CENNI STORICI - Conoscere l'Irpinia

LA FESTA DI SANT'ANNA E LA CAVALCATA

CRONISTORIA DI UNA GIORNATA PARTICOLARE

Intorno alla Chiesetta, ora dedicata a Sant'Anna, in territorio di San Mango sul Calore, sono fiorite storia e leggenda, che, ampiamente descritte da validi ricercatori e studiosi locali, ormai sono a tutti note. Tralascio storia e leggenda, per descrivere una giornata particolare.

Il 26 luglio d'ogni anno si ripete il rito coinvolgente della Cavalcata. Tre giri, ma talora anche di più, intorno alla piccola costruzione, da parte di numerosi cavalieri, piccoli e grandi, che, per devozione a Sant'Anna, lanciano confetti bianchi e sacchettini contenenti i dati dei cavalieri con confetti colorati. Buona fortuna e buona dolcezza a coloro che riescono (ce n'è per tutti) ad afferrare al volo i confetti ed a masticarli per devozione, per buon augurio o per golosità.
Questa estate con temperature torride è stata dura, però, aspettare i cavalieri. La gente, come di solito, è tanta. Visitatori e pellegrini, non solo del circondario, ma anche giornalisti e personalità varie in attesa del lancio programmato per le ore 11. Tanti colori. La banda musicale. Gli sbandieratori. Venditori ambulanti. Ma ormai il sole manda raggi troppo cocenti. Qualcuno consuma il panino portato da casa, qualche altro mastica tarallini e dolcetti. Non c'è la tradizionale sagra dei fichi quest'anno: la situazione climatica avversa ha impedito la fioritura dei germogli. Tutti cercano ombra e refrigerio ma, desiderosi e pazienti, aspettano. L'acqua fresca è finita. Nemmeno acqua calda in bottiglietta. Solo Coca-Cola e bibite gassate che fanno aumentare la sete. Ma la devozione e la curiosità è forte.
Ecco arriva Elena, bella come sempre, che accompagna grosse personalità, spiega, guida, riferisce, ma ha il tempo di fermarsi a parlare con me; mi vuole bene e sa che le voglio bene. Auguri Elena per il tuo temporaneo lavoro.
L'attesa continua. Ma quando arrivano i Cavalieri? Hanno accompagnato le autorità a visitare il vicino Ponte Romano. Hanno fatto un'altra strada, in processione. Ed i cavalli non si sono annoiati? Ritornare alla macchina per prendere qualcosa (ma che cosa?) è un'impresa... le auto sono parcheggiate a due-tre chilometri. E se poi arrivano? Aspettiamo e preghiamo al fresco nella Chiesetta.
Ogni tanto la banda suona e gli sbandieratori si allenano. Lo spettacolo è bello, come tutta la Natura circostante. Salgo sul terrazzino per vedere meglio; è consentito solo ai giornalisti ed agli sbandieratori. Antonio, al fresco, fuma paziente una sigaretta ogni tanto. Mino continua a scattare foto artistiche.
Mi piace entrare all'interno della torre dove c'è la campana... La professoressa mi segue. Altri visitatori si uniscono a noi. Siamo troppi. Disturbiamo qualcuno... Un tranquillo nido di vespe, particolarmente terribili nel periodo, attaccano furiose gli incauti visitatori messi in fuga dalla decisa volontà delle legittime inquiline già tanto turbate dall'insolito vociare, fracasso e baccano.
Allontano molte vespe con coraggio, libero i capelli della professoressa, che, di nome Anna, ringrazia la sua Santa per lo scampato pericolo di fastidiose punture... Solo un debole pungiglione subito rimosso con metodi antichi dal dorso della mano. Tutto torna come prima. Resto a guardia della torre con giovani della Misericordia per impedire ad altri sprovveduti di creare disturbo alle vespe, da poco ammansite.
Ma i cavalieri? Finalmente spuntano nei loro caratteristici costumi, ci sono anche dei bambini al dorso di cavallini ed asinelli. Sono le 13. Due ore di ritardo. Ma lo spettacolo è meraviglioso. Bisogna vederlo. Cavalli e cavalieri entrano in Chiesa per rendere omaggio alla Santa, poi diversi giri intorno alla costruzione fra grida di gioia, cavalli esausti che arrancano sulla salita, cavalieri talora barcollanti ed applausi fino ad esaurimento scorte di confetti.
Il Rito si conclude. Un'ultima preghiera ed un arrivederci all'anno prossimo. Saluti degli amici. A piedi o con le macchine si torna a casa con negli occhi le scene colorate, un po' dì stanchezza, tanto sole, ma un unico desiderio: l'anno prossimo si ritornerà. Sì, perché tutta la manifestazione non deve essere descritta, ma vissuta, con allegria, con amore, con fede. Io ci sarò.

Giuseppe Gesa

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