Vallata, cenni storici della Baronia

Cenni storici
sulle origini della "Baronia"

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(Tratto da "BARONIA - linguaggio usi e costumi" di Giuseppe Iacoviello)


        Il passato della Baronia risulta avvolto in una nuvola di mistero mista di leggenda e realtà.
        Le origini si perdono nella notte dei tempi. Insediamenti umani si hanno nella zona verso il 2° millennio a.C.. Le necropoli scoperte per caso in Carife (contrada Addolorata), Castello (Serra di Marco), Flumeri (fraz. Murge), risalenti al VI-V secolo a.C. e resti di città romana in Flumeri (contrada Fioccaglie) distrutta probabilmente tra il 2° e il 1° secolo a.C., stanno a dimostrare che questi luoghi erano notevolmente popolati e che la loro storia è tutta da ricostruire, come i pezzi di un mosaico.
        Trevico ha rappresentato e rappresenta un punto strategico di osservazione e di difesa. Qui i primi uomini, che si sono spinti nell’interno dell’Italia Meridionale, hanno trovato l’abitat ideale soprattutto per la difesa da attacchi nemici.
        Di qui, col tempo, si è avuta sicuramente la diffusione a valle di gruppi di pastori e coltivatori andati a costituire nuovi nuclei abitativi negli attuali paesi che circondano la montagna, eccezion fatta per Trevico e S.Nicola.
        Al passaggio di Orazio, nel suo viaggio Roma-Brindisi nel 37 a.C., Trevico, già nota ai sanniti sotto il nome di "Volanum", la troviamo con la denominazione "Tri Vici" che gli storici vorrebbero posizionata su un altipiano ad altezza diversa dall’attuale.
        S. Nicola sorse con il nome di "S.Nicola ad Salices" lungo la linea Castello-Trevico, sul versante della montagna esposto a mezzogiorno, vicino al torrente S. Nicola e quasi a uguale distanza anche da Carife. 
        La leggenda vuole che quel nucleo fu fatto radere al suolo da una contessa, la quale, in viaggio per Trevico, vide bastonare il proprio cane da un abitante del luogo.
        E' probabile che la distruzione di quelle abitazioni fosse dovuta alle guerre civili tra il 2° e il 1° secolo a,C. o ad uno dei tanti terremoti che spesso si verificano con violenza nella zona.
        I terremoti che la storia ricorda sono avvenuti negli anni:
853-989-990-1180-1269-1456-1550-1561-1604-1626-1627-1688-1694-1702-1732-1733-1794-1805-1851-1853-1857-1859-1885-1902-1903-1904-1905-1910-1923-1930-1931-1933-1956-1962-1971-1980-1990.
        Da qui l’appellativo di terra "ballerina" data all’Irpinia.
        Gli stessi dati sono riportati in tabella incolonnati per secoli.
        Osservandoli si può notare che i fenomeni sismici si ripetono quasi ogni quarto di secolo.



        Con l’affermarsi del feudalesimo in Italia, la nostra terra diviene un grosso feudo al servizio del Barone, da cui l’origine del nome "BARONIA" (1).
        Prima del 1000, Trevico è l’unico centro abitato ad avere la fortezza, seguono poi Flumeri e Vallata. Ciò sta a significare la divisione del territorio e l’aumento dei padroni nella zona.
        L’indagine svolta dagli storici attraverso i documenti baronali, notarili e soprattutto ecclesiastici individua la presenza dei paesi e/o frazioni sotto forma di casali.




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1) Quando il Barone vende il feudo in sostanza vende tutto, compreso gli abitanti, gli animali, le attrezzature, le piante, le case, i corsi d’acqua, i mulini ivi esistenti. Tutto ciò che nasce, cresce e si crea è di proprietà del Barone. 
    La gente se ne serve e paga il tributo. Vive per lavorare senza poter consumare o destinare ad altri il frutto del proprio lavoro in quanto spesso non si riesce neanche a produrre il raccolto per pagare il fitto.




        Tra l'XI° e il XIII° sec. si vanno sviluppando le varie comunità e solo verso la fine del XIV° sec. troviamo definiti gli attuali gruppi abitativi.
        Pietro Cuoco, in "Baronia: insediamenti e territori", ha tracciato, in maniera esemplare, le origini storiche dei paesi della Baronia.
        Osservando la tab. n.1 si ha una visione globale tra sviluppo e trasformazione delle nostre zone, elementi che hanno contribuito non poco alla formazione del carattere, della cultura e del modo di vivere dei nostri antenati. ogni quarto di secolo.



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1) Pietro Cuoco: titolo su indicato, pag. 181-185.
2) Ancora oggi si suole chiamare "Frumm’r’ ".




        Le cifre rappresentano le date delle "relazioni ad limina", effettuate dagli ecclesiastici, in cui le località vengono menzionate per la 1a volta.
        Vallata, con il suo Casale, ha origini da Trevico. Ben presto segue una politica ed una storia tutta sua ed è forse per questo che la gente ha un carattere distinto, un linguaggio e un accento più tendenti al pugliese che al resto della Baronia.
        Castello sembra sia sorto successivamente al ritrovamento del quadro della Madonna delle Fratte. Cresciuto intorno al Castello prende il suo nome ed è detto "della Baronia" sia in omaggio al barone che per distinguerlo dagli altri paesi come Castelfranci e Castel del Lago.
        Stessa cosa tocca a S.Nicola e S.Sossio.
        Acquara è nota per l’attivismo del clero. Nella sua circoscrizione ha avuto dei monaci benedettini di Montevergine che, in seguito alla persecuzione degli iconoclasti, si diffusero in tutto il meridione e vi fu chi trovò rifugio e luogo ideale nel territorio di Acquara. Qui sorse un convento con molti chierici e divenne il polo di riferimento assieme alla sede vescovile di Trevico.
        S.Sossio è presente prima come villa nei cui dintorni si è andato, poi, sviluppando il Casale. Il Casale acquista tale nome dopo un fatto accaduto che ha il sapore di miracolo: l’asino, portando le reliquie del santo Sossio devia dalla strada maestra (sopra Serra Coppola) per dirigersi verso il gruppo di case. Non c’è verso di riportarlo sulla strada né di farlo ripartire dal luogo.
        Carife è molto antica come hanno dimostrato i recenti scavi archeologici che hanno portato alla luce necropoli risalenti, come sostiene il Prof. Johannowsky, al VI-V sec. a.C.. Su di essi Michele De Luca ha redatto pregevoli lavori. Vedasi: "Vicende storiche della Baronia", "La ricerca archeologica a Carife" e "Carife: Scavi archeologici" editi da C.E. Menna (AV) e Tipolitografia Lioni (AV) rispettivamente negli anni 1978, 1979 e 1982.
        Nel territorio di S.Nicola, secondo Cuoco, si segnala la presenza di S.Nazarii e S.Jacobi negli anni 1308 - 1310.
        S.Jacobi viene riportato prima come "ecclesia" (chiesa) e poi come Casale di piccole dimensioni nel 1328. In tale relazione viene menzionata la presenza di un solo sacerdote.
        Le abitazioni erano situate sulla linea S.Sossio-Trevico. Per raggiungere il luogo bisogna percorrere l’attuale strada rotabile S.Sossio-Trevico e girare per la località "Ferregne".
        S.Nazarii, denominato Castrum, è collocato, invece, tra Trevico e Castello e più precisamente in contrada Padula. Ha maggiore consistenza di S.Jacobi e conta una pluralità di chierici.
        L’abate Ciampolillo, attingendo (1) dalla "rubricella" dei Da Ponte e raccogliendo la voce della tradizione, riferisce che la distruzione di S.Nicola




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1) V. CARUSO - VICUM Set.-Dic. ‘87 - pag. 29.




ad Salices ha determinato lo spostamento del paese in due tempi (1):
    — presso la zona Padula al di sotto dell’incrocio dei due torrenti  provenienti dalle falde dei due lati della montagna di Trevico: a metà strada circa tra la vecchia e la nuova S. Nicola.
    — sul costone di una ripa, alle falde di una collina chiamata “Difesa”, lambita dal “Vallone”. Qui prese il nome di “S. Nicola ad Ripas” o in “Ripis”, sia per devozione verso il Santo che ne è il Patrono, sia per la continuità di una tradizione. Esso è considerato da Pietro Cuoco di giovane formazione in quanto non è menzionato nelle relazioni del1266 e 1284.
        In pratica detto spostamento è andato a rimpolpare S. Nazarii da dove, continuando lo sviluppo e la ricerca della propria identità, si è ulteriormente spostato sulla ripa andando a costituire il nucleo che ha concentrato, poi, in sé, i gruppi sparsi. Infatti i Casali di S. Nazarii e S. Jacobi, ancora presenti nel 1343, risultano dispersi e trasformati in luoghi rustici alcuni decenni dopo.
        Lo spostamento totale del paese probabilmente è dovuto a:
    — Condizioni ideali del luogo: una ripa costituita da roccia dura nella quale poter ricavare le grotte; solo un muro davanti, con porta e finestra, e la casa è fatta. Questo tipo di costruzione, all’epoca, meglio si addiceva perché solido e resistente ai terremoti che erano frequenti e disastrosi. Pure a Castello intorno al Santuario della Madonna delleFratte, durante i lavori di sbancamento per la nuova strada con vista panoramica, sono emerse costruzioni di tipo analogo. Ciò sta a significare che nella zona tali erano le costruzioni del tempo; 
    — migliore posizione geografica tra Castello e S.Sossio e collegamenti più facili tra i paesi;
    — abbondanza d’acqua. Le molteplici sorgenti sono state col tempo canalizzate e condotte in un medesimo luogo (vicino alle abitazioni) dove hanno preso il nome di “gruppo”, pari a un gruppo di sorgenti (2).
        Successivamente il paese ha subito nuova espansione e ulteriore spostamento sempre più a nord, sicuramente a seguito di altri terremoti per poi estendersi anche ad est e ad ovest ai piedi della Difesa, con totale cambiamento della tipologia e della fisionomia urbanistica.
        Infatti il terremoto del 23.7.1930 determinò la costruzione di un nuovo centro abitato nella zona di S.Giuseppe (ved. casette asismiche di mussoliniana memoria).


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1) C’è anche chi sostiene, invece, che lo spostamento è avvenuto in un’unica soluzione. A tale decisione si sarebbe pervenuti in seguito ad una votazione che aveva visto gli abitanti divisi in diversi schieramenti: chi voleva S.Nazarii e chi la zona della Ripa come nuova fissa dimora.
2) L’acqua proveniente nella zona Borgo Principe di Pienionte con canale a se stante, era più calda e rendeva il lavoro alle lavandaie piacevole e meno faticoso, specie d’inverno.




        Il sisma del 21.8.1962 provoca lo spostamento del paese nelle due estremità, determinando il sorgere di due nuovi quartieri: Ralla e Fontanelle. Il sisma del 23.11.1980, infine, ha prodotto una nuova zona di espansione, la cosiddetta “Terra Promessa”, che ospitava i prefabbricati zamberlettiani, intorno ai quali sono sorte diverse villette , nonché l’ampliamento del piano di zona in contrada Fontanelle.
        Per evitare la divisione del paese in due tronconi, per lo sconquasso urbanistico dovuto ai molteplici abbattimenti, si stanno adottando piani di recupero, individuali o condominiali, intesi a riempire gli spazi vuoti e conservare in un certo qual modo la fisionomia assunta dal paese in questo secolo.
        L’architettura delle vecchie costruzioni non ha un grande valore storico per il suo continuo rinnovarsi. Si pensi che, dal 1962 ad oggi, il paese si è rinnovato quasi totalmente, come accadde già nei primi decenni del novecento.
        Per quanto riguarda le frazioni, si riscontra un radicale cambiamento circa le denominazioni, le località ed il numero degli abitanti. 
        Il processo evolutivo è, dunque, continuato nel tempo: Anzano, Scampitella, Vallesaccarda si sono formati e cresciuti fino a rendersi indipendenti rispettivamente negli anni 1818, 1948, 1958. 
        Sulla scia seguono Molini, Murge, Tre Torri ed in tono minore  Candelaro. Circa 70-80 anni fa in Molini c’erano solo dei mulini ad acqua; la frazione oggi conta quasi 200 anime in un abitato semisparso: case che si possono chiamare ville, avendo ogni genere di comfort, quali strade asfaltate, acqua, luce, telefono, spazio circostante, libertà di movimento, silenzio e pace.
        Tre Torri, 30 anni addietro, comprendeva 3 torri e 3 case; attualmente registra circa 120 persone le cui abitazioni concentrate sono il risultato dell’attuazione di un ben studiato piano regolatore.
        La frazione è provvista di ristorante, del distributore di benzina, officine, negozi, consorzio agrario, industrie a conduzione familiare. La sua crescita repentina è dovuta alla creazione, poco distante, della fabbrica di autobus in primis e delle fabbriche della pasta alimentare e della vetroresina.
        Le prospettive, migliori per Candelaro, si sono risolte nel tempo a favore di Tre Torri.

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