Vallata - brevi cenni storici - Il “Conte Tanga” o don Peppe - Prof. Severino Ragazzo


(Breve biografia): il nostro personaggio nasce a Vallata il 6/1/1913, all'anagrafe è registrato col cognome Tanga e con il nome Giuseppe.
Di famiglia quasi agiata, viene invogliato ben presto agli studi, nonostante le difficoltà del Ventennio.
Alla fine degli anni Trenta, inizio anni Quaranta del secolo scorso, frequenta l'Università di Napoli, cambiando anche facoltà, passando dalla facoltà di lettere a medicina.
Non si laurea, ma acquista una serie di saperi che gli saranno utili quando farà ritorno nel paese natio, Vallata, dove avrà modo di confrontarsi con i pochi intellettuali di allora: don Tommaso Mario Pavese, pubblicista ormai anziano, don Pietro Tarchini, che in quel periodo si andava affermando nel campo degli studi letterari, e qualche docente locale della scuola elementare come Augusto Cataldo.
Tornato a Vallata, agli inizi degli anni Quaranta, ha la brillante idea di istituire una scuola media privata con tanto di riconoscimento legale (vedi rapporto col Provveditore agli studi di Avellino), che servirà a preparare tanti ragazzi per gli esami di ammissione alla Scuola Media e scuole superiori. Gli studenti erano soprattutto giovani vallatesi, ma anche discenti provenienti dagli altri paesi della Baronia e dell'alta irpinia (vedi attestati ai prof. Emilio Paglia, Francesco Vigorita.....).
Cerca di organizzare perfino una succursale ad Andretta.
La scuola resisterà per una decina di anni, dagli anni Quaranta fino agli anni Cinquanta.
Diversi sono i trascorsi tra il Provveditore e l'istitutore Giuseppe Tanga.
Scapolo, Giuseppe Tanga, fa le scelte di sua convenienza, anche a dispetto dei richiami bonari del fratello Rocco, della cognata e della sorella sposata a Foggia.
Orientato politicamente a sinistra (vedi il suo rapporto con il P.C.I. di quel periodo), rischia, durante un comizio elettorale a Vallata, di essere arrestato, per aver redarguito in pubblica piazza l'oratore del partito avversario (della D.C.) con la frase “tu stai dicendo tutte bugie!”.
Vivrà fino a tarda età, godendo dei proventi derivanti dall'istituzione scolastica, dai cespiti di proprietà e dal benevolo aiuto del fratello Rocco, schierato, però, sull'altra sponda politica, la Democrazia Cristiana.
Muore a Vallata il 3/1/1968 (Nel quasi cinquantennale dalla scomparsa, Rino Ciampolillo, marito di Agnese, una delle nipoti che il Nostro amava di più, ha composto in sua memoria una bella poesia intitolata appunto “Il conte Tanga”).
Pur non avendone titolo, amava farsi chiamare CONTE, forse prendendolo in prestito dalla toponomastica (“l'arena ri lu conte”). Con il tempo è unanimemente noto con tale titolo , per cui don Peppe diventa sinonimo di Conte.
Vivendo a Napoli come studente universitario, convince persino gli amici a chiamarlo 'conte'.
E come “conte di Montalbi” si fa presentare al Provveditore agli studi di Avellino, per richiedere l'istituzione di una scuola rurale in quella frazione.
Al 'conte' il Provveditore di allora ricambia i saluti e gli auguri di fine anno.

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1° ATTO (nel soggiorno della pensione)
(Nella pensione universitaria a Napoli, don Peppe spesso e volentieri si intrattiene a dialogare con la proprietaria Carmelina Esposito e con due suoi amici di studi
Vincenzino Pelosino e Pietrino Tarchiniello. Un giorno la signora ha un malore e il Nostro con una semplice pillola riesce a guarire l'ammalata).

(Don Peppe in presenza della proprietaria e dei due amici): “Io sono il Conte Tanga e conte mi dovete chiamare, avete capito ? Perché al paese possiedo una contea grande, la contea di Montalbi, e sono pure 'don Peppe' e così mi dovete chiamare, se volete essere amici e mi volete rispettare!”

(donna Carmelina Esposito): “Io ti chiamo come vuoi tu, il conte Tanga, don Peppe, basta che alla fine del mese mi paghi la pensione! “

(Vincenzino Pelosino): “Lo so, lo so, caro amico, che ti dai l'aria di conte e di don, ma se tu vuoi così, così sia !”

(Pietrino Tarchiniello): “Pure io ti chiamo come vuoi tu, ma sappi che di conoscenze ne ho più di te !“

(Carmelina Esposito): “Scusate, don Pé', ma potrei sapere che studi fate?”

(don Peppe): “Io studio di tutto e di più: dalle lettere classiche a quelle moderne e me ne intendo pure un poco di medicina “

(Vincenzino Pelosino): “Eh sì! Questo si dà aria di essere un'arca di scienze, vedremo alla fine quante lauree si piglia”

(Pietrino Tarchiniello): “Io studio solo lettere e lo faccio con serietà e passione: italiano, latino, greco sono le mie materie preferite”

(Carmelina Esposito): “Adesso basta parlare solo di scuola, ma voi non dovete andare all'Università?”

(don Peppe): “Avete ragione! Andiamo, andiamo, perché se no si fa tardi”

(Ritorno alla pensione)

(Carmelina Esposito): “O Madonna mia, non mi sento bene, mi avrà preso qualche malattia, stamattina, e quando ritorna quel birbante del conte Tanga? Forse mi potrebbe aiutare !”

(Vincenzino Pelosino): “Don Pé'! Sento lamenti da parte della signora; andiamo a vedere che cosa è successo !”

(don Peppe): “ E jamm', jà ! Andiamo, andiamo !”

(Carmelina Esposito): “Aiutatemi, mi sento male, per favore chiamate un medico, mi sento di morire !”

(Vincenzino Pelosino): “Calma, calma signora, può darsi che sia una semplice influenza di stagione, qua ci sta don Peppe che se ne intende pure di medicina”

(Pietrino Tarchiniello): “E adesso vediamo questo conte che cosa sa fare !”

(don Peppe): “State calma signora ! Adesso vi misuro un po’ la pressione, vedo se tenete un po’ di febbre e poi si vede !”

(Carmelina Esposito): “E datevi da fare, che io mi sento male ! Sento un dolore particolare allo stomaco !”

(don Peppe): “Signora, voi tenete una semplice intossicazione viscerale, non avete febbre, la pressione è a posto, deve essere una cosa da niente! Adesso vi do una medicina che farà sicuramente al vostro caso “.

(don Peppe estrae una scatola che aveva con sé nella valigia, prende una pillola, 'nu pinel', e dice): “Ecco signora, pigliatevi questa pillola e tutto vi passerà !”

(Carmelina Esposito prende la medicina e dopo pochi minuti si sente rinfrancata e rivolto a don Peppe): “E bravo il conte Tanga, avete proprio ragione ! Mi sento già molto meglio e poi gli amici tuoi dicono che siete superficiale negli studi ! Non so proprio come ringraziarvi; questa sera, se vi aggrada, vi preparo una cena con i fiocchi, per ricompensare la vostra generosità !”

(don Peppe): “Vi ringrazio, signora padrona, ma mi sa che mi dovrete invitare per parecchie sere, se voi veramente volete essermi riconoscente”

(Carmelina Esposito): “E va bene, don Pé ! Può darsi che io avrò bisogno di altre cure; il piacere è tutto mio, vuol dire che vi farò conoscere un po’ alla volta la prelibata cucina napoletana !”

(Gli amici Vincenzino e Pietrino): “E vi pareva che il conte Tanga non sapeva come accasarsi! E poi a lui dategli da mangiare e bere e lo portate in Paradiso !”

(Tutti e tre, don Peppe, Vincenzino e Pietrino): “Arrivederci, donna Carmelina e statevi bene che don Peppe sa come vi deve curare !”

(E uscendo dalla pensione, se ne vanno cantando): “E noi che figli siamo, mangiamo, mangiamo, e noi che figli siamo beviamo in società ! “

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2° ATTO (Provveditorato agli studi di Avellino)

(Don Peppe, tornato a Vallata, chiede al Provveditore agli studi di Avellino ed ottiene l'istituzione di una scuola privata per preparare i ragazzi, dopo la V^ elementare, agli esami per l’accesso alla Scuola Media.
Un giorno decide di andare dal Provveditore per richiedere l'istituzione di una scuola elementare nella frazione di Montalbi, a Vallata).

(Don Peppe): “Oggi sarà il giorno più famoso della mia esperienza di vita nella scuola, mi incontro con il Provveditore e chiederò l'istituzione di una nuova scuola elementare !”

(Il maestro Gerardino Scanna che lo accompagna): “Caro don Peppe ! Ma siete sicuro che vi riceverà ? E poi acconsentirà alla vostra richiesta ?”

(don Peppe): “Eccome ! Tu conosci le mie credenziali ! Io sono sempre l'istitutore della scuola media privata e quello mi dovrà comunque ricevere come istituzione e poi voglio vedere cosa dirà quando farò sfoggio del mio titolo nobiliare !”

(Il maestro Gerardino Scanna): “Don Pé', scusate, ma di quale titolo di nobiltà voi parlate ?”

(Don Peppe): “Ma come ! Non ricordi che io sono il conte Tanga e che con questo titolo mi chiamano e mi rispettano pure negli ambienti universitari ?”

(Il maestro Gerardino Scanna): “Speriamo che tutto vada bene, abbiamo fatto un lungo viaggio da Vallata per venire qui ad Avellino e perorare la causa di bambini che non hanno una scuola. Adesso dobbiamo chiedere all'usciere di farvi annunciare. Io resto fuori dall'uscio, all'occorrenza voi mi potrete chiamare !”

(don Peppe verso l'usciere): “Scusate chi è qua l'usciere del Provveditore ?”

(L'usciere): “Sono io, e sono qua per servirvi, solo che vorrei sapere con quali credenziali vi dovrei presentare !”

(don Peppe): “ Allora dite al Provveditore che io sono il conte Tanga di Montalbi, per riverirlo !”

(L'usciere entra nello studio del Provveditore e riferisce)

(Il Provveditore): “Io penso di conoscere tutti i paesi della provincia di Avellino, ma questo paese, Montalbi, non mi risulta; segretaria ! per piacere controllate !”

(Segretaria): “Ho controllato l'elenco di tutti i paesi della nostra provincia, ma questo nome, Montalbi, non risulta nemmeno dagli atti ufficiali !”

(Provveditore rivolto alla segretaria): “E allora fate sapere all'usciere di chiedere al signore, come si chiama, … il conte di Montalbi, di precisare meglio il paese di provenienza !”

(L' usciere rivolto a don Peppe): “Scusate conte Tanga ! Ma il Provveditore per ricevervi vuole sapere il nome del vostro Paese !”

(don Peppe): “E va bene ! Spiegate che Montalbi è una frazione del paese di Vallata, del circondario di Castel Baronia, del mandamento di Ariano Irpino, della diocesi...”

(L'usciere): Basta ! Basta ! Si vede che siete una persona colta, ma a me serve solo il nome di Vallata”.

(Il Provveditore): “Ah! Vallata è il paese ed adesso potete far accomodare il signore”.

(Don Peppe entra e così si rivolge al Provveditore): “Buon giorno, signor Provveditore, sono qua per riverirla !”

(Il Provveditore): “Il piacere è anche mio, solo che potrei sapere come vi chiamate specificamente ?”

(don Peppe): “A me a Vallata e fuori Vallata tutti mi chiamano il conte Tanga, o don Peppe, e sono riverito come tale”.

(Il Provveditore): “E scusate conte Tanga, quale è il motivo così grave per cui avete chiesto l'udienza, avete da fare qualche richiesta particolare ?”

(don Peppe): “Ebbene vi dico che a me, conte di Montalbi, piange il cuore vedere i bambini della mia contea analfabeti per mancanza di un'istituzione scolastica !”

(Il Provveditore): “Caro conte, voglio venire incontro alla richiesta di istituire una nuova scuola in campagna, a Montalbi, a Vallata, solo che in questo periodo non abbiamo insegnanti disponibili all'uopo, tanta è la carenza di personale; molti sono partiti per la guerra e quei pochi che avevamo li abbiamo tutti impegnati !”

(Don Peppe)
: “ Caro Provveditore, se questo è il problema ve lo risolvo io. Usciere ! fate entrare il maestro Scanna”

(Il maestro Gerardino Scanna): “Buon giorno a lor signori, sono qui per servirvi !”

(Il Provveditore): “Voi siete un maestro abilitato all'insegnamento ? E se è così, date le vostre credenziali alla segretaria, perché da domani mattina potrete prendere servizio nella frazione di Montalbi !”

(La segretaria): “Accomodatevi signor maestro e per piacere datemi tutti gli estremi anagrafici e dei titoli in vostro possesso”.

(La segretaria al Provveditore): “Tutto a posto, ecco la nomina”.

(Il Provveditore ai due): “La cosa è risolta, potete andare !”

(Don Peppe e Gerardino Scanna): “Grazie, grazie, signor Provveditore e speriamo di rivederci”

(Canticchiando al ritorno): “A voi né ! A voi nà ! La scola l'ammo avuta, trullallè ! Trullallà !..
(e via ripetendo diverse volte).

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3° ATTO (Le elezioni politiche)

(Sono le prime elezioni del secondo dopoguerra ed anche a Vallata ferve il dibattito; ultimi comizi del venerdì, ultimo giorno di campagna elettorale, che si svolgeranno in piazza Fontana)

(Don Peppe rivolto al fratello Rocco): “Caro fratello, quest'anno con le elezioni
ci divertiremo un mondo! Domani venerdì, andremo a sentire i comizi elettorali dei candidati in piazza Fontana”.

(Don Rocco): “Io so che tu sei uno sfegatato comunista e ti divertirai ad ascoltare quel candidato onorevole come si chiama, Giorgino Amendolaro, in mezzo a quelle bandiere rosse con la falce e il martello”.

(Don Peppe): “Anch'io so che tu sei uno sfegatato democristiano, e ti consolerai con tutte quelle bandiere bianche con lo stemma dello scudo crociato, a sentire quel candidato che si chiama Fiorenzo Sulliano “

(Don Rocco): “Ma qui a Vallata, voi siete quattro comunistelli, tanto è il partito socialista con don Armando Cataldino che tiene raccolta tutta la sinistra !”

(Don Peppe): “Noi a sinistra siamo uniti nel fronte popolare con ' Baffone', piuttosto pensa a te come ti devi mettere con i reduci monarchici, coi vecchi e nuovi liberali...”

(La moglie di don Rocco e cognata di don Peppe): “Ecco qua, voi due fratelli siete sempre tranquilli, ma quando ci sono le elezioni sembrate come il cane e il gatto !”

(Don Peppe): “Eh, cara cognata, la politica è cosa da uomini !”

(La cognata): “E' bello a dire: mio marito democristiano vuole la donna in famiglia ai fornelli e tu comunista che parli di uguaglianza sei prevalentemente un maschilista; mi auguro solo che non dobbiate litigare !”

(Altoparlante che annuncia il comizio della Democrazia Cristiana): “Questa sera, alle ore 22, parlerà, in piazza Fontana, il candidato al Parlamento nella lista della D.C., Fiorenzo Sulliano ; amici, cittadini, accorrete tutti in massa !”

(Canzone di propaganda): “O bianco fiore, simbolo d'amore, con te la gloria della vittoria …..”

(Parla l'onorevole Fiorenzo Sulliano): “Amici ! Sono qui per rappresentare la vostra terra, se otterremo il vostro voto, porteremo le fogne, gli acquedotti, la illuminazione pubblica! Se vorrete, con la luce potrete lavorare pure di notte !”

(A questo punto don Peppe, dalla parte del pubblico, interrompe il comizio dell'oratore inveendo contro di lui): “Ma come ! Tu vuoi far lavorare le persone pure di notte ? Le tue sono tutte bugie ! Bugie !”

(L'oratore): “Ma chi è quello che disturba, carabinieri, arrestate costui !”

(Il comandante dell'arma, si avvicina a don Peppe, lo prende per il braccio dicendo): “Lei venga, venga con me in caserma, perché sta disturbando la quiete pubblica !”

(Fine comizio): “Ti voteremo ! Ti voteremo !”

(Subito dopo altoparlante che annuncia il comizio del P.C.I.): “Questa sera alle ore 23, parlerà il candidato al Parlamento nella lista del Partito Comunista Italiano Giorgino Amendolaro; compagni accorrete in massa “

(Canzone di propaganda): “Avanti, popolo alla riscossa, bandiera rossa trionferà......”

(Parla l'onorevole candidato Giorgino Amendolaro): “Compagni, lavoratori, se otterremo il vostro voto, daremo la terra a tutti, a tutti garantiremo il diritto alla salute, all'istruzione....”

(Fine comizio): “Ti voteremo ! Ti voteremo !”

(A mezzanotte i due fratelli si incontrano e don Rocco verso don Peppe): “Hai visto don Pé' ! Mo’ sei contento ! Ti sei saziato ! Vedi che la campagna elettorale è finita, non pensi che dobbiamo ritornare a casa ?”

(don Peppe): “Hai ragione, ma ognuno di noi due resta con le proprie idee, tu col bianco ed io col rosso ed adesso ognuno si canta la propria canzone “

(don Rocco): “E mo basta, don Pé' ! Cantiamo una canzone che va bene a tutti e due !”

(don Peppe): “E quale sarebbe ?”

(don Rocco): “E per esempio l'inno nazionale !”

(E così tutti e due intonano l'inno cantando): “Fratelli d'Italia, l'Italia s'è desta, dell'elmo di Scipio s'è cinta la testa; dov'è la vittoria? Le porga la chioma, che schiava di Roma, Iddio la creò.....

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I personaggi

Il conte Tanga o don Peppe: attore principale

Carmelina Esposito:
la proprietaria della pensione

Vincenzino Pelosino: amico di don Peppe

Pietrino Tarchiniello: amico di don Peppe

Gerardino Scanna: l'amico maestro di don Peppe

Il Provveditore: degli studi di Avellino

L'usciere: del Provveditore

La segretaria: del Provveditore

don Rocco Tanga: fratello di don Peppe

la moglie di don Rocco: cognata di don Peppe

Speaker per la propaganda della D.C.

Fiorenzo Sulliano: candidato al Parlamento nella lista della D.C.

Comandante dei carabinieri

Speaker per la propaganda del P.C.I.

Giorgio Amendolaro: candidato al Parlamento nella lista del P.C.I.

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