Considerazioni e riflessioni di un vallatese. - a cura di Fabio Arminio - www.Vallata.org

Considerazioni e riflessioni di un vallatese.
a cura di Arminio Fabio

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     Da qualche tempo e sempre con più frequenza, nel girovagare sul web, faccio un salto alle mie origini e leggo con molto piacere sempre più persone visitano il sito di vallata.org.
     Va dato un merito speciale allo staff e a tutti i partecipanti, alla cura e gestione del sito.
     La cosa che più mi colpisce e l’amore e l’attenzione che hanno i cittadini vallatesi residenti all’estero o comunque fuori paese per lavoro.
     Le persone che sono andate via o che comunque si accingono a partire non lo fanno mai volentieri, anche se con il tempo fanno fortuna e si integrano nei luoghi di permanenza.
     Andare via da adulti è un trauma e dentro la valigia, insieme ai profumi della terra, ci sono gli affetti, i ricordi e l’amore dei propri cari e se vogliamo una certa rabbia per non essere riuscito a poter dare il proprio contributo al miglioramento e alla crescita del proprio territorio.
     Si accettano sfide nuove, si sviluppano idee, si ampliano conoscenze umane e professionali e nonostante le tante contraddizioni si resta sempre e comunque vallatesi.
     Basta recarsi in visita al cimitero per rendersi conto di quanto sia profondo il legame di appartenenza alla comunità vallatese. Mia zia Nenella, il dottore Camillo, Mastropietro, Gerardo Nava, zio Ciccio, Gerardo la Guardia, Mastro Rocco il calzolaio, il prof. Nufrio, e tanti altri, insieme ai cari di famiglia attraversano parte della mia vita e la visita periodica al cimitero costituisce per il sottoscritto momenti di commozione.
     Tante volte, nell’ascoltare notizie sulla vita del paese, noto con rammarico il poco amore che hanno tante persone e personaggi che costituiscono la classe dirigente.
     Più volte ho detto che i primi a non credere al territorio sono i tanti professionisti o più genericamente la classe dirigente che nell’ultimo trentennio ha “governato” il paese.
     Tante di queste persone hanno visto e stanno vedendo i propri figli non fare nulla o poco, andare via dal paese in balia di ambienti “inquinati” e spesse volte alle prese con sfruttamento e/o precariato.
     Tantissimi genitori hanno creduto, se pur legittimamente, allo studio come unica forma di investimento non sforzandosi di creare micro attività di impresa o comunque creare le condizioni di uno sviluppo compatibile con le risorse del territorio…..
     Più volte, nelle chiacchiere di piazza ho fatto queste osservazioni e oggi più di ieri è necessaria una riflessione ….
     Osservo a distanza e con apparente distacco, una mediocre gestione della cosa pubblica, una mancata progettualità e lungimiranza degli interventi pubblici, ascolto piccoli litigi che, se pur facenti parte di una cultura e di un folklore, arrecano danno alla convivenza civile e creano un clima del tutti contro tutti.
     Ci sono tanti ragazzi “in gamba” che sono rimasti in paese e molti con voglia di fare. A coloro che rivolgo il mio invito a impegnarsi di più e a non cadere in polemiche di basso profilo.
     Richiamando il pensiero alla solitudine descritta dal mio parente Erminio e osservando i fenomeni e le conseguenze di questo clima tetro, “il conto” lo stiamo pagando un pochino tutti, e sforzarsi di guardare al di la del “proprio orto” si potrebbe migliorare in qualcosa e allo stesso tempo è un modo per amare la propria terra, per farla fruttare e per portare rispetto agli nostri genitori che per amore della stessa, con dignità e orgoglio, hanno sofferto o visto soffrire.


    Vallata, lì 04 Luglio 2012

Fabio Arminio

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