CENNI STORICI - Conoscere l'Irpinia

UN OMAGGIO ALL’IRPINIA SPLENDIDA

Attraverso la penna di giovani studenti

LA LINEA FERROVIARIA AVELLINO - ROCCHETTA SANT’ANTONIO

La nostra Provincia possiede un territorio meraviglioso.
Alcuni paesaggi, poi sono incantevoli. Numerosi siti suscitano o provocano emozioni indefinibili.
Ma c ‘è un luogo, sublime, dove senza violenza scorre un fiume dalle acque chiare che morbidamente levigano i giovani sassi con serpentine spumeggianti: lungo le sue rive si innalzano maestosi i pioppi frondosi; il vento, insinuandosi attraverso le foglie con sibilo armonioso, non turba la quiete diffusa; i rovi e le spine sembra quasi che abbiano aculei dalle punte arrotondate... ”.

È qui che, in solitudine, è possibile ritirarsi per riflettere, nel silenzio, sulle proprie scelte, sulle proprie azioni, sulle proprie debolezze, per tacere e per ascoltare la voce della Natura e dell’anima.
È attraverso questi luoghi che si snoda l'antico “ asse” ferroviario che ha collegato per quasi un secolo Avellino, alcuni Comuni della valle del Sabato, i paesi della media ed alta valle del fiume Calore, dalle acque, un tempo, chiare, azzurate o verdine, e pulite, i territori dell’alta valle dell’Ofanto impetuoso, dalle acque, un tempo, turbinose.
    La linea ferroviaria Avellino - Rocchetta Sant’Antonio, su cui “sfrecciano” attualmente due vetture al giorno, vuote, alimentate dalla speranza, e stata da tempo compresa dalle Autorità “competenti” fra i “rami secchi” delle Ferrovie dello Stato (oggi Azienda Autonoma), giustamente, se si osservano i costi.
    Ma chi ha vissuto una vita lungo la strada ferrata, ai tempi dei notevoli introiti, quando era l'unica via “rapida” di trasporto e comunicazione, spinto non solo dalla nostalgia ma dal desiderio di recupero di valori, civiltà ed ambiente, si permette spesso, nei convegni, di offrire qualche suggerimento.
I rami “secchi” possono non solo “rinverdire” ma anche “portare frutti”, se una intelligente e sagace politica di utilizzo del treno (unico mezzo attualmente ecologico) permetterà di valorizzare zone turistiche (...anche commerciali - industriali) poco conosciute, ma certamente meritevoli di attenzione da parte di chi vuole immergersi nel verde ancora pulito, per difenderlo e non per inquinarlo, ovviamente: la linea ferrata citata offre agli occhi del visitatore un paesaggio meraviglio so, appena sfiorato e “cucito” dalla cerniera marrone delle rotaie che, dolcemente, costeggiando le rive ed i pioppi del Calore e dell’Ofanto, si insinua nel verde intenso e profumato per “aprire e ricomporre” un’armonia di colori.
    Ed è attraverso questi luoghi che i ragazzi hanno imparato ad amare la loro terra.
    In questo volume, quindi, c’è l’lrpinia vista con gli occhi ammirati dei nostri ragazzi pronti a cogliere le bellezze dei luoghi, dei paesi e dei beni culturali; proprio quei ragazzi che di solito conoscono le grandi città meglio che il proprio territorio.
    Conoscere per amare è detto nel “Preludio” di questo volume. Conoscere la propria terra per amarla.
    I giovani hanno visto, hanno conosciuto e riconosciuto le vestigia della nostra civiltà irpina, fatta di asperità bellezze naturali e beni, hanno descritto e comunicato con forma “pura” e libera le loro impressioni e riflessioni, hanno amato la loro terra.
    La presente pubblicazione, prima di una serie programmata, vuole presentarsi come proposta didattica e suggerimento per valorizzare i nostri siti, anche archeologici, la nostra cultura e civiltà. per evidenziare il nostro legame con la terra di origine, per diffondere l’amore per la nostra splendida lrpinia, l’antica Hirpinia viridis/felix, l’Irpinia dei periodi bui dell’indigenza e dell'emigrazione, l'Irpinia della rinascita.

Giuseppe Gesa - Preside

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