Emilio Paglia - Trevico Cristiana - FURTI

FURTI.
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        La chiesa madre ex sede vescovile conservava un tesoro di preziosità artistiche, in parte oggetti di furti che si sono perpetrati appena alle nostre spalle.
        Ancora si può ammirare il grande coro ligneo ai lati dell'altare maggiore e il grande baldacchino con la sedia vescovile.
        Per fortuna si conserva ancora la preziosa croce tutta lavorata finemente in argento, l'urna pure in argento, ove si conserva una reliquia del santo Euplio: i ladri riuscirono a depredare l'effigie in argento posta sull'urna.
        Attualmente è stata sostituita con altra donata dalla famiglia Sigillò.
        Un detto napoletano recita: "Dopo rubato a Santa Chiara fecero le porte e finestre con intelaiatura in ferro".
        Così... con l'acquisto di una capace cassaforte, fatto dal presidente del comitato della festa, allora sindaco, Alfonso Cuoco di Giuseppe, s'è potuto salvare, principalmente, l'oro offerto nel tempo alla Madonna della Libera, fra cui una triplice corona d'oro tempestata di gioielli, opera del valente cesellatore professor Catello, offerta dal Cav. Michele Cuoco e consorte Giulia Ferrara.
        Ai tempi in cui anche per Napoli si viaggiava in carrozza, la corona, scortata a vista, uscì dalla lavorazione sistemata in una cesta, fra varia verdura, tenuta in testa sopra la "spara", da una contadina.
        Il giorno 8 settembre del 1924 fu solennemente incoronata dall'arcivescovo di Conza Mons. Giulio Tommasi, concelebrante la messa solenne il generale Fusco, di Trevico, che prese gli ordini monastici a fine guerra mondiale (1915-1918).
        Il Cav. Michele Cuoco compose per l'occasione il seguente inno:

Salve o Maria gemma divina
libera e pura dal cielo discesa,
questa corona per te bambina
sul tuo bel capo vogliam posar.

Sin dalla culla nostra difesa,
i dolci sguardi pietosa invia,
tanta miseria, Madre rimira
e abbi ognor di noi pietà.

Salve, o Maria, libera nata
che libertate porti alle genti
salvaci, o libera Incoronata,
accetta il dono del nostro cuor.

Noi figli tuoi per Te redenti
in te poniamo la nostra fede
e genuflessi sempre ai tuoi
piedi salvi saremo d'ogni timor.

Lo sguardo tenero pietosa gira
sul nostro frale, povero, triste,
tanta miseria Madre rimira
e abbi ognor di noi pietà.

Stendi la mano, dove di Cristo
la santa Croce Tu impressa porti,
quivi saremo finché risorti
con Lui godremo l'eternità.

        Quest'inno fu musicato dal maestro Francesco Soldo, direttore del concerto musicale S. Cecilia di Trevico

               

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