Emilio Paglia - Trevico Cristiana - PELLEGRINAGGIO

PELLEGRINAGGIO.
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        Ogni anno, in onore della Madonna della Libera, che si festeggia in Trevico l'8 settembre, molti fedeli, specialmente dalla Baronia vengono in devoto pellegrinaggio.
        Nella Chiesa madre vi sono due statue della Madonna: una è sistemata nella sua nicchia e viene rimossa solo per essere esposta ai fedeli la vigilia e il giorno della festa, l'altra, una copia, viene portata in processione, su una predella rifatta nello stesso stile, nella bottega artigiana dal maestro d'arte Alfonso Picari di Francesco, con sosta a Sant'Antuon' per la benedizione delle campagne e dei paesi sottostanti la montagna trevicana.
        Questa festa è particolarmente sentita anche oggi, ma negli anni passati era vissuta con un gran coinvolgimento popolare e grande devozione. La statua veniva esposta il giorno della vigilia con ex voto e pannelli ricchi di doni in oro, con sorveglianza anche notturna. Da Bisaccia venivano, per la sera della vigilia, soprattutto le donne che avevano coperto a piedi una lunga distanza, pernottando in Chiesa nel coro ligneo dell'altar maggiore e recitando per tutta la notte, il rosario ed altre preghiere. La particolarità di questa devozione era dovuta alla miracolosa intercessione della Madonna che arrestò una pericolosa frana che stava per causare una grande calamità alla popolazione di Bisaccia, tale il ricordo tramandato.
        Fra i devoti, si raccontava che la notte in cui si scatenò la frana la statua della Madonna si trovò girata in direzione di Bisaccia.
        L'arrivo serale dei pellegrini alla vigilia, era atteso da noi ragazzi e il grido era: “So' arr'vat' r' culi rossi'!” appellativo questo dovuto all'abbigliamento ai fianchi delle donne con scialli rossi annodati in avanti, tessuti in cotonella nei telai a mano del tempo.
        L'8 settembre, giorno della festa, le devote, in ginocchio, si trascinavano dall'ingresso della chiesa fino all'altare della Madonna, battendosi con largo gesto del braccio destro sulla parte del cuore a pugno stretto da causare un ritmo di fiato mozzo.
        Altro particolare emozionante da farne testimonianza oculare, era quando vedevo donne che impetravano grazie, procedere sempre in ginocchio, chine con la testa, strisciare la lingua sul pavimento dal gradino d'ingresso fino all'altare della Madonna ove si levavano grida strazianti e peroranti un miracolo per qualche familiare in grave malattia.
        Per guida era vicino un parente con un fazzoletto tenuto a mano da entrambi dalla parte delle nocche.
        Questo rituale andò scemando dalla seconda guerra mondiale in poi.

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