A ricordo del musicista e compositore Umberto Minervini. Prof. Severino Ragazzo

A ricordo del musicista e compositore Umberto Minervini.
(nato a Loseto e sposato con Maria Pelosi di Vallata.)
A cura del Prof. Severino Ragazzo
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         Ringrazio la figlia Mirella che ogni anno, insieme al marito, viene a trascorrere le vacanze estive a Vallata nel palazzo Pelosi, per avermi trasmesso la biografia, le opere composte dal padre ed alcune foto esclusive.
         Voglio solo aggiungere qualche nota di cronaca.
         Da alcuni anziani ho saputo che Umberto Minervini diresse anche a Vallata, in piazza Garibaldi, alcune delle sue opere, in occasione delle feste di San Rocco, verso la fine degli anni 40', su un palcoscenico a cupola tipico di quei tempi.
         Sarebbe bello invitare a Vallata la banda di Santeramo in Colle che porta il suo nome per risentire alcuni suoi pezzi pur se durante una giornata di festa religiosa.
         Alcune delle sue opere come “danza d'amore” e “torna” sono visibili su youtube del sito della banda medesima.


Note biografiche del maestro
Umberto Minervini

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         Il maestro Umberto Minervini, quarto di cinque fratelli, nasceva a Loseto il 19 febbraio 1906 da Domenico e Semira Saponaro.
         Il padre, che era portatore in famiglia dell’afflato artistico in quanto scultore, morì quando i figli erano ancora in tenera età.
         La madre, che andò a Loseto nelle vesti di maestra elementare, con il suo lavoro e la sua forza d’animo riuscì a guidare la numerosa famiglia. Era abbastanza avvezza ad affrontare le difficoltà ed a superarle nel migliore dei modi. Basta ricordare che, appena diplomata, scappò in Africa per allontanarsi dalla famiglia, che aveva deciso, contro il suo volere, chi avrebbe dovuto sposare. Si rimise in contatto con i suoi familiari solo quando questi riuscirono a farle sapere che accettavano le sue scelte rispettando la sua volontà.
         Il piccolo Umberto con tutta la sua famiglia viveva bene a Loseto e si affezionava, molto ricambiato, a tutti i suoi concittadini.
         La madre capì molto presto che il piccolo aveva notevole propensione per la musica e con il suo amore per la cultura lo mise subito in contatto con il maestro Gian Battista Ferri (membro della banda di Bitritto).
         Il tempo passava e Umberto con la sua musica andava avanti, tanto da avviarsi anche alla composizione con vari strumenti. Con notevole facilità conseguì il primo diploma al Conservatorio N. Piccinni di Bari.
         Assecondato dalla tenacia della madre, prese poi il diploma di pianoforte principale.
         In seguito si trasferì a Bologna, dove prese il diploma di composizione e strumentazione presso il Conservatorio e dove gli conferirono anche il titolo accademico di “Maestro onorario” per meriti artistici.
         Nel 1935 a Roma vinse il concorso di composizione con “Sagra delle Campane” e nel 1937 a Firenze con “Capriccio”.
         Sempre negli anni trenta un concerto diretto da lui fu trasmesso per radio.
         Molto giovane, nel 1928-29-30, diresse la Banda di Bitritto, di cui disegnò personalmente la divisa, che fece realizzare in pregiato tessuto bianco. Ovunque andava riscuoteva sempre grande successo e diventava un vero trascinatore verso la musica. I cittadini delle varie città di cui dirigeva la banda lo accoglievano con molto entusiasmo perché ritenevano che i loro paesi traessero lustro dalla sua presenza.
         L’ormai conosciuto Maestro Minervini curava tutti gli aspetti della sua banda, occupandosi con attenzione personale e particolare di ogni musicista che portava con sé.
         Naturalmente curava anche la sua vita privata e così nel 1947 sposò Maria Pelosi di Vallata: da loro nacque Mirella, unica figlia, alla quale fu dato come primo nome quello della nonna Semira.
         Per dissidi di vario genere lasciò poi la banda di Bitritto.
         Diresse con molto successo i concerti bandistici di Chieti, Montemiletto (AV), Castellana Grotte, Acquaviva delle Fonti e Santeramo in Colle.
         Ogni sede lasciò in lui un segno e un affetto particolare, ma a Santeramo in Colle si sentì sempre proprio a casa sua, tanto da considerarla la sua seconda patria. I Santermani da subito gli ricambiarono tutto il suo affetto e ancora oggi lo annoverano tra i loro principali concittadini. Nella loro città dopo tanti anni conservano ancora una strada a lui intitolata e continuano a rendergli onori.
         Di questo la figlia è molto grata a tutta la cittadinanza e, quando può, con molto piacere si reca a Santeramo godendo dell’affettuosa ospitalità.
         I tempi in cui il Maestro andava in giro erano molto duri. La guerra ovunque aveva lasciato i suoi segni e viaggiare con i mezzi dell’epoca e sulle strade accidentate non era cosa facile, ma, come più musicisti hanno ricordato, “Con il maestro Minervini si accettava e si poteva tutto.”
         Chi lo conobbe lo ricorda con un carattere allegro, scherzoso, signorile, di nobili sentimenti, da vero galantuomo e sensibile musicista.
         Nei periodi in cui la banda era inattiva si ritirava nella sua Loseto, nella casa nei pressi della piazza. Passava molte ore al pianoforte a esternare sui pentagrammi la musica che aveva dentro. La piazza riecheggiava della sua musica e il Maestro, quando riteneva completata la sua neonata opera, ci teneva a presentarla alle persone a lui più vicine, a tutti i losetani .
         Sono state ritrovate numerose opere inedite, alcune senza titolo. Molte sono depositate alla SIAE.
         Attualmente nella piazza di Loseto sono affisse due lapidi che lo ricordano e nella zona nuova i suoi concittadini, la maggior parte dei quali lo conosce ormai solo di fama, gli hanno dedicato un strada.
         Nel settembre del 1952 con la banda di Castellana Grotte andò a San Giovanni Rotondo. Una mattina fece alzare tutti i musicisti alle 4,30 per andare ad ascoltare la Santa Messa delle ore 5 celebrata da Padre Pio. Dopo la celebrazione ebbe con il Padre un lungo colloquio, del quale non disse mai niente a nessuno.
         Non passò molto tempo e inaspettatamente, mentre era in cassa armonica a dirigere la sua banda, si afflosciò e cadde: era stato colpito da un infarto.
         A fine novembre arrivò una lettera, in cui si diceva che Padre Pio gli chiedeva di andare a dirigere la banda che si stava organizzando a San Giovanni Rotondo.
         Ma la situazione di salute non lasciava buone speranze ed a Padre Pio fu risposto subito chiedendo benedizioni e aiuto.
         La degenza in ospedale fu lunga e, nonostante la situazione fosse molto difficile, gradiva le visite di tutti, in modo particolare delle persone con le quali poteva parlare di musica .
         All’ormai amico Gian Battista Ferri durante la sua ultima visita confidò il suo grande ed ultimo progetto: aprire un scuola di musica.
         Il suo cuore cessò di battere l’8 febbraio 1953.


LE OPERE PIU' CONOSCIUTE
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cafoni
capriccio
capricciosa
Castellana
Chieti
Cittanova
danza d'amore
Fonte
Irpinia
Iulia
Locorotondo
Montemiletto
risorgerai
sacra delle campane
Santa Paolina
Sant'Eramo
Semira
torna



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