CENNI STORICI - Conoscere l'Irpinia

TERZA ESCURSIONE.


    La terza escursione è stata effettuata ad Ariano Irpino, che nell'antichità era in importante nodo stradale romano, a cavallo tra il Sannio e la Puglia, e si sviluppò come centro abitato in epoca alto-medioevale. Nel secolo X l'amministrazione di Ariano come quella di tutta la regione, fu affidata dal papa Giovanni XIII al vescovo di Benevento Nel 1140 divenne normanna per la conquista di Ruggero Il. Nel secolo XIII ospitò le truppe di Innocenzo IV, inviate contro Manfredi, il quale la fece poi devastare nell'anno 1255. Fu riedificata da Carlo D'Angiò e affidata a vari feudatari (Carafa Gonzaga, Loffredo).
    Il primo luogo visitato è stato il Museo Civico o della ceramica, istituito nel 1931 con la sezione di antichità, storia e arte. Qui dì particolare rilievo è la raccolta di ceramica locale risalente, per lo più al XVII e XVIII secolo. Nel '700, secondo il Catasto onciario, esistevano in Ariano undici fornaci con circa 30 addetti. Notevole era la produzione che riguardava la ceramica d'uso domestico, ma altrettanto significativa doveva essere quella ornamentale. Guido Donatone ritiene che l'arte della maiolica arianese discende e riprende la tradizione ceramica ellenistica e romana attestata dal ritrovamento avvenuto ad Ariano nel Settecento, come afferma Tommaso Vitale, di una fornace d'età romana con frammenti ceramici e vasi del tipo etrusco, nella contrada detta Figoli.
    I prototipi di certe forme decorative e plastiche della maiolica di Ariano sono, infatti, da ravvisarsi nella caratteristica produzione fittile di statuette, figure votive ed in particolare di busti fittili muliebri dedicati a divinità femminili, legate al culto della procreazione  e della fecondità, quali Demetra e la sannitica Kere, simbolo della vitalità e della natura. Naturalmente le antiche figure muliebri adornate con un diadema a velo e votate alla dea, divengono spesso caricaturali nelle mani del coroplasta arianese del Settecento e Ottocento, che esprime la sua calda e compiaciuta sensualità nel modellare gli scoperti e procaci seni delle antiche "Mater Matute" trasformate in Sirene e nude Cariatidi.
    Nell'ultima sala del museo i ragazzi hanno potuto prendere contatto con la fase normanna della storia di Ariano, ammirando il manto regale di Ruggiero II e un dettagliato plastico della battaglia di Hastings.
    Terminata la visita al Museo civico i ragazzi sono stati condotti nella grande e bella villa comunale al centro della quale è collocato l'imponente castello normanno a pianta trapezoidale. La costruzione è stata osservata solo dall'esterno anche per offrire ai ragazzi la possibilità di riposarsi e rilassarsi nel verde e accogliente parco.
    Il castello edificato in una posizione strategica e di difficile accesso, circondato da barriere naturali, scoscendimenti e dirupi, domina le valli dell'Ufita, del Miscano e del Cervaro, e, dalla sommità, le vedette spaziavano nel vasto giro dell'orizzonte, da un lato verso i territori beneventani e di Montefusco, dall'altro verso la piana di Camporeale e le gole pugliesi.
    Lo resero impenetrabile non solo l'asprezza del luogo e la robustezza delle solide mura, ma anche l'intrigata rete di vie sotterranee, che correva di là dalle mura. E la storia dei lunghi assedi ne dà atto; Io stesso re Ruggiero nel 1139 assediò la città, ma ben presto si convinse che il castrum era imprendibile, tolse l'assedio e l'ira lo indusse a devastare tutto ciò che incontrava durante la ritirata, anche se nel 1140 entrerà in Ariano come possessore.
    L'edificio ha forma trapezoidale, munito di quattro torri troncoconiche, comunicanti tra di loro tramite corridoi che si aprono lungo le mura perimetrali. Alla sommità sfida il tempo l'antico rudere del mastio, da cui, come asseriscono antichi autori, si scorgeva, attraverso la gola di Monteleone, il golfo di Manfredonia.
    L'ultima tappa della visita ha riportato gli allievi in un interno il palazzo Anzani, dove si trova la mostra permanente di reperti archeologici, recuperati da scavi di vari siti.
    Dalla Starza provengono tazze, piatti e forni per la lavorazione del metallo (bronzo). Le età del bronzo recente e finale (XIII-X secolo a.C.) sono documentate da ceramiche e arnesi di selce a testimonianza di una fiorente industria litica.
    Di grande interesse sono i corredi ritrovati nelle tombe a tumulo di un insediamento sannitico di Casalbore.
    Oltre alle ceramiche locali vi sono oggetti di bronzo, bacini con orlo perlinato, coppe, brocche, fibule d'argento, vasellame di bucchero proveniente dalla pianura campana, una collana d'ambra e statuine di vario tipo.
    L'età romana è testimoniata dai reperti rinvenuti durante le prime campagne di scavo di Aequum Tuticum, "cardo viarum", sull'Appia Traiana che da Roma passando per Benevento, Casalbore e Ariano, arrivava fino in Puglia. Sono presenti monete ed utensili in vetro, in bronzo, in ceramica.
    Vi sono dei cippi relativi alla viabilità: uno è del console Marco Emilio Lepido e l'altro è riferito alla via "Herculia" con l'indicazione delle distanze in miglia romane.


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