CENNI STORICI - Conoscere l'Irpinia

QUINTA ESCURSIONE.


    La quinta escursione è stata effettuata a Montella (convento di San Francesco a Folloni) e Montemarano (Cattedrale).
    Il convento di San Francesco a Folloni fu fondato nel 1222, quando, secondo la tradizione, il Santo di Assisi sostò in terra di Montella durante un suo viaggio verso la Puglia. La leggenda narra che Francesco aveva trovato un posto per dormire sotto un albero; la notte nevicò, ma lì dove il santo riposava la terra rimase asciutta preservandolo dal freddo. Su quella terra benedetta alcuni compagni di viaggio di Francesco si fermarono e costruirono un minuscolo convento a cui i vari periodi storici successivi hanno apportato ampliamenti e modifiche: dapprima fu costruito un chiostro; poi l'antica chiesa fu inglobata da una costruzione più ampia; nel 1567 fu collocato il ricco portale.
    Il 12 dicembre del 1428 il conte Francesco Sforza signore di Montella, donò al monastero dei frati un pezzo del bosco di Folloni e così si formò, all'interno del feudo, il suffeudo di San Francesco.
    I rapporti tra Montella e il monastero da quel momento in poi non furono più cordiali, gli scontri avvenivano per lo più per definire i diritti da esercitare sul bosco che risultava una risorsa sia per i Montellesi che per i Francescani.

 

 

    I ragazzi hanno potuto visitare il chiostro, la chiesa e la sagrestia dove è collocata la tomba di Diego Cavaniglia (nota come "Monumento degli innamorati") barone di Montella dal 1473 al 1482, morto a soli 28 anni per una ferita al ginocchio, contratta combattendo ad Otranto contro i turchi, che avevano occupato quella città. Diego, un giovane bello e forte, colto e valoroso nelle armi, riuscì ad ottenere la benevolenza del re di Napoli Ferdinando I che gli concesse il "mero e misto impero, la potestà de la spada, le lettere arbitrali". In rispetto della sua volontà, l'infelice moglie Margherita Orsini fece edificare dal fiorentino Jacopo Della Pia, nel convento di San Francesco, una cappella e un superbo monumento sepolcrale che, rimosso nel 1740 dal suo luogo originario, si può visitare oggi nella sagrestia.


    Alla destra dell'altare maggiore, a livello di pavimento è collocata anche la tomba di Margherita Orsini contraddistinta da un bassorilievo che rappresenta la defunta. La sepoltura era stata collocata a terra, ai piedi della tomba dell'amato Diego, per volontà della stessa Margherita desiderosa di compiere un perenne atto di umiltà. Un'equivoca interpretazione di questo gesto portò i montellesi a credere che Margherita volesse essere calpestata e pertanto divenne tradizione strofinare con il piede il volto del bassorilievo che la raffigura e che con il tempo ha perso i lineamenti.
    Quindi è stato visitato il museo dell'Alta Irpinia e la mostra d'arte sacra annessi al convento. Tra le varie opere esposte, l'affresco raffigurante "il miracolo del pane" e la tela del sacco che lo conteneva, gelosamente custodita nella teca di una cappellina, hanno attratto maggiormente i ragazzi.
    Completata la visita ci siamo spostati a Montemarano nella splendida chiesa di Santa Maria dell'Assunta, cattedrale del paese e sede di diocesi prima ancora dell'anno mille, soppressa nel 1818. Essa è tra i monumenti religiosi più antichi dell'lrpinia pervenuti fino a noi. Sulla sua fondazione, realizzata si dice sui resti di un tempio pagano dedicato a Giove, non si hanno notizie storiche certe, ma dal confronto con altre cattedrali (Caserta vecchia, Salerno, Avellino) del medesimo stile si può tranquillamente affermare che essa sia stata costruita intorno all'anno Mille. I molteplici interventi di ricostruzione e di restauro effettuati attraverso i secoli hanno notevolmente alterato le linee architettoniche originarie.

    Notevole interesse storico rappresentano le antiche colonne romaniche in pietra, riportate alla luce durante l'ultimo restauro, con i relativi basamenti ed i loro capitelli per le raffigurazioni arcaiche ed appena abbozzate sulle quattro facce di essi.
    Nella chiesa è degno di ammirazione l'arredo culturale ed artistico. In particolare si evidenziano: la cantoria, che sorregge un prezioso organo (fine secolo XVIII), il trono episcopale con baldacchino (secolo XVIII), l'armadio detto "delle reliquie" (secolo XV), il coro capitolare (secolo XVIII). Vi sono poi da ammirare altre opere preziose quali: la tela della Madonna con Bambino ed angeli, attribuita ad Andrea Vaccari, la tela in cornice ovale della Madonna con S. Giuseppe, Gesù e Giovanni Battista ed angeli, la tela della Sacra Famiglia. Si notano anche statue molto pregiate come un busto d'argento finemente cesellato (secolo XVIII) di S. Giovanni, un busto in legno di S. Giuseppe ed altre statue in legno. Di pregevole fattura sono i bronzi a cera persa (candelabro pasquale, croce a stile, cupola del Battistero) dello scultore padre Tarcisio Musto, realizzati nel 1991 con le generose offerte di tutta la popolazione locale.
    Dalle scale, ricavate all'esterno delle navate laterali, si scende nella cripta, restaurata nel 1984. In questo luogo suggestivo e mistico è visibile l'originario aspetto di tutto il monumento della cattedrale di Montemarano. Essa, ancora oggi, costituisce una vera oasi di raccoglimento spirituale, anche per la presenza rassicurante di S. Giovanni, ivi sepolto "in loco eminenti" fin dalla sua morte avvenuta nel lontano 1095, le cui reliquie sono ora custodite nell'urna collocata sotto l'altare di marmo, cinto da una balaustra in legno finemente intagliato.  Accrescono il senso di raccoglimento e di serena austerità i due affreschi dell'abside centrale, raffiguranti S. Nicola di Bari e S. Giovanni di Montemarano (secolo XIII-XIV), ritrovati durante i lavori di restauro ed attribuiti alla scuola di Giotto; le immagini ricordano in modo notevole altre figure vescovili affrescate nella cattedrale di Sant'Angelo in Formis e nella basilica dell'Annunziata di Prata P.U.. Notevoli sono anche un busto in legno raffigurante ancora S. Giovanni (secolo XV) e un crocefisso (secolo XIV-XV) collocato sull'altare di destra.


 



    Dopo la visita alla cattedrale ci siamo spostati al Museo dei parati sacri. Il museo, primo esempio nel Meridione, è allestito nell'ex chiesa del Purgatorio, ricavata all'inizio del secolo XVIII dall'ampliamento della preesistente cappella gentilizia della famiglia Aliasi. Durante i lavori di restauro sono stati portati alla luce, sulle pareti laterali, degli interessanti affreschi del 1700.   

 

Qui i ragazzi hanno potuto ammirare numerosi paramenti (pianete e stole) confezionati con pregiati tessuti interamente lavorati a mano e impreziositi da ricami e tramature in oro e argento. Tali meraviglie sono amorevolmente custodite e valorizzate dal parroco della cattedrale.

 

 

 

 

      

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