Anno II - Vallata Agosto-Settembre 1931 - IX N.4 - SANTA MARIA DI VALLATA

 

SOMMARIO

Preghiera a Santa Maria………………………………………….. pag.   1
Allo Sposo di S. Maria…………………………………………… pag.   6
A Santa Maria del Rosario………………………………………... pag.   9
Grazie ricevute……………………………………………………. pag. 13
Offerte i danaro…………………………………………………… pag. 19
Situazione Cassa 1930 e 1931…………………………………….. pag. 20
Offerte in oggetti …………………………………………………...pag. 23

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ABBONAMENTO ANNUO ANTICIPATO

Ordinario……………………………..  L.  5,00.
Benefattore.…………………………..  » 25,00.
Sostenitore.…………………………...  » 50,00.

Per l’estero : rispettivamente L.15 – 50 – 100

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Progetto del Santuario di Santa Maria in Vallata

 

Anno II.                          Vallata       Agosto-Settembre 1931-IX                 N. 4
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S. MARIA

NELLA STORIA E  NEL SENTIMENTO POPOLARE
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PREGHIERA A SANTA MARIA
che si recita ogni sera
per impetrare qualunque grazia

  1°

             O Santa Maria, Tu in questi tempi di indifferentismo religioso, di empità trionfante e di divini flagelli, per riaccendere in noi il fervore della fede, e per consolarci nelle tribolazioni, hai voluto che la tua vetusta e venerata Immagine del 500, nel dì successivo all’immane terremoto del dì 23 luglio 1930, fosse riportata su questa Santa Collina, ove la pietà dei nostri Avi, Ti eresse la prima Chiesa, che poi, dopo circa due secoli, andò in rovina col terremoto del dì 8 settembre 1694. Quivi, quale Madre della Divina Grazia, ti sei novellamente assisa sul tuo seggio di Regina per dispensare i Celesti favori a tutti coloro che con fede verranno a venerarti. O cara nostra Madre, infinite grazie ti siano rese da tutte le generazioni per questo tuo amoroso ritorno! Deh! per tanto volgi i tuoi occhi misteriosi sopra di noi umilmente prostrati ai piedi del tuo trono! Tu ben conosci i nostri affanni, i nostri bisogni, le nostre afflizioni! Tu ben sai quanto urgente ci sia il tuo soccorso! Orsù cara Madre, ridonaci la salute, la pace, la tranquillità, l’amore con le altre celesti benedizioni.

            Salve Regina etc.

            Quanto ci è dolce, o Santa Maria, invocare il tuo nome su questa Santa Collina! I nostri Padri erano i tuoi devoti figli, e noi pure lo siamo, e lo vogliamo essere, posti da loro sotto la tua protezione. E giacchè Tu sei la nostra Madre pietosa, nella tribolazione in cui miserevolmentew versiamo fidenti ci rivolgiamo a Te per ritrovare la perduta pace e salute: a Te, che ti sei degnata dopo circa tre secoli ritornare alla prisca dimora; e da questo luogo, ove dopo la tua dipartita, regnava silenzio e rovina, Tu, quale Regina degli angeli e Madre di misericordia, con segni luminosi e rivelazioni hai levato novellamente la tua voce potente per chiamare i tuoi figli ad edificarti un tempio più vasto e più bello sui ruderi del primo. E noi, fiduciosi nella divina provvidenza, riconoscenti abbiamo risposto con gioia ad amore al tuo materno appello; ed ora, prostrati al tuo Trono, con santa letizia esclamiamo:

            Salve Regina etc.

            O Santa Maria, sii sempre benedetta e ringraziata! Dal fausto giorno del tuo ritorno a questa Santa Collina, non hai mai cessato di dispensare grazie a tutti coloro che nell’afflizione ti hanno invocata, come ne rendono testimonianza gl’innumerevoli doni a Te offerti dai tuoi devoti figli in pegno della loro gratitudine! Pare che Tu, gloriosa Regina, da questa miracolosa Immagine, con muto linguaggio abbia ripetuto a noi le consolanti parole che rivolgesti un dì all Venerabile Caterina Labourè : «Io sono la piena di grazie, ed altro non bramo che dispensare sempre grazie a tutti; ma la maggior parte si trattengono, perché non tutti me le richiedono.» Tali accenti, o Madre dolcissima, ci inondano di gioia, accrescono sempre più la nostra speranza, ci incoraggiano ad invocarti in nostro soccorso, e con sempre crescente lena t’invitiamo, o Madre, all’osservanza delle tue Materne promesse. Deh! esaudiscici e consolaci.

            Salve Regina etc.

            O Santa Maria, a piè del tuo Trono, umiliati e compunti, confessiamo i nostri gravissimi peccati, pei quali abbiamo meritato i divini castighi. E a chi altri mai possiamo noi ricorrere per ottenere misericordia e perdono, se non a Te, che sei la nostra tenera madre, la consolatrice degli afflitti e tribolati, il rifugio dei peccatori? Deh! volgiti al tuo amoroso Gesù, e chiedigli la grazia di cui abbiamo assoluto bisogno. Egli certamente ti esaudirà. Tu sola puoi ottenercela, e da Te sola la Speriamo.

            Salve Regina etc.

            O Santa Maria, prima di separarci da Te, porgi benigna l’orecchio a quest’ultima nostra preghiera. Senti o Madre, noi siamo naufraghi nel mare della tribolazione! Per trovare scampo ci stringiamo a Te che sei l’unica tavola che possa guidarci  e condurci al porto della salute. Alziamo a Te la nostra flebile voce,  soffagata dalle lagrime e dai singhiozzi! A te, che sei onnipotente per grazia, Figlia, Madre e Sposa di Dio! A Te che preservata dalla colpa d’origine, sei la Vergine tutta pura, tutta bella, tutta Santa, tutta immacolata! A te, unica creatura privilegiata, su cui la Santissima Trinità ha riposto la sue compiacenze! A te, infine che sul Calvario, ai piedi della Croce; immersa inun mare di dolori, divenisti nostra pietosissima Madre! Per queste tue glorie e per questi tuoi dolori, o Santa Maria; ma più pei meriti infiniti della vita, passione, morte resurrezione ed ascensione del tuo diletto Figlio Gesù nostro Signore, devi impetrarci, unitamente alla salvezza delle nostre anime, il dono della divina provvidenza, e la sospirata grazia della guarigione a tutti gl’infermi, che qui fanno ricorso alla tua materna misericordia. E noi riconoscenti, a piè del tuo Trono ti promettiamo cancellare il nostro riprovevole passato con una vita tutta nuova, tutta santa, tutta impiegata a servizio di Dio e di Te, nostra amorosissima Madre, fintanto che non ci toccherà la bella sorte di essere invitati al possesso della gloria beata del Paradiso, ove con
Te e con tutti gli eletti canteremo in eterno l’infinita Bontà e Misericordia di Dio. Così sia.

            Salve Regina etc.

***

            Ad laudem et gloriam Beatissimæ  Virginis Mariæ . Amen

VITTORIO NOVIA, Arciprete Curato.

   

  ALLO SPOSO DI MARIA

Ne gli stenti della vita,
ne gli affanni del lavoro
chi la via del ben ci addita ?
Chi conforta il nostro cuor ?
E’ l’Artier di Nazarette,
che, da l’alba fino a sera,
col lavor e la preghiera
visse unito al suo Fattor.

            San Giuseppe viva ognor!
            San Giuseppe viva ognor!

Ne le veni di questo fabbro
scorre il sangue di monarchi,
ma non sorga dal suo labbro
un accento di dolor.
Non desia corona e scettro,
non desia del tron l’onor :
gli è più caro il suo sudore
de lo scettro e de i tesor.

            San Giuseppe viva ognor!
            San Giuseppe viva ognor!

I pensier di questo pio
tutti al ciel rivolti sono;
nel suo cuore impera Iddio :
Egli è il «giusto» del Signor!
La sua Sposa è la sua gioia,
Il Messia è il suo tesoro ;
la sua gloria è il suo lavoro :
Egli è il fido del Signor.

            San Giuseppe viva ognor!
            San Giuseppe viva ognor!

Noi siam poveri artigiani,
noi siam figli del lavoro :
umil cuor, callose mani,
fronti molli di sudor !
Nostro amico e protettore
è Il gran Fabbro nazareno,
e, sicuri ognor saremo
col celeste suo favor.

            San Giuseppe viva ognor!
            San Giuseppe viva ognor!

De la vita nel perigli,
volgerà su noi gli sguardi,
specialmente se gli artigli
mostreracci il tentator.
Ci darà, Conforto e lena ;
ci sarà sostegno e guida ;
farà si che a noi sorrida
nel morire, il Redentor.

            San Giuseppe viva ognor!
            San Giuseppe viva ognor!

gran Santo, a Te veniamo :
prono il piè fidente il core,
Nostro padre T’appelliamo,
T’invochiamo protettor.
Tu, Patrono de la Chiesa,
Tu, conforto dei morenti,
spregerai le preci ardenti
di chi chiede il tuo favor ?

            San Giuseppe viva ognor!
            San Giuseppe viva ognor!

O gran Santo, che il Messia
custodisti su la terra,
casto sposo di Maria,
nostra guida e nostro amor,
Ti preghiam: deh! Tu proteggi
le famiglie al cielo amiche
benedici le fatiche
di chi spera nel Signor

            San Giuseppe viva ognor!
            San Giuseppe viva ognor!

 

        A S. MARIA DEL ROSARIO

Mamma avvolta di belle luci d’oro,
più insistente vieni a me stamani ;
picchi a la fronte, in cui, per te, tesoro
d’affetti si chiudea, da anni lontani.

Dolce ne vieni : ed io ti vedo quale,
soldato, ti rivolsi la preghiera
in solitaria chiesa; e tu lo strale
nemico da me sviasti, a la frontiera.

Ecco, t’ho qui sul tavolo, vicina.
Roseo il viso, tra fulgenti stelle,
la tua sinistra dà la coroncina
al Santo prono a le tue luci belle.

E il Bambinel che cingi con la destra,
a la gran Santa porge il tuo rosario.
Ambo tendon le mani: tu maestra
lor sei, nel tempio adorno, a marmo pario.

Napoli è presso; gli echi del suo mare
ti manda a sera; e, ne la notte cheta,
trapungon le stelle, nel lunare
cielo, l’ammanto a la magion tua lieta.

Alto t’inonda d’alma luce il sole,
al mattin fresco, e avvolge il verde piano,
ove gli effluvi van de le viole,
e un giubilo di canti erra lontano.

Ma tu buona, tu pia, tu sorridente,
senti il clamor de la pianura immensa,
l’ire e le gioie ; pur chiedi, indulgente,
a Dio mercè per nostra colpa intensa.

E ove un giorno irridea solo il peccato
de’ pagan ludi, ne l’età primiera,
tu mostri il tuo bel viso angelicato,
tu in fiore muti la nostra preghiera.

Come sei bella, o Mamma! Noi, piccini
tuoi figli, qui non sappiam che peccare:
Sogni, delitti, vizi e rei fini
c’impediscono ognor poterti amare.

Eri si bella, allor che della guerra
alto fremeva, divampando, il tuono.
La furia della mischia avvolge e atterra ;
siam soli, senza mamma, o alcun che, buono,

pio, ci protegga. Schiantasi il terreno ;
morti e feriti son nel duol distesi ;
ma l’orrenda battaglia, ecco, un sereno
viso rischiara, che i nostri occhi ha presi.

E il tuo splendente volto, o Madre pia,
che, tra la strage e impeto ci appare :
sembra tua voce udir, in armonia
celeste, molcer gli animi e spronare.

Madre ci sei; ma sei Signora ancora
del pensier nostro, ognora a te levato :
stella del mar tu sei, la dolce aurora,
che sempre il nostro cuor ha consolato.

Tu sei la tutta bella e tutta pura ;
pur così bella, svii profan desire ;
sei estasi e luce ; e la natura
in te sol si beò, per benedire.

Tu pur l’impurità de’ nostri cuori
sciogli, e abbellisci, cerchi innanzi a Dio.
Da te si strugge il mal; ed i dolori
per te infranti sono e il destin rio.

Madre, Figlia, Sorella : siam piccini,
Siam nulla, senza te, o gran dolcezza.
Noi a te vogliam star sompre vicini;
ci accogli all’almo seri con tenerezza.

Quando il sole circonda d’oro i piani,
quando la luna brilla in ciel più mite,
gli ospiti tuoi figliuol dicon gli arcani
segreti a te de’ cuor; e le infinite

ansil e le pene, voli muti in canti,
tutto presenti a chi l’è Padre e Figlio :
tu conforto e sollievo, tu pur Santi
ci rendi e accetti all’etero consiglio.
 
Bella qual sole. Nel pensier del Padre
Eterno, tu sedevi, ai cieli in cima.
Vennero i secoli, vennero le adre
turbe pagane, a scorrer l’era prima
 
Ma i popoli ti chiamaron : Redentrice.
vieni su i monti, vini a le marine :
ove il vizio è funesto vieni, felice
l’umanità a render, tra le ruine.
 
E t’aspettaron. Tu apparisti bella
Più che raggio di sol ne l’aer terso.
Tu l’umil, tu la grande, a Dio ancella
Desti nuova beltà all’universo.
 
Quando la lava furibonda invase,
e città antiche seppelli nel duolo,
già forse ti sognavan per le case
che l’eterno potere stese al suolo.
 
Spenta Pompei ed Ercolan distrutta
città fiorenti furo al suol distese ;
ma, dove la rovina regnò tutta,
alto delle orfanelle il canto ascese.
 
E musiche, e inni, e l’opra più attiva,
Colei ch’è più che Madre e che Regina
santificò. Risorta, ancor più viva
fu lò’antica arte, in armonia divina.
 
Tutta pura venisti e tutta luce,
ben qui ove Partenope sorride,
in armonia di canti, che conduce
dal cielo in terra a te chi ivi ti vide.
 
E tu spandi le grazie, e benedici
A chi t’è presso, e pur a chi lontano
S’affissa al tuo splendor ; tu che felici
rendi il celeste vivere e l’umano.

 TOMMASO MARIO PAVESE                                   
  riconoscente                                                    

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Rinnovate l’abbonamento
    L’indirizzo generale del bollettino è curato dal direttore Tommaso Mario Pavese.
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GRAZIE RICEVUTE

            Spettabile Comitato,

             La prego pubblicare nel Bollettino di Santa Maria quanto segue: ringraziandola anticipatamente:
            In un momento di supremo sconforto, quando nessuno poteva prestarmi aiuto, ero avvilita e disperata della vita: invocai disperatamente e con fede ardente la Madonna (che in quel tempo si era manifestata in Vallata) ed il miracolo avvenne. Ebbi paura, non potevo credere agli occhi miei stessi tanto fu la mia sorpresa : La Vergine Santissima aveva ascoltato il grido dell’anima mia, in un istante mi trovai cambiata: Le mie parole son troppo povere per ringraziarla del favore , ne chiedo a lei stessa il modo e la prego a tenermi sempre sotto la sua protezione insieme alla mia famiglia che specialmente in questi tempi, ne ha tanto bisogno.
            Invio L. 100 : L. 18 per Lina Casciano , L. 8,50 per Giovannina Netta ed il restò io l’offro a beneficio del culto di Santa Maria.

            Newark, 15-8-31.

ROSA ARMINIO

***

            Il 22 ottobre ultimo scorso, chiamato da Crincoli Generoso, fu Alfonso per il trasporto di mobilia, dovendo sposare suo figlio Carmine, io e i miei compagni, la madre della sposa e Maria Colicchio salivamo con la fune la mobilia, dalla strada ad un loggiato alto circa sei metri. Arrivando i mobili alla cornice dell’inferriata, nello spingere, tirando, la balaustrata sì e abbandonata e, non potendomi più mantenere in equilibrio, caddi a capitombolo, esclamando: son morto! Nel frattempo invocai la Vergine di Santa Maria e San Rocco, nel delirio, tra la vita e la morte.
            Ringraziando per la grazia ricevuta, offro delle messe.

GENEROSO SAPIA

***

            Grazie alla Madonna che ha voluto esaudire i voti miei e della mia famiglia, sono stata dichiarata fuori pericolo, dopo aver riportato gravi fratture e commozione generale, per essere capitata sotto un tramwai della Capitale. Gli stessi professori che mi hanno amorevolmente assistita e curata credono più al miracolo che all’opera loro, perchè una ferita già presa dalla cancrena, minacciava non solo la perdita della gamba ma della vita. Rinnovo le mie più sentite grazie alla Madonna.

            Roma, aprile 1931.

IRMA NOVIA.

***

            Io, Maria Magaletta, molto zelante della fede , attesto che nel mese di agosto 1931, mio figlio treenne Antonio Michele, trastullandosi sul pavimento delle mie stanze, aveva in mano un chiodo da falegname lungo sette centimetri, e se lo mise in bocca, ingoiandolo. Io vedendolo con la bava alla bocca, lo presi per correre subito dal medico; ma d’un tratto il bimbo finì d’ingoiare il chiodo, e non fece più motto. Guardavamo le feci del bambino, ma dal pomeriggio del mercoledì sino al venerdì a sera non vedemmo alcun risultato. Ed il bambino a causa dei dolori fisici, si trasformava. Mio marito decise di partire la domenica mattina per Napoli, per consultarsi coi migliori specialisti come salvare nostro figlio. Allora il mio cuore divampò e pensai d’invocare Santa Maria; anzi più che implorarla, comandarla che mi facesse la grazia di liberare mio figlio dal truce destino. Il sabato mattina lo rimirai dormendo; ed uscii di casa per affari. Mio marito rimase, il fanciullo appena svegliandosi,ebbe de’ bisogni corporali, egli lo adagiò sui mattoni della stanza da letto. Il povero padre, col cuore timido dalla vana speranza delusa nei giorni precedenti, verificò la punta nera del chiodo, tra le feci. Chiamò subito gente. Rincasando, io trovai un confuso linguaggio : si piangeva di gioia e di mestizia. Allora, per mio obbligo, portai il piccino al saccello, per ringraziare la Benefattrice. A ringraziamento, offro un fermaglio di oro.

MARIA MAGALETTA

***

            Ad Antonio Panno di Gaetano vennero per cinque o sei volte svenimenti. Assistito dai dottori Pasquale Capaldo ed Antonio Rago è ora in perfetta salute, per grazia ricevuta.

            Bisaccia, ottobre 1931.

***

            Il    24 settembre 1930 caddi ammalato con un emorraggia a sangue per la gola, e dal medico curante dottor Rosa il giorno 11 ottobre fui licenziato. pregai la Madonna di Santa Maria, e la notte del 13 ottobre ho ricevuto la grazia. Rovesciai molta roba, e mi sono ristabilito, perfettamente. Sono stato curato anche dal dottor Generoso Tullio e da un medico forestiero.

VITO LEONE

***

            Il 25 ottobre ultimo scorso si dovevano celebrare le nozze di mio figlio Carmine, e tre giorni prima si trasportava il corredo della sposa, a mezzo di quattro fornai. I bauli, essendo scomoda l’entrata per la porta, furono tirati su, con la fune, per una loggia alta metri cinque. Nel tirarli il parapetto sì stacco. Mia moglie Giuseppa Gallo fu Leopoldo, di anni 51, era presente per aiutare il fornaio Sapia Generoso; ma entrambi se ne andarono abbasso. Mentre stavano cascando, mia figlia Alfonsina stava di sotto nella strada: subito, con anima, chiamò: Santa Maria, aiuta mia madre! Benchè, con la ringhiera di ferro, fossero cadute pure due colonne di pietra alte un metro e dello spessore di 25 centimetri, mia moglie riportò solo una piccola contusione e graffiatura ad un piede. Dove cascò questo materiale stavano una cinquantina di ragazzi, un minuto prima; suonava tiri organetto e corsero là. Francesco Garruto, settantenne, stava sotto a guardare, e si fece soltanto pochissimo male, pur essendogli cascato sopra il baule e mia moglie. Così noi abbiamo ricevuto una grande grazia, e subito la mattina seguente andammo a ringraziare la Madonna  con messa e cera; e sia sempre lodata e sempre ringraziata. Il suo devoto

GENEROSO CRINCOLI

 

PROTESTA

            Conforrnandoci ai decreti di Urbano VIII e della Sacra Congregazione dei Riti, dichiariamo solennemente che, salvo i dommi e tutto ciò che la S. Sede ha definito, a tutto quello che viene pubblicato nel presente Bollettino, non va data altra fede che l’umana.

 

Offerte in danaro
_____________________

            Gigina Piccolella, Andretta, L. 5,00 — G. A. B., Vallata, L. 5,00 — Cappa Maria Grazia, Bisaccia, E. L. 7,00 — Cipriani Donato, Guardia Lombardi, L. 5,00 —ColeIla Carmine, Vallata, L. 50,00 — Giunta Stefano, Napoli, L. 25,00 — Agello Amelia, America, L. 18,50 Palmisano Anna in Netta, Vallata, L. 100 — Giallanella Alfonsina, Newarh, L. 100 Luigia Macchiaverna, Luisa Sparaco e Maria Calabrese, Newarh, L. 75,00 — Netta Rosario, Newarh, L. 100 — Generoso Magaletta Newarh, L. 50,00 — Teresa Rubino, Vallata, L. 10,00 — Rosina Pisacreta, Nicolella Benzullo, Pasqualina Cimminiello, Filomena Cocchia, Anna Matro, Antonio Evangelista e Concetta Mastriano Newarh, L. 150,00 — Maria Francesca Galloni Lucadamo, Ashlev Pa, L. 94,00 — Crincoli Caterina, Vallata, L. 5,00 — Elisabetta Bove, Newarh, L. 100,00 — Giovanniella Venezia, Norvuolh Comm L. 16,00 — Pisacreta Rosina, Norvuolh Comm. L. 2,00 La Penna Carmela, L. 5,00 — Faiano Raffaele, Candela, L. 50,00 — Rosa Arminio, Newarh, L. 73,50 — Lina Casciano, Newarh, L. 18,00 Gerardina Netta, Newarh, L. 8,50 — Tanga Elvira, America, L. 14,00 Filippo del Sordi, L. 5,00 Michelangelo e Filomena Faccone, Elizabeth, L. 80,00 — Giovanna Segalini, Como, L. 50,00 Luisa Torino, America, L. 15,00 — Carmela Forgione, Vallata, L. 14,00 — Antonio Salvatore, regala un porcellino che vendesi per L. 40,00 — Chiarina Colicchio L. 18,50 Antonietta Iannaccone, Avellino, L. 20,00.

 

SITUAZIONE CASSA

al 31 Dicembre 1930 - IX

Gestione del signor Netta

INTROITI

ESITI

1. Offerte cassette            3917,60
2. Offerte personali           3843,05
3. Vendita stampati           1291,75
4. Sottoscrizioni                  775,00
5. Abbonamenti                  821,50
6. Vendita breccia               185,00
7. Vendita grano                   65,00

1. Costruzione Cappella     1004,00
2. Istrumento casa Parisi    2700,00
3. Per Bollettino                   817,40
4. Spese varie                    1020,00

Gestione del signor Tullio

INTROITI

ESITI

1. Offerte cassette       1279,00
2. Offerte personali     2518,85
3. Vendita stampati       443,00
4. Sottoscrizioni            226,50
5. Abbonamenti            446,00
6. Vendita breccia         520,00
7. Vendita granone          48,00
8. Vendita vitello           989,40
9. Vendita agnello           80,00

1. Per Bollettino                    1000,00
2. Spese postali                       104,35
3. Mensili a Crincoli                 415,00
4. Corone 2 d’argento             450,00
5. Immagini Madonna                47,50
6. Accomodi casa Parisi            60,00
7. Copie gior.Romaeab.bol.       10,20
8. Cerniere ecc. porta Sacello    24,50
9. Spese varie                             6,00

RIASSUNTO  

Introito   17449,65
Esito        7659,60
                             Fondo di Cassa L. 9790,05 più grano tomola 29,12

Il   Comitato                                                    

SITUAZIONE FINANZIARIA

al 14 novembre 1931 - X

INTROITI

ESITI

1. Offerte cassette         1928,30
2. Offerte personali     11230,70
3. Vendita stampati         365,10
4. Abbonamenti              375,10
5. Vendita grano           1500,00
6. Vendita bestiame          54,00
     Totale introito    L. 15453,20

1. Spese postali1                  45,40
2. Mensili 10 a Crincoli      900,00
3. Bollettini n. 3                 575,00
4. Medaglie ed inimagini    123,80
5. Spese varie                   140,90
              Totale esito   L. 1885,10

Introiti          L. 15453,20
Esiti              L.   1885,10
Rimanenza    L. 13568,10

***

Rimanenza attiva  al  31-12-1930   L.   8690,00  più L. 1100 date a mutuo
      »           »       »  14-11-1931   L. 13568,10
                                  Totale attivo L. 22258,10

Deposito libretto postale   L. 21340,00
In cassa, contanti              L.     918,10
                              Totale L. 22258,10 oltre le L. 1100 date a mutuo.

Il Comitato                                                    

 

OGGETTI VOTIVI

            N.N., orecchini — Chiavuzzo Giuseppina di Rocco, anelli  — Crincoli Rosa Trevico,  breloque —  Strazzella Nunzia, laccio — Ricanella Petrilli, orecchini in corallo — N. N. , anello  — Colicchio Nicolina fu Francesco, spilla e corno — Maria Domenica Monaco, orecchini lunghi — N. N., anello — De Matteo Camillo fu Pasquale, breloque — Quaglia Maria Filomena, orecchini — Antonio Michele Maga­letta, spilla — Maria Grazia Tanga fu Giuseppe, spil­la ed anello — Angelina e Vite Leone., braccialetto — Michelina Lo brace orecchini lunghi — Furcolo Filomena, idem. — Cappa Caterina fu Donato, orec­chini — Cannone Vito, anello — Michelina Branca, laccio con breloque e nocca — Tanga Venere di Mi­chele, bracciale — Carmela Loffa in Crincoli, anelli — Caterina Tanga Crincoli, orologetto con diaman­ti — Incoronata Fischietti, orecchini — Gaetano Chirichiello, orecchini — Travisano Rocco di Fran­cesco, anello — Giuseppina Cornacchia di Gabriele, breloque — Maddalena Consalvo, breloque placcato — Fischietti Incoronata, portaritratto con collana di pietra rossa — Maria Lungarella, anello — Teresa Rosa, orecchini lunghi — N. N. , cerchioni oro placcato — De Paola Filomena, orecchini lunghi e due anelli  Antonietta Cecere, Bisaccia, orecchini   Addimandi Rosa, pendoli corallo    Nufrio Angela, spilla breloque   Vincenzo Rosa di Carmine, anello    Vitantonio Mariconda, orecchini    Giordano Giuseppe e moglie, Candela, spilla   Maria Antonia Novia, orecchini    Filomena Salvatore fu Antonio, orecchini corallo    N. N., laccio   Maria Strazzella, laccio portaventaglio, anello      e ciondolo  Vincenzo Stridacchio di Abele, anello   Fischetti Filomena diVito, breloque Colicchio Francesco di Francesco, spilla   N. N., mano d’argento.

══════════════════════════════════
TOMMASO MARIO PAVESE Direttore responsabile
PIETRO TULLIO Direttore amministrativo
══════════════════════════════════
Con permesso dell’Autorità Ecclesiastica

 

Nuovi abbonati

Capozzi Concetta
Cataldo Michelina
Clemente Giovannina in Forgione
Di Meo Vincenza
D’Alessio Matilde — Roma
Faiano Raffaele Candela
Giunta Maria — Napoli
Gallo Pasquale di Vito RoccoCandela
Gallo Letizia di Angelo Raffaele
Marino Nicotina — Norwolh Comrn.
Marisca Angelino — Norwolh Comm.
Quaglia Annunziata
Silia Vinceva
Strazzella Vito — Palazzo d‘Ascoli
Travisano Alfonso

Coloro che  non hanno  ancora versato l’abbonamento per  il 1931, sono pregati di rinnovarlo.

MEDAGLIA IN ALLUMINIO DEL Crocifisso e di Santa Maria. L 0,30
FOTOGRAFIA DEL CRISTO O DELLA MADONNA, L. 1,00.
FOTOGRAFIE DEGLI SCAVI, L 1,00.

DEL NOSTRO DIRETTORE

SANTA MARIA, poesia, terza edizione, L. 0,50.
LA PASSIONE, traccia per un poema sacro, L. 0,40.
INNO A MARIA, serenata mistica, L. 0,40.
REGINA PACIS, L. 040.
A SAN MICHELE ARCANGELO, L 0,40.
SAN ROCCO, L. 0,40.

SOGNI DI GIOVANNI ANTONIO CRINCOLI, seconda edizione, L.1,00. (esaurita)
ORA DI PREGHIERA ALL’IMAGINE DI S. MARIA di Mons. C. De Pascale. L 1.
INNO A SANTA MARIA L 0,50.
A SANTA MARIA L. 0,40.

Per ogni corrispondenza o richiesta, rivolgersi all’indirizzo indirizzo indicato nella prima pagina della copertina.

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Tipografia Lorenzo Barca – Piazza Tribunali 46 -- Napoli

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