Emilio Paglia - Trevico Cristiana - SAN VITO

SAN VITO.
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        Ai piedi della montagna trevicana, nel versante orientale, venne costruita una cappella dal nobile casato trevicano i Petrilli, che se ne servivano per ossario, nell'internato, al tempo in cui le casse mortuarie venivano accolte nella cripta delle chiese.
        Nel piano a livello stradale v'è l'altare e la statua di san Vito martire.
        La festa del santo ricorre il 9 settembre.
        Nell'ambiente rurale e, nel tempo in cui c'erano le bestie da soma, queste si portavano a cavezza sul posto per i tradizionali giri, almeno tre, intorno alla cappella in onore di san Vito, protettore degli animali: alla base della predella del santo, infatti, vi sono due cani cesellati in argento.
        La cappella è stata ricostruita a seguito del terremoto del 1980.
        Prima dell'ingresso, è tradizione di accettare pezzettini di pane azimo, distribuito vicino alla "guantiera" delle offerte in danaro, per tutte le spese cerimoniali particolarmente in chiesa, con processione del santo e la benedizione della campagna.
        In occasione della festa c'è sempre un'orchestrina con fisarmoniche per suonare all'aperto canzoni ballabili, fra walzer, polke e mazurche.
        Altro aspetto della festa è la scampagnata per consumare all'aperto il pranzo preparato in casa, con battesimo di vini pregiati.
        Nel pomeriggio della festa entra in scena il tiro a piattello con fucile da caccia, con premi di polli ruspanti ancora vivi a chi fa centro: prova difficile per un interposto avvallamento, qual vuoto d'aria.
        Non manca il gioco dell'Albero della cuccagna e della rottura delle pentole contenenti specialità dolciarie, da partecipanti ad occhi coperti da un fazzoletto ed una robusta e lunga mazza fra le mani per il bersaglio in un sol colpo.
        Persiste anche una maratonina a premio, sempre con polli ruspanti.
        Tempo addietro le offerte, in forme varie di formaggi da parte di chi aveva una buona stalla per mucche ed ovini, venivano vendute con bando pubblico e il ricavato andava alla festa del santo.

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