Vallata - I Terremoti in Irpinia

I TERREMOTI DELL'IRPINIA
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Data Intensità
(MCS)
Effetti
1561
19 agosto
X
    Due violenti terremoti furono avvertiti in una vasta area tra le provincie di Salerno e di Potenza. Vi furono gravi danni in molte località, con circa 500 morti.
1688
5 giugno
XI
    Un fortissimo terremoto interessò l'appennino meridionale, con gravi danni in molte località delle provincie di Benevento, Caserta, Avellino, Campobasso e Isernia. I danni maggiori, con crolli diffusi e circa 10.000 morti, si verificarono nel beneventano.
1694
8 settembre
XI
    Terremoto in Irpinia, con gravissimi danni, crolli e circa 6.000 morti in molte località dell'avellinese e del potentino. Danni anche nelle provincie di Salerno, Matera e Foggia.
1702
14 marzo
X
    Un violento terremoto colpì il Sannio e l'Irpinia. Gravissimi danni, con crolli e circa 400 morti, furono segnalati nell'area tra le provincie di Benevento, ed Avellino. Leggeri danni anche a Napoli, nel casertano e nel foggiano.
1732
29 novembre
X
    Il terremoto (seguito da repliche per circa un anno) colpì maggiormente il territorio dell'Irpinia, causando danni in un'area compresa tra le città di Salerno, Avellino, Napoli e Melfi. Gli effetti del danneggiamento hanno interessato 67 paesi di cui oltre 20 distrutti quasi completamente. Notevoli danni, a carico soprattutto di edifici religiosi sono stati rilevati anche a Napoli, Benevento e Melfi. L'esatto numero delle vittime è difficilmente desumibile dalle fonti disponibili, e le discordanze riscontrate sono notevoli; una testimonianza abbastanza accreditata attesta tale numero a 4.000. Le comunità colpite furono assistite dai governi dello Stato della Chiesa e del Regno di Napoli con esenzioni fiscali ed aiuti finanziari, anche se gli sforzi maggiori furono destinati alla ricostruzione degli edifici religiosi, causando conflitti tra comunità locali e autorità ecclesiastiche.
1805
26 Luglio
X     Il terremoto del 26 luglio del 1805 colpì un'area compresa tra la Campania e il Molise. Le vittime furono circa 6000.
1853
9 aprile
X
    Un altro violento terremoto colpì l'appennino meridionale ed in particolare l'Irpinia e le alte valli dei fiumi Sele e Ofanto. I morti furono poco più di una decina.
1883
28 luglio
X
    Fortissimo terremoto a Casamicciola e nella parte occidentale dell'isola d'Ischia, avvertito in un'area piuttosto limitata; le vittime furono più di 2.300.
1910
7 giugno
VIII-IX     Il terremoto del 7 giugno del 1910 colpì un'area compresa tra l'Irpinia e la Basilicata. Le vittime furono circa 50.
1930
23 luglio
X
    Il terremoto del 23 luglio colpì un'area dell'Italia meridionale estesa per oltre 6.300 kmq, comprendente 50 comuni di 7 province; i massimi effetti del sisma si registrarono nella zona tra Melfi e Ariano Irpino, fra le province di Benevento, Avellino e Foggia. La scossa fu distruttiva soprattutto ad Aquilonia e Lacedonia, ma numerosi gravi danneggiamenti interessarono gran parte del patrimonio edilizio in altri 20 paesi circa. La maggior parte degli edifici erano costruiti in ciottoli fluviali uniti da malta di scarsa qualità o addirittura da fango e non furono in grado di resistere alla scossa. Le vittime furono complessivamente 1.778 e i feriti 4.264; gli edifici crollati furono 3.188 e quelli lesionati 2.757.
1962
21 agosto
 
    Il terremoto fu caratterizzato da tre scosse (ore 19:12, 19:21, 19:45) di notevole intensità con epicentro localizzato nella zona tra Montecalvo e Savignano di Puglia. Il sisma fu avvertito a Napoli, Avellino, Montaguto, Bonito, e soprattutto ad Ariano Irpino, dove fra la ore 22:15 e le 23:10 si verificano due ulteriori scosse di rilevante intensità, che accrebbero notevolmente l'entità dei danni. Oltre l'ottanta per cento degli edifici fu danneggiato in modo grave: le abitazioni, risalenti a due o tre secoli prima, pur non presentando segni esterni di crollo rivelarono profonde lesioni interne e strutture instabili e pericolanti, e pertanto inagibili. In prossimità dell'epicentro del sisma si ebbero inoltre interruzioni di connessioni ferroviarie e telefoniche. Otto furono complessivamente le vittime del terremoto, che per la sua intensità sarà avvertito anche fuori della Campania, in Abruzzo, in Puglia e nel Lazio.
1980
23 novembre
X
Data: 23 novembre 1980, ore 19:35
Magnitudo: 6.9 (Maw)
Vittime: 2734

    Il terremoto (di origine tettonica e magnitudo Richter pari a 6,9, con epicentro localizzato nella zona di Monti Marzano, Carpineta e Cervialto, interessò le Regioni della Campania e della Basilicata, colpendo in modo particolare l'Irpinia) colpì una vasta area della Campania, della Basilicata e marginalmente della Puglia. Complessivamente risultarono gravemente danneggiati 688 comuni, nei quali circa metà del patrimonio abitativo andò perduto. Laviano, S. Angelo dei Lombardi e Lioni furono praticamente distrutti, mentre danni gravissimi subirono Caposele, S. Michele di Serino, Senerchia e Teora. Le scosse sismiche innescarono anche numerose frane, alcune delle quali imponenti, che arrecarono ulteriore danno a quello già determinato dallo scuotimento, tra queste: le frane di Calitri, di Caposele, di Calabritto, di Senerchia.
    L’opera di soccorso procedette con notevoli difficoltà e ritardi. Le linee elettriche e telefoniche saltarono e le comunicazioni tra le zone terremotate ed il centro si interruppero. La circolazione ferroviaria si arrestò completamente e la penisola restò tagliata in due. La situazione fu ulteriormente aggravata dalla popolazione che, in preda al panico, cercò di fuggire bloccando le principali arterie stradali.
    Il Presidente Pertini, che il giorno 25 novembre si recò sulle zone terremotate, denunciò in un celebre messaggio televisivo agli italiani, del 26 novembre, il ritardo dei soccorsi e le “mancanze gravi” nell’azione dello Stato, per le quali sarebbero state individuate precise responsabilità e concluse: “Qui non c’entra la politica, qui c’entra la solidarietà umana, tutti gli italiani e le italiane devono sentirsi mobilitati per andare in aiuto di questi fratelli colpiti da questa sciagura. Perché credetemi il modo migliore per ricordare i morti è quello di pensare ai vivi.

LE CIFRE
    Furono 2.914 le vittime accertate del terremoto che alle ore 19.34 del 23 novembre del 1980 colpì un vasto territorio compreso tra l'Irpinia e la Basilicata (3.500 metri quadrati). L'epicentro fu localizzato ai confini tra le province di Avellino e Potenza, tra Conza (Avellino), Laviano (Potenza), Castelnuovo di Conza (Salerno). I sismografi registrarono 6,8 gradi Richter, pari ai 9-10 gradi Mercalli. I feriti furono 8.850; 300 mila le persone rimaste senza tetto; 600 mila gli edifici inagibili perché distrutti o danneggiati.     Il numero più alto di vittime venne registrato a Sant' Angelo dei Lombardi (Av) dove i morti furono 372.     Centinaia le vittime a Lioni, Conza, Teora, Calabritto. Nel centro storico di Avellino persero la vita 82 persone. Per la ricostruzione delle zone terremotate della Campania e della Basilicata sono stati investiti 60.000 miliardi di lire di cui 17.935 miliardi sono stati destinati alle abitazioni private e alla ricostruzione di opere pubbliche. Accusate di corruzione e di aver lucrato sugli appalti, sono finite in galera nelle indagini sul sisma 382 persone (fra cui 102 politici).

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MAPPA SISMICA DELL'IRPINIA

    Con delibera 5447 del 7 novembre 2002 la Giunta Regionale della Campania ha approvato l'aggiornamento della classificazione sismica del territorio regionale. Tutti i Comuni campani risultano classificati come sismici, compresi gli 81 Comuni che non erano stati classificati nel 1981, anno al quale risale l'ultima classificazione sismica della Campania.

COMUNI DELLA PROVINCIA DI AVELLINO AD ALTO RISCHIO SISMICO

Andretta, Aquilonia, Ariano Irpino, Bisaccia, Bonito, Cairano, Calabritto, Calitri, Caposele, Carife, Casalbore, Castelbaronia, Castelfranci, Chianche, Conza della Campania, Flumeri, Fontanarosa, Frigento, Gesualdo, Grottaminarda, Guardia dei Lombardi, Lacedonia, Lapio, Lioni, Luogosano, Melito Irpino, Mirabella Eclano, Montecalvo Irpino, Montefusco, Montemiletto, Monteverde Irpino, Morra de Sanctis, Paternopoli, Petruro Irpino, Pietradefusi, Rocca San Felice, San Mango sul Calore, San Nicola Baronia, San Sossio Baronia, Sant'Andrea di Conza, Sant'Angelo all'Esca, Sant'Angelo dei Lombardi, Santa Paolina, Scampitella, Sturno, Taurasi, Teora, Torella dei Lombardi, Torre le Nocelle, Torrioni, Trevico, Tufo, Vallata, Vallesaccarda, Venticano, Villamaina, Villanova del Battista, Zungoli.

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LA SCALA MERCALLI

GRADO DI CLASSIFICAZIONE GRADO DI PERCEZIONE EFFETTI SULL'AMBIENTE
 I - Impercettibile.  Nessuno.  Nessuno.
 II - Molto Lieve.  Percepita solo nei piani alti.
 III - Lieve.
 IV - Moderata.  Percepita all'aperto.
 V - Abbastanza forte.  Percepita da molte persone.  Oscillazione degli oggetti sospesi.
 VI - Forte.  Percepita da tutti.  Caduta degli oggetti dalle mensole.
 VII - Molto Forte.  Casi di panico.  Danni alle condutture, boati sotterranei.
 VIII - Distruttiva. Panico generalizzato.

In molti casi subentra uno shock nervoso

 Variazione corsi d'acqua e pozzi
 IX - Fortemente distruttiva.  Deformazione rotaie
 X - Rovinosa Fenomeni di liquefazione del terreno
 XI - Catastrofica  Nascita di sorgenti
 XII - Catastrofica Totalmente
(Storicamente mai percepita)
Vistosi cambiamenti della morfologia della terra

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TERREMOTO
COSA FARE

PRECAUZIONI DA ADOTTARE IN OGNI CASO

      Si evidenziano i principali accorgimenti ai quali è opportuno attenersi, sempre e comunque, ovvero in assenza di qualsivoglia evento sismico o altro evento calamitoso. L’unico modo corretto per fronteggiare un’eventuale fenomeno tellurico, infatti, è nella prevenzione cioè in un insieme di conoscenze di comportamenti, piuttosto semplici, ma ai quali è indispensabile attenersi per superare il timore che il solo termine “ terremoto “ ingenera, così superando condizioni di impotenza. Molti danni, a persone e cose, come è stato scientificamente dimostrato ( statistiche, simulazioni, ecc. ), sono imputati all’inosservanza di queste basilari norme comportamentali, attuabili con prontezza e calma, non solo al verificarsi del sisma, ma anche nelle giornate successive, quelle così dette di “assestamento “.
      Pertanto, la prima regola è quella di sapere che non c’è migliore protezione individuale e collettiva, se non quella di non lasciarsi coinvolgere dal panico: un sisma, infatti, è una forte vibrazione del suolo che, sia sussultoria sia oscillatoria, in genere, si attenua nell’arco di poche decine di secondi.
      Dunque, se si è capaci di non farsi prendere e sopraffare dalla paura, in questi brevi lassi temporali, la nostra presenza di spirito può essere determinante per uscirne indenni.
      Ecco, dunque, una prima, breve, ma importante e preventiva informazione, sui comportamenti, definiti “ generali “:
            • Conoscere puntualmente le caratteristiche di sicurezza e, specie, di staticità sismica, della propria abitazione e quella dei luoghi che si frequentano abitualmente come uffici, fabbriche, bar, scuole, teatri, contenitori ludici e sportivi, ecc.;
            • Controllare, con una certa costanza, la solidità di tetto, cornicioni, balconi, parti pensili delle proprie residenze;
           • Fissare e tenere ben fissati eventuali vasi, portapiante e oggetti similari che sono posati verso l’esterno dell’abitazione nonché, al suo interno, fissare a soffitti e pareti, i mobili peculiarmente pesanti o contenenti oggetti fragili e di valore, gli elementi di illuminazione e i pensili;
            • Evitare di collocare mensole, librerie, quadri e altri oggetti pesanti, sulle pareti dove sono appoggiati i letti;
            • Sapere dove sono ubicati i rubinetti di gas ed acqua e l’interruttore generale elettrico e i modi di una loro pronta chiusura;
           • Tenere e verificare la funzionalità di una radiolina a batteria e una torcia elettrica per fronteggiare l’eventualità di un black out di energia elettrica, anche parziale, in attesa che siano riattivate le relative linee, oltre a tenere una cassetta di pronto soccorso e un mazzo di chiavi, in un ambiente interno risaputo da tutti i componenti del nucleo familiare.
           • Fare una sorta di piano di massima, in ambito familiare, su come agire nei casi sia necessario provvedere ad un’evacuazione improvvisa dell’abitazione, dividendosi i compiti all’interno del nucleo familiare, con il coinvolgimento di ogni componente. E’ un’esercitazione che i genitori o, comunque, gli adulti, possono effettuare anche come insegnamento ai più piccoli sulla prevenzione in generale e, che per i più giovani, oltre a trasformarsi una specie di “ gioco “, si può rivelare molto utile anche fuori dell’ambiente domestico;
            • Sensibilizzare, senza timori reverenziali, a scuola e negli ambienti di lavoro e del tempo libero, il personale preposto, sulle principali norme di sicurezza e di prevenzione, individuando i responsabili ai quali fare riferimento in caso di emergenze, oltre ad assicurarsi che siano svolte le obbligatorie e regolari esercitazioni di evacuazione, senza collocare scrivanie o banchi a ridosso di vetrate, librerie e finestre. Inoltre, assicurarsi che in questi luoghi, le uscite di sicurezza siano “ anti panico “ cioè apribili dall’interno ed ampie ossia tali da permettere un’eventuale evacuazione immediata di molte persone;

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PRECAUZIONI DA ADOTTARE DURANTE UN
TERREMOTO

      Sempre mantenendo fermo il concetto fondamentale che la propria incolumità e di chi ci è vicino, nel caso di verifichi un sisma, dipende essenzialmente dal non farsi sopraffare dal panico e, di conseguenza, dal mantenersi il più sereni possibile anche per non incutere paura agli altri, sopra tutto bambini e persone diversamente abili, si precisano ora i comportamenti da tenere durante un tale evento calamitoso.

    A) SE SI E’ IN CASA:
            • Restarci, senza precipitarsi fuori, lungo le scale e, tantomeno, usare ascensori, ma mettersi al riparo nel vano di una porta inserita in un muro portante o sotto travi ed architravi oppure, ancora, sotto un tavolo od un letto e, lì, attendere la fine delle scosse;
            • Evitare quelle che sono le parti “ pendenti “ dell’abitazione, come lo sono librerie, balconi, lampadari, mensole, pensili e specchi;
· Ricordare sempre che i vani che possono offrire maggiori garanzie di incolumità, sono le pareti portanti, gli angoli di una stanza e gli architravi in cemento: al contrario, le strutture a maggiore rischio sono, in genere, le porte a vetri, le pareti divisorie, le scale e le finestre;

    B) SE SI E’ IN STRADA:
            • Portarsi celermente in luoghi aperti, come lo sono piazze e giardini, ma tenendosi sempre ben lontani da edifici, alberature, muri e muretti nonché lontani da linee elettriche, lampioni inclusi: altrimenti cioè se si è lontani da tali luoghi aperti, tenersi possibilmente nel centro delle carreggiate;
            • Non sostare, se ci si trova in macchina o in altro veicolo, sopra o sotto ponti o in prossimità di terreni franosi oppure, ancora, su sommità arginali e nei pressi di impianti industriali, tenendo conto di possibili interruzioni di semafori e passaggi a livello;

C) SE SI E’ IN LUOGHI PUBBLICI, AL LAVORO, A SCUOLA:
            • Evitare di precipitarsi fuori, anche dalla più vicina uscita ( non usare l’ascensore che è una struttura a rischio ) perché si creerebbe solo confusione e calca, ma ripararsi sotto tavoli o
architravi, scrivanie e banchi, ed attendere la fine delle scosse
            • Tenersi lontani, sopra tutto se il luogo è chiuso ed affollato, da mobili, oggetti pesanti, vetri e finestre;
            • Se i Responsabili della sicurezza interna ritengono di evacuare l’edificio, ritenendolo poco
sicuro, usare sempre le scale esterne ( mai gli ascensori ) e seguire scrupolosamente gli ordini impartiti;

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PRECAUZIONI DA ADOTTARE DOPO LA PRIMA
SCOSSA

      Sempre con la massima calma possibile, se si ritiene che l’abitazione o l’edificio in cui ci si trova, sia a rischio di staticità, è consigliato evacuare al più presto possibile: difatti, può accadere che le scosse successive ( “ sciame “ ) causino il cedimento parziale o totale di strutture che sono state indebolite dalla prima o dalle primissime scosse, anche a distanza di diverse ore dall’evento
tellurico principale.
      Pertanto, va presa in considerazione la possibilità di nuove scosse e, conseguentemente, va valutata la gravità, di eventuali danni alla propria abitazione ed ai luoghi di uso comune. Inoltre, si devono seguire i seguenti codificati comportamenti:
            • Chiudere, almeno temporaneamente ed in via precauzionale, i rubinetti di gas ed acqua e l’interruttore generale della luce. In particolare, va chiusa immediatamente la chiavetta centrale del gas e tutti i collegamenti elettrici, preoccupandosi subito dopo di tenere, a portata di mano, la pila a batteria, la torcia elettrica o accendendo una o più candele, munendosi altresì delle chiavi di casa e non usare mai gli ascensori;
            • Accendere la radiolina a batteria e sintonizzarsi, in particolare, sulle frequenze locali, per ottenere le prime informazioni e mantenersi aggiornati sullo sviluppo dell’evento sismico e
sugli eventuali danni e direttive formulate dalle preposte Autorità;
            • Non usare il telefono ossia non occupare le linee telefoniche ma lasciarle libere, se non per gravissime necessità cioè per chiamate di assoluta emergenza. In particolare non vanno occupate le linee telefoniche del Comune, della Protezione Civile, dei Vigili del Fuoco e degli Ospedali o altre infrastrutture sanitarie;
            • Assicurarsi dello stato di salute delle persone attorno, cercando di prestare i primi soccorsi, però senza muovere persone ferite gravemente cioè prestare soccorso solo in base alle proprie competenze;
            • Non corre scalzi ma cercare di procurarsi degli stivali o elementi calzanti simili, per camminare nelle zone ricoperte da macerie o da frammenti di vetro;
           • Non andare in giro a curiosare ma raggiungere, secondo le direttive impartite dalle preposte Autorità Comunali, se necessario e per le sole persone che ne saranno eventualmente interessate, le Aree di Attesa.
            • Non usare, per quanto possibile, l'automobile e altri veicoli similari, per evitare di intralciare il passaggio dei mezzi di soccorso occupando così le vie di accesso. In particolare, evitare di mettersi in macchina per recarsi nelle zone più danneggiate;
            • Evitare assolutamente, in questa eventuale delicata fase, qualsiasi forma di allarmismo, come la divulgazione di notizie inesatte o non controllate, attenendosi, scrupolosamente alle sole informazioni e ai comunicati ufficiali.

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Fonti:
Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia
I Terremoti dell'Irpinia
AtripaldaCity - Mappa sismica dell'Irpinia
Il Terremoto dell’irpinia
Il "Caso Studio" di Avellino

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