniziativa viene promossa dallo stesso Saponara che ottiene l'assenso dei parroci andrettesi e del vescovo Carullo. Per l'occasione il nostro arciprete compone anche un inno, molto bello, nel quale sono accennati gli aspetti storici della devozione alla Madonna. La musica sottesa è sul motivo di “mira il tuo popolo” ed è di facile esecuzione. Sei quartine rigorosamente in endecasillabi ed a rima baciata. Lo scrivente conosce il Saponara attraverso le letture dei suoi lavori in prosa, sa che si è dilettato anche alla poesia ma questo inno gli da conferma della bravura pure in questo genere. Cosa dire a conclusione: è quello un periodo che nel territorio fervono le peregrinazioni, anche la Madonna della Libera di Trevico sosterà per qualche giorno a Vallata nel giro della Baronia, ma è anche il periodo in cui, finita la guerra delle armi, subentra un'altra denominata “guerra fredda”, un contrasto pericoloso e frontale tra l'occidente e l'oriente che pure insieme hanno concorso a debellare il nazifascismo. Motivi ideologici e concezioni diverse di organizzazione statuali delle società uscite dal 2° conflitto mondiale fanno a gara per esercitare la supremazia. In alcuni paesi dell'Europa dell'ovest, in Italia maggiormente, forte è la contrapposizione tra esponenti cattolici e quelli della sinistra marxista. Per avere un'idea plastica basta riferirsi al film di “Peppone e don Camillo” ed il nostro arciprete non è da meno stando ai racconti degli anziani.
          Negli anni 50 e poi 60 con l'avvio del disgelo e poi della coesistenza pacifica tra est ed ovest, e con il forte messaggio di papa Giovanni XXIII°, finisce o almeno diminuisce quell'attrito che ha ingessato le comunità.
          Passano i decenni, finisce il secolo ventesimo ed inizia il ventunesimo. Un contributo viene anche dal compianto prof. Nufrio Vito Antonio che nel suo libro: “Fiera-festa di San Vito a Vallata”, a proposito della Mattinella ricorda come alcuni decenni fa un devoto, la sera avanti del pellegrinaggio, vada per le vie del paese, al suono di una campanella, invitando la gente a partecipare all'evento del giorno successivo.
          A Vallata succedono fatti nuovi che rafforzano la devozione verso la Madonna Stella del Mattino.
          Nel 2004 la statua della Madonna di Andretta viene portata pellegrina in America, evento inedito nella storia, prima in Canada e poi negli Stati Uniti col concorso delle comunità parrocchiali di Vallata ed Andretta ed i comuni con in testa i sindaci rispettivi (Carmine Casarella e Giuseppe Di Guglielmo ) ed i parroci ( don Gerardo Ruberti e don Francesco Martino ). Una processione si svolge a Toronto

ed un'altra molto solenne e partecipata ad Elizabhet con la presenza anche delle comunità vallatese ed andrettese residenti in America che si uniscono ai pellegrini nostrani lì convenuti..

          Nel frattempo inizia la costruzione del complesso parrocchiale in corso Kennedy a Vallata e nel 2007, alla inaugurazione, il parroco don Gerardo chiede ed ottiene la dedica del manufatto proprio alla Madonna Stella del Mattino. Una lapide, con scritta in latino, posta all'interno ne ricorda l'evento.

          In una confidenza privata, alla domanda dell'estensore di questa ricerca sul perché abbia fatto tale scelta, don Gerardo risponde: “Caro professore, devi sapere che i miei nonni, da Rocchetta S. Antonio partivano solo due volte all'anno per venire a Vallata, una in occasione del venerdì santo e l'altra per il pellegrinaggio verso la Mattinella dell'ultimo sabato di maggio”. Così si spiega l'attaccamento alle origini vallatesi del nostro parroco (la nonna era nativa di Vallata ), di una persona dinamica, che vive tra la gente e che promuove sempre nuove iniziative. Trascorrono altri nove anni ed oggi 2016 Vallata ha anche la sua statua della Madonna del Mattino che il giorno 13 agosto sarà esposta per la prima volta in processione solenne per le vie del paese.

          In conclusione si può dire che finalmente la Madonna Stella del Mattino ha la sua sede, la propria statua anche a Vallata. Continuerà certamente il pellegrinaggio dell'ultimo sabato di maggio ad Andretta con il sodalizio delle due comunità, ma da oggi in poi i vallatesi potranno onorare la Madonna anche nel loro paese ogni volta che lo desiderano, per tutti i 365 giorni dell'anno. In tutto questo va riconosciuto il ruolo del parroco don Gerardo ma anche quello dei sindaci che si sono alternati e della comunità vallatese locale ed all'estero che non hanno fatto mai mancare il proprio sostegno morale e materiale.

________________________________________________________________________
Indice bibliografico
- Tommaso Mario Pavese; “Scritti vari “, nel cartaceo a pagina 226/27- riporto di un articolo pubblicato nel 1926 dal titolo “misticismo irpino”. Sul web in vallata.org
- Arturo Saponara: “Mattinella del 1949”, articolo pubblicato sul “Giornale d'Italia” il 17 maggio 1949 e sul web: vallata .org a cura del bibliotecario in pensione Armando Colicchio
- Nufrio Vito Antonio: “Fiera-festa di San Vito a Vallata” nel cartaceo a pag. 31. Sul web in vallata.org
- Severino Ragazzo: “Festività a Vallata: cinque celebrazioni e sei processioni in un mese e mezzo” pubblicato su vallata.org
- Carmine Ziccardi: “Andretta tra antico e moderno”

__________________________________________

Pagina Precedente Home