CENNI STORICI - Conoscere l'Irpinia

GLI ALUNNI RACCONTANO

PRESENTAZIONE

I

Un'onda elettromagnetica ci attraversò e ci scosse, un sonoro "EVVAI!!!" collettivo ruppe il silenzio vuoto dell'aula e ventidue volti s'illuminarono.
Ma fu un momento fugace.
No, non si trattava di Venezia, dei tanto sospirati tre giorni nella tanto sospirata Venezia, per vedere la meno sospirata mostra sugli Egizi. No, la meta non era Venezia, ma la nostra verde Irpinia, con le sue chiese di campagna dalle pareti scolorite, con i suoi mosaici "sconvolti", con le sue rocche precarie e assolutamente prive di quel fascino esotico per noi tanto seducente. Diciamo, insomma, che quel luogo chiamato Irpinia non soddisfaceva appieno, o, meglio, deludeva miseramente anche le più tetre delle nostre aspettative. Avremmo voluto chiedere: "Professoressa, perché ci fa questo?!"
Ma allora non sapevamo...
Benché un freddo glaciale e respingente ci accompagnasse fedele durante le escursioni, le nostre passeggiate archeologiche sono diventate, inaspettatamente, una piacevole scoperta di luoghi che pensavamo di conoscere, ma che in realtà ignoravamo. E, venerdì dopo venerdì, al "Ma che cosa ci hanno portati a vedere?!?" si è sostituito un sorprendente interesse. La rocca di Rocca San Felice, a guardarla bene, non era poi tanto precaria e il Goleto si è rivelato un autentico labirinto. Qui ci ha fatto da guida un simpatico personaggio che sembrava essere uscito dal libro "Harry Potter e la pietra filosofale!": alto due metri, con un lungo mantello blu munito di cappuccio da stregone; egli, dopo aver saputo che a scuola studiavamo anche il tedesco, ha cominciato a dire cose incomprensibili in quella che era la sua lingua d'origine. Persino la Mefite, con il suo odore poco piacevole e il "rassicurante" cartello con il classico teschio e la scritta "PERICOLO DI MORTE PER ESALAZIONI ECCESSIVE", si è rivelata, se non un "luogo magico", come lo definiva la nostra guida, una scoperta davvero esaltante: il posto da consigliare a coloro che proprio non sopportiamo, con relativa raccomandazione di trascorrervi un'intera giornata.
Con gli occhi incantati di un bambino che guarda per la prima volta il mondo, abbiamo guardato la nostra storia, attraverso i luoghi più suggestivi della nostra terra. Dai resti delle antiche anfore del museo di Ariano Irpino, dalla sua grandiosa villa, dalle stoffe decorate e preziose di Montemarano, abbiamo raccolto piccoli tasselli del nostro passato, che, ricomposti, ci hanno dato il desiderio e la curiosità di guardare indietro, sempre più indietro.
Piacevoli pause da "Ciotola" di Grottaminarda hanno addolcito le nostre giornate: le cioccolate con panna, le mega-aragoste e i mega-cannoli ci hanno sostenuto nei nostri faticosi pomeriggi. E poi il freddo, la stanchezza, i compiti per il giorno dopo da svolgere dalle sette di sera in poi, i nostri sacrifici, sono stati ripagati non solo dalla gioia di condividere una scoperta, ma anche dal fascino di una terra antica, piccola ma ricca di tesori nascosti, viva e palpitante di emozioni secolari. Abbiamo camminato su sentieri consumati dal tempo, ricomposto il mosaico della nostra vita e ritrovato le nostre radici. Abbiamo cercato di riordinare le idee e di capire da dove veniamo, nella consapevolezza che soltanto chi conosce la propria storia può andare lontano.

Chiara Bruno


II

Chissà quante volte ci è capitato di sentir nominare un luogo della nostra provincia e conoscerlo appena o, addirittura, non conoscerlo per niente. Certo non è bello sapere poco della zona in cui si vive: le usanze, l'economia, la cultura, il territorio ed anche la posizione geografica sono elementi fondamentali da non trascurare. Perciò, durante quest'anno scolastico, noi classi prime e seconde dei corsi C e D, abbiamo avuto modo di "conoscere" l'Irpinia, certo non tutta, ma una buona parte. Abbiamo visitato alcuni tra i centri più importanti della nostra provincia: Rocca S. Felice, Mirabella Eclano, Ariano, il Goleto di S. Angelo dei Lombardi, Montella, Montemarano, Prata P. U. e San Mango. Quando ci hanno proposto questo progetto eravamo tutti un po' scettici (perché si sa, le gite a meno di 50 chilometri di distanza sono tutte un po' noiose), ma già dopo la prima esperienza, abbiamo subito capito che il progetto non era poi tanto male. Sicuramente la cosa più insolita, e che certamente non è piaciuta a tutti, è stata quella di dover fare lezione prima di partire... sì! Avete capito bene! Dalle otto alle tredici abbiamo fatto regolarmente lezione, ma poi, al suono dell'ultima campanella, ci siamo infilati i cappotti e siamo andati a prendere il pullman. Abbiamo visitato i luoghi più vari, specialmente chiese e numerosi musei, ma abbiamo anche visto scavi e qualche castello. Naturalmente, oltre ai momenti seri e di concentrazione, ce ne sono anche stati di divertenti, come le piccole soste nei ristoranti o in aree aperte per mangiare o nelle piazze e nelle vie dei paesi. È stata un'esperienza davvero utile e interessante, perché abbiamo avuto modo di scoprire, di conoscere e di divertirci. E stato un momento di studio e di apprendimento diversi dal solito, perché abbiamo potuto approfondire lo studio della storia, specialmente quella del Meridione; ci siamo inoltre resi conto del livello economico e culturale dell'Irpinia. Insomma, questo progetto è stato un vero e proprio momento di lavoro e studio, però si è trattato di uno studio vivo, fatto tutti insieme e all'insegna del divertimento; sicuramente un'attività da riproporre nei prossimi anni.

Maurizio Acierno

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