Classicismo e interessi per la lingua latina in Tommaso Mario Pavese Amicizie con i letterati latinisti del suo tempo in particolare con Francesco Sofia Alessio e Alfredo Bartoli - A cura del Prof Severino Ragazzo

Classicismo e interessi per la lingua latina in Tommaso Mario Pavese
Amicizie con i letterati latinisti del suo tempo
in particolare con Francesco Sofia Alessio e Alfredo Bartoli

A cura del Prof Severino Ragazzo.
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        Tommaso Pavese dimostra di conoscere le lingue classiche in modo particolare il latino e il greco.
        Tanto che , non ancora ventenne,traduce in italiano dodici poesie dalle odi e quattro dagli epodi del grande letterato latino Quinto Orazio Flacco (pubblicate nelle prime liriche del 1903).
        Che il nostro Pavese sia stato anche uno studioso dei classici lo si evince nella dedica sottostante alla propria foto nell’Appendice volante del “chi è?” dove così si definisce:”Classico prima,poi….futurista;se occorre, anche romantico: tutto però a mio modo”.
        Alla fine del manoscritto di T.M.Pavese “Nuove poesie”del 1923,troviamo due poesie in latino,la prima del latinista Francesco Sofia Alessio e la seconda sotto forma di lettera di Alfredo Bartoli anch’egli latinista.
        F.S.Alessio ha avuto modo di conoscere il nostro Tommaso e come omaggio per l’amicizia personale traduce in latino la XIX° poesia dal titolo “A ‘l mare italico” del terzo libro delle prime liriche scritte tra il 1901-1902 e 1903 ,poesia latina che pubblichiamo inedita in caratteri di stampa.

Francesco Sofia Alessio

        Di F.S.Alessio Tommaso Pavese scrive abbondantemente nella prima parte del libro “Gli scritti vari” dove recensisce la poesia latina contemporanea,gli ultimi poemetti latini del concorso internazionale di Amsterdam che ha inizio nel 1845 per merito di Giacobbe Hoeufft,notaio di Leiden e poeta latinista che lo istituisce,dovendo servire alla premiazione con una medaglia d’oro del miglior carme latino.
        Ricordiamo ai lettori che dal 1891 al 1912 è Giovanni Pascoli a vincere consecutivamente il premio.
        L’amico Francesco Sofia Alessio vince il primo premio negli anni 1917,1920 e1921.
        Nel 1922 Alessio arriva secondo,dopo il Weller,con il carme”Virgilio scacciato dal campicello” che il Pavese recensisce negli “Scritti vari”,riportando brani e commenti all’opera.
        Nel 1923 sempre l’Alessio,ancora secondo,partecipa con il carme “Spes Vergiliana”.

——————Ad mare Italum——————
 
Italum ,salve,mare,dulce semper
gaudium nostrum,decus et perenne,
tu sinu claudis placido vigorem
membraque viva.
Namque florentes patulique campi,
ponte,te cingunt virides et horti;
hic puellarum chorus usque laeta
carmina fundit.
Sive tu dormis placida quiete,
seu minax turbo furibundus urget,
usque au nobis eris et voluptas
deliciaeque.
Filium quondam Veneris tulisti,
calle fatali,Tiberimque versus,
ut sacram tandem Dominamque mundi
conderet Urbem.
Ora ridebat tumidusque pontus,
quo die Gallos trepidos repellens
furius scandit generosus arcem
iam Capitoli;
Cumque fundebat,superante ponto,
punicam classem tumidamque gentem
Cajus ad Mylas,resonusque fluctus
terruit hostes.
Aequor horrende fremuit tumescens,
cum catus celsas superavit Alpes,
ac furens igni minitatus almae
Annibal Urbi.
Tu salutasti patriam renatam,
aequor immensum;Siculas ad oras
sospitem cursu facili tulisti
tu Garibaldum.
Unda iam tristi numero gemebat,
quo die fortes petiere pulcram
Itali laudem subitamque mortem
Fluctibus Issae.
Gaudii nostri simul et doloris
testis,o salve maris aequor ingens,
spem refert splendor tuus almus atque
gaudia semper.
Atque tergesti,vigili parenti,
nuncia fluctu placido salutem,
dic:sinu dulces Itali fovebunt
te peramanter.
Aequor o salve pelagusque glaucum,
tu soli vindex eris usque nostri,
luce te clara rutiloque serto
sol vigil ornet.
Usque iam ridi nitidisque ride
e vadis,montes rutilante flamma
quam micant,nec non monumenta fulgent
templaque caeli.

 

2 gennaio 1922
Tradusse: Franciscus Sofia Alessio
da “Prime liriche” di T.Mario Pavese

Alfredo Bartoli

        Sempre nelle recensioni degli “Scritti vari” di Tommaso Mario Pavese troviamo illustrate opere e concorsi di Alfredo o o Bartoli,anch’egli latinista famoso e facente parte dell’amicizia personale del nostro paesano.
        Alfredo Bartoli,professore di letteratura latina e italiana all’ università inglese di Malta,pubblica nel1923 i poemetti “Miles ignotus” e “Mater ignoti militi”,partecipando diverse volte al concorso di Amsterdam.
        Alfredo Bartoli scrive una corrispondenza a Tommaso Pavese sotto forma di poetica latina da Vallombrosa, di cui pubblichiamo lo scritto in caratteri di stampa e la corrispettiva traduzione in italiano prodotta dal dottor Manzi Beniamino di Vallata(AV).

——————A Tomaso Pavese——————
 

Me retinens Vallis*,factum cui nomen ab umbr
Aestu defessum per nemora alta beat.
Hic gelidi fontes,hic mollia prata,canensque
hic abies tenui murmure spissa comas,
languens mox corpus recreant,et maxima diris
pax animum solvit sollicitudinibus.
Spiritus hinc missae redit ad sua dona Camenae
vires suppeditat,carmina,ut ante,fluunt;
carmina,quae latia dicant tibi voce salutem,
cuncta tibi dicant nomine fausta meo!

 

XIII kal.sept. MXXII
*Vallombrosa                 Alafridus Bartoli

 

——————A Tommaso Pavese——————
 
La Valle* che mi tiene a sé e nomata ombrosa
rende felice me spossato dalla calura per mezzo di alti boschi.
Qui le fonti fresche,qui i prati teneri, e qui l’abete
con le fronde fitte che canta con lieve fruscio,
subito rinnovano il corpo fiacco e una grandissima pace
libera l’animo dalle preoccupazioni funeste.
Lo spirito di Camena mandata qui ritorna ai suoi doni
dà in abbondanza le forze: i versi fluiscono come prima,
versi che ti dicono salve con voce più ampia,
ti dicono a nome mio tutti i miei auguri di felicità

 

Lì 19 Agosto 1922
*Vallombrosa                 Alfredo Bartoli

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