CENNI STORICI - Conoscere l'Irpinia

SAN MANGO

I

Un fiume che lambisce due silenziosi nidi per fiori di campo e misteriosi sterrati... Non sono nell'eremo del mondo... Chi ha detto che per trovare la bellezza bisogna andare lontano?
Sono sulle rive del Calore, che irrora i bei paesi di San Mango e Luogosano.
Questo fiume mi parla, fra due rive di vegetazione rigogliosa e candide pietre levigate dal corso dell'acqua, così pacato, più rapido in taluni posti solo per l'apertura giornaliera dei canali volti a dare energia alla centrale idroelettrica qui vicino.


Qui, su queste pietre, noi ragazzi abbiamo consumato felicemente i nostri classici panini mentre gli anfratti misteriosi ed affascinanti rapivano lo sguardo e la melodia del fiume ci infondeva la pace che solo la Natura e tutto il Creato sa dare... C'è Qualcosa che parla dal fiume e chiede solo di essere ascoltato.
E cosa dire dei fortunati paeselli baciati dal fiume?
San Mango vive nel verde dei bei campi coltivati e mentre il vento breve scuote appena le fronde degli alberi che rivivono in primavera, siamo tutti vicino a questa minuscola costruzione bianca che è la chiesa di Sant'Anna: un minuscolo rifugio dell'anima.
In origine era un tempietto pagano la cui leggenda narra di un dio che aveva rapito una fanciulla e che aveva ricevuto offerte votive proprio in tal luogo per prevenire altri futuri rapimenti. Il tempietto poi divenne una chiesa cristiana della comunità della media valle del Calore; ed infine, nel 1600, ad opera di un cavaliere che ricevette la grazia di un parto sereno per la moglie, la chiesetta venne restaurata e dedicata a Sant'Anna. Ancora oggi, per la festa della Santa a ricordo dello stesso rito di secoli fa si ripete la cavalcata in costume secentesco svolta intorno alla costruzione ed accompagnata dal lancio di confetti per i fedeli.
Un guado difficile (qualche centimetro d'acqua del torrente Uccello) non ha impedito di posare i nostri piedi su una costruzione antichissima che avevamo osservato da lontano, avvolta da una folta vegetazione: il ponte romano. Sotto i suoi archi attualmente non scorre l'acqua di un tempo, probabilmente deviata durante uno scontro fra le acque dei due fiumi. Il ponte collegava i due rami della vecchia via Appia.
Infine, quale il commento?
Posso dire che nessun posto da noi visitato, pur con la ricchezza dei monumenti e con l'interesse suscitato, ha provocato in noi quel sentimento di partecipazione della natura ai nostri stati d'animo.

Romina Gesa

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