Emilio Paglia - Trevico Cristiana - LA CRIPTA

LA CRIPTA.
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        Contemporaneamente ai lavori nella Chiesa Madre, dopo il sisma del 1980, fu riaperto il succorpo della cripta medioevale ed apparve esternamente il portale in pietra datato 1472.
        Dopo l'ingresso si nota un altare in pietra, che, mentre proseguivano i lavori nella parte superiore della chiesa, il parroco Don Michele Cogliani usò per officiare le funzioni domenicali.
        Lo stato della cripta apparve in condizioni precarie. Occorse un piano di consolidamento e di risanamento a partire dalle fondamenta e della volta con preparati in cemento armato. Inoltre, al fine di eliminare l'umidità presente nella cripta, fu realizzato un impianto di 14 pannelli combinati ad energia elettrica.
        Il tutto per recuperare il salvabile. Per tale realizzazione è intervenuta la Sovrintendenza dei Beni artistici, culturali e storici delle provincie di Avellino e Salerno nelle persone del soprintendente, architetto Mario De Cunzo, della direttrice, dr.ssa Vega De Martini e degli architetti Rosalba De Feo e Sergio Suppressa, uniti alla professionalità del restauratore romano Guido Regoli.
        Il lavoro è consistito nel distacco degli affreschi dalle pareti e nel fissaggio su nuovi supporti di alluminio rivestito di sughero isolante.
        Al presente questi pannelli sono stati trasferiti nella Chiesa superiore, ma l'ambiente esterno ha causato degli inconvenienti sbiadendo la pittura.
        Fortunatamente tali affreschi furono scoperti e ne riporto i più significativi dal testo di Michele Cogliani, La cripta di Trevico.

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