- Ipotesi storica della chiesa dei Morticelli e della torre campanaria con pubblico orologio in piazza fontana (oggi piazza Garibaldi) a Vallata. - A cura del Prof Severino Ragazzo

IPOTESI STORICA DELLA CHIESA DEI MORTICELLI E DELLA TORRE CAMPANARIA CON PUBBLICO OROLOGIO IN PIAZZA FONTANA (OGGI PIAZZA GARIBALDI) A VALLATA

A cura del Prof. Severino Ragazzo.
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      Il ritrovamento della parte destra dell'architrave in pietra con epigrafe, durante i lavori di scavo nel 2015 in via Gramsci per il rifacimento del pavimento ad opera dell'amministrazione Giuseppe Leone ci ha spinti a ricostruire un po di storia di quella che fu la chiesa dei Morticelli o “Murticidd” e della torre campanaria con pubblico orologio prospiciente il lato destro della medesima.
      La chiesa collocata al lato ovest dell'attuale piazza Garibaldi viene datata nella quarta decade del 1700 come si evince dalla “relatio ad limina” del 1738 della diocesi Bisaccia- Sant'Angelo dei Lombardi di cui Vallata era uno dei comuni appartenenti.
      D'altronde nella mappa urbana del Villani del 1723, la stessa non compare mentre è presente nello stesso Borgo di Sant'Antonio Abate una cappella dedicata al santo omonimo (1)(2).
      Si pensa che sia stata edificata per rafforzare la dedizione al culto dei morti specie di quelli infanti.
      A conferma sono le tre sculture nel portale del teschio e di due tibie incrociate, due nelle pietre gemelle componenti l'architrave e la terza sul rosone sovrastante il portale medesimo.
      La chiesa è stata abbattuta nel settembre del 1964 come riporta il notiziario dell'amministrazione comunale(3) e la giustificazione dell'amministrazione di allora fu il pericolo di cedimento a causa dei danni del terremoto del 1962.
      Al suo fianco, a destra, immediatamente dopo la messa in opera del monumento ai caduti, quindi dopo il 1921, fu edificata una torre Campanaria con pubblico orologio col contributo dell'emigrante vallatese in America Michele Tanga, pure essa fu abbattuta con la stessa motivazione, eppure il manufatto aveva soltanto una quarantina d'anni.(4)
      L'amico Giovanni, Paolo Nufrio cofirmatario di questo articolo e figlio dell'illustre professore Nufrio ha ritoccato la foto degli anni 50 già pubblicata sul sito www.vallata.org e con un lavoro di pulizia ha messo in evidenza diversi particolari: tre donne antistanti il portale una delle quali con un bimbo in braccia, tre uomini che impiegano il tempo libero davanti alla torre, sulle pareti in riquadri ancora i resti di manifesti stracciati dei films che Alfonso Cuoco usava affiggere per annunciare l'anteprima del cinema etc...


      Portale con sovrastante rosone: molto bello anzi un portale doppio, quello interno con architrave ad arco con sullo stipite destro il numero civico 14 e quello esterno con architrave rettangolare recante epigrafe su due pietre gemelle e simbolo della morte col teschio e tibie incrociate, uno a destra e l'altro a sinistra, con alla base degli stipiti due foglie di acanto.
      Il rosone fa vedere la presenza di un dipinto che purtroppo fu deteriorato dalle intemperie del tempo ma che fa notare le teste aureolate pensiamo della Madonna e del Bambino. Alla sommità altro riferimento alla morte con sopra la croce.

      La pietra ritrovata presenta una epigrafe che per essere interpretata ha bisogno della parte mancante che si trova alla sua sinistra e che per il momento non disponiamo ma si può ipotizzarne il contenuto riferito probabilmente alla persona umana che compie il passaggio dalla vita terrena all'aldilà affrontando la morte.
      Autonoma è la scritta “MDCCXX” indicante molto probabilmente la data di un intervento di ristrutturazione a distanza di circa ottant'anni dalla costruzione.
      A fianco “A.C.D.” potrebbe intendersi “Annus Christi Domini” a conferma della data.
      La pietra ritrovata presenta una epigrafe che per essere interpretata ha bisogno della parte mancante che si trova alla sua sinistra e che per il momento non disponiamo ma si può ipotizzarne il contenuto riferito probabilmente alla persona umana che compie il passaggio dalla vita terrena all'aldilà affrontando la morte.
      Autonoma è la scritta “MDCCXX” indicante molto probabilmente la data di un intervento di ristrutturazione a distanza di circa ottant'anni dalla costruzione.
      A fianco “A.C.D.” potrebbe intendersi “Annus Christi Domini” a conferma della data.

      Da fonte orale di un erede dei Pelosi ultrasettantenne veniamo a conoscenza che la chiesa in descrizione era il luogo di sepoltura dei rappresentanti del casato, che una scritta su pietra alla base dell'altare ne ricordava la famiglia pensiamo dovuta al riconoscimento di eventuali servigi prestati.
      Considerazioni a margine: quanta superficialità e frettolosità nel far scomparire due manufatti che oggi, a giudizio di esperti di opere d' arti, si ritiene una vera e propria “devastazione” di quel poco di beni culturali che Vallata possedeva, per non parlare di tanti altri portali bellissimi che hanno preso la strada di destinazioni ignote. Ci si augura che la notizia serva da lezione per conservare quello che resta che è ancora notevole.
      La collocazione della pietra ritrovata e rimessa nel luogo dove sorgeva la chiesa è stata, a parere degli scriventi, una ottima scelta, perché serve a ricordare ai viventi ed ai posteri un bel monumento che fu e che oggi non c'è più.

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Bibliografia
(1) Don Gerardo De Paola- “Rassegna storica civile religiosa”- 1° edizione pag. 222-223-246
(2) Professore Rocco De Paola -”pagus” organo di informazione e di cultura, di archeologia in particolare del gruppo archeologico “Scampitella”- giugno 2005 pag. 6
(3) Comune di Vallata- “Vallata notizie” - numero 1- dicembre 1991 Pag. 20
(4) Tommaso Mario Pavese- “Scritti vari” pag. 173

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