Uno splendido esempio di dimora rustica ottocentesca. La villa Tullio-Cataldo di Macchialvino. A cura di Severino Ragazzo e Rocco De Paola

Uno splendido esempio di dimora rustica ottocentesca.
La villa Tullio-Cataldo di Macchialvino.

A cura di Severino Ragazzo e Rocco De Paola

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         Svettante con le sue quattro torri laterali, la villa rurale della famiglia dei Tullio-Cataldo da oltre due secoli illeggiadrisce, con la sua elegante sagoma, a mo’ di maniero, la contrada di Macchialvino. Di già immettendosi nel viale alberato di vetusti cipressi che mena alla villa, si è presi quasi da una atmosfera fiabesca. Ed in fondo, eccola, la dimora gentilizia, creata per i momenti di svago e per la villeggiatura dei membri di quella nobile famiglia. La data della sua costruzione è consegnata al tempo su una lapide con scritta in latino che recita così:

         “Questa delizia dei campi e questa dimora che ho approntato con il mio danaro conservi colui che verrà dopo di me e ne goda e le trasmetta al suo erede accresciute né gli rincresca talvolta ricordarsi di me.
         A.R.S. Milleottocentocinquantotto.
         Dottor Nicola Cataldo”
         Il disastroso terremoto del 1930 distrusse quell’oasi di pace e di tranquillità, ma ben presto la villa venne riedificata a cura degli eredi del dottor Cataldo, come si ricorda in due lapidi marmoree collocate al piano superiore dell’edificio.


         Il testo delle due epigrafi dice: “ Questa dimora che un disastroso terremoto buttò giù nell’anno Millenovecentotrenta il dottor Francesco Tullio e Cleonice Cataldo sua moglie eredi di Nicola Cataldo nell’anno seguente per sé e per i loro rifecero”. Da allora, nonostante il periodico ricorrere di devastanti movimenti tellurici, l’austera dimora continua a sfidare gli anni in quella aprica ed amena valle, con diletto dei passeggeri che percorrono la mitica strada n° 91.















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