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20. Al Reverendo Don Felice Villani, Vallata¹.
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Suo attuale indisponibilità fisica, ma pronto a servirlo.

Napoli² li 14 giugno (senza anno)³

Caro Don Felice⁴

Ultimamente ricevei un vostro foglio, con il quale mi date distinta relazione dello stato presente della nostra paziente Antonia⁴; e siccome in riceverla mi ritrovo assalito d’una febbre viscerale, la quale mi hà lasciato indibolito a segno, che non mi hà fin’ora permesso d’uscire poche volte, e fare pochi passi, sicché per detto motivo non mi hò potuto abboccare col mio Lettore⁶, per vedere cosa devesi fare. Subito che mi vedo rimesso in sanità, procurerò di farvi rimanere servita secondo il solito.
E pregando a non volermi più parlare per la ricognizione, che si ha da fare a me, resto anche pregandovi di raccomandarmi alla Messa.
Di V. S.

Affezionatissimo Amico Servo Vero
Michele Di Netta

Indirizzo: Al Molto Reverendo Signore, e Padrone Colendissimo
Il Signor Don Felice Villani, Vallata

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    ¹ Lettera autografa giacente presso la Postulazione Generale Redentorista, Roma. Difficile la sua collocazione temporale.
    ² Non si sa quale sia loccasione per cui P. Di Netta si trovi a Napoli. Nelle Posizioni ed articoli e nei Processi si ricordano solo due presenze a Napoli: la prima col viaggio fatto insieme al signor Silvestro Raponsoli da Tropea (ci fu quasi un naufragio e un’avventurosa ricostruzione dell’albero della nave); l’altra quando insieme ad altri confratelli si recò in visita da Napoli a Caserta.
    ³ Pensiamo che sia prima del 1829, se destinatario della lettera è l’arciprete Don Felice Villani, perché egli fu arciprete fino al 1829, anno in cui morì.
    ⁴ Nelle altre lettere si rivolge allo zio come un nipote; qui il tono sembra distaccato; può darsi che il destinatario non sia lo zio arciprete.
    ⁵ Non sappiamo chi fosse.
    ⁶ Il Lettore era come un professore di oggi.