- Brevi Notizie su Vallata - A cura del Prof Severino Ragazzo

Brevi Notizie su Vallata

A cura del Prof Severino Ragazzo.
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     Vallata, con circa 3000 abitanti, è il paese più popolato del centro irpino della Baronia di Vico (Vico stà per Trevico in cui, nel periodo medioevale, risiedeva il barone, comprendente Flumeri, San Sossio, San Nicola, Castel Baronia, Carife, Vallesaccarda e Scampitella, anche se qualche storiografo locale, come l’arciprete Arturo Saponara, ritiene che non ci siano mai stati rapporti in tal senso). Certamente Vallata, fatto salvo soltanto il periodo normanno, ha avuto già dal 1200 una sua autonomia sia rispetto all’istituzione civile (l’Università) sia a quella religiosa (appartenenza ad altra diocesi).
     Sorge su una posizione collinare seppure a valle del monte Santo Stefano, all’altitudine di 870 m. e osservato dal lato nord-est si erge a mo’ di nave o come piccolo presepio tipico di tanti altri paesi irpini e del mezzogiorno d’Italia.
     La sua posizione consente di ammirare un paesaggio amplissimo: dal lato nord-ovest i monti della Maiella fino al Vesuvio, i monti Picentini, la valle dell’Ufita e l’Alta irpinia; dal lato sud-est: l’altopiano del Formicoso, la valle del Calaggio, paesi pianeggianti della Puglia fino a Manfredonia e l’appennino garganico.
     Stando agli studiosi di storia locale (Tommaso Mario Pavese, Arturo Saponara, De Paola Gerardo, Domenico Maria Cicchetti, Giuseppe Soldati, Tania Cappiello e Sergio Pelosi) il paese che, dai documenti risulta a volte col toponimo di Vallata altre volte con quello di Ballata, Ballatae, Ballatam, potrebbe spiegarsi o per la sua posizione geografica a valle del monte Santo Stefano o per una interpretazione eziologica etimologica Ballein=scagliare, colpire.
     Il primo documento letterario che storicizza l’esistenza del paese è quello riferito ad un certo Pandolfo da Vallata del 1120 e il nome Pandolfo ha suggerito a qualcuno l’origine longobarda, anche se, stante nello stesso documento il riferimento a Crescenzo conte dei Marsi, l’interpretazione più antica la si potrebbe legare a insediamenti irpino-sanniti.
     Numerosi sono stati i feudatari che si sono succeduti nel possesso del paese: dai conti dei Marsi, ai Del Balzo, ai Borgia, ai Del Tufo e agli Orsini.
     Il paese di Vallata ha avuto storicamente diversi episodi luttuosi.
     Sul piano sociale è da ricordare:nel 1199 la distruzione ad opera di Marcovaldo nel suo obiettivo di impadronirsi del regno delle due Sicilie; nel 1496 il 6 di maggio l’eccidio ad opera del marchese di Mantova Francesco Gonzaga per aver il paese simpatizzato per i francesi (era quello il periodo della venuta in Italia di Carlo VIII°), eccidio descritto mirabilmente da Arturo Saponara nell’opera letteraria “CHIANCHIONE l’asperissima battaglia de Vallata”.
     Sul piano delle cause naturali sono da ricordare i diversi terremoti di cui quello del 1694 che fu il più particolare per il numero dei morti e dei feriti che produsse.
     I terremoti del 1962 e del 1980 hanno continuato a danneggiare il paese anche se per fortuna non ci sono state conseguenze alle persone.
     La ricostruzione, purtroppo, risulta ancora incompleta e si lamenta in modo particolare il ritardo nell’affrontare il problema del cosiddetto centro storico che regredisce e si spopola sempre di più, stante la presenza di centinaia di stabili fatiscenti piccoli, medi e grandi (di questi ultimi vedi il palazzo Netta)
     Dal punto di vista delle strutture architettoniche più antiche un ruolo importante ha ed ha avuto la chiesa madre di San Bartolomeo (“cuore e cervello di Vallata” come la descrive l’ex arciprete di Vallata don Gerardo De Paola nel suo manoscritto storico, civile e religioso) che nel tempo è stata distrutta e ricostruita o ristrutturata più volte dai singoli parroci di turno .
     In essa sono da ricordare il bel portale d’ingresso e l’affresco del pittore Giovanni Lanfranco.
     Per quanto riguarda il folklore, da un punto di vista religioso la manifestazione più partecipativa è quella del venerdì Santo che ogni anno attira migliaia di persone da altri paesi, le feste di San Vito del 15 giugno il protettore, di San Rocco e di San Bartolomeo il patrono.
     Il territorio agricolo di Vallata è costituito prevalentemente da superfici seminative, non mancano quelle a pascolo e di rimboschimento specie di querce, di pino e recentemente di noci e nocciole, queste ultime favorite da fondi europei.
     Prodotti prevalenti sono il grano, alcuni foraggi, c’è ancora una certa presenza di vigneti e di oliveti e a nord di castagneti.
     Discreta è la presenza zootecnica nell’ambito della quale, specie per gli ovini, ci si avvia all’uso di moderne tecnologie.
     Non mancano iniziative di trasformazione nel settore lattiero-caseario. (Vedi le piccole aziende con un loro marchio o una loro denominazione).
     Ancora persiste, pur se ridotta, la coltivazione degli ortaggi, per l’esistenza in alcune zone di acque sorgive.
     Per gli amanti della natura e della caccia c’è la possibilità di trovare selvaggina particolare come beccacce, quaglie, lepri e ultimamente cinghiali nonché asparagi selvatici e funghi pregiati come la “cardarella” e qualche porcino.
     L’attività industriale è ancora modesta, il settore con una certa occupazione resta l’edilizia.
     In diminuzione è l’artigianato.
     Modesti laboratori sono sorti specie nel settore del tessile e delle calzature, in conseguenza del decentramento produttivo di piccole e medie aziende metropolitane ma che stanno scomparendo per la crisi che lo stesso settore attraversa (processo della globalizzazione dei mercati e ulteriori delocalizzazioni all’estero).
     Le speranze di un decollo economico industriale (negli anni 70° con la FIAT a Flumeri,negli anni 80° con le aree dell’art. 32 della 219 per il terremoto da noi il Calaggio) sono oggi riposte nella realizzazione dei contratti d’area e dei patti territoriali, ma anche questi ultimi sono già in agonia.
     In questi ultimi anni ha cominciato a funzionare il P.I.P. in contrada Maggiano dove si sono insediate alcune attività produttive di cui la più rilevante per l’occupazione indotta è la LAMES, una azienda metalmeccanica.
     Il settore della distribuzione registra ancora una certa presenza a conduzione familiare anche se ultimamente si assiste all’insediamento di qualche supermercato e dal punto di vista del volume di affari una discreta importanza svolge il mercato settimanale del giovedì con presenza di operatori ed acquirenti che confluiscono anche dai paesi vicini.
     Ancora, pur se ridotte rispetto al passato, sono le risorse degli emigranti in relazione al fenomeno migratorio vecchio e nuovo, anzi il nuovo può considerarsi sotto forma di esodo senza ritorno.
     Vallata è sede di scuole superiori quali il liceo scientifico, l’istituto tecnico per geometri e ragionieri.
     C’è una guardia medica, un distretto sanitario ed una farmacia.
     Ci sono le filiali della ex banca popolare dell’Irpinia e del banco di Roma.
Prof. Severino Ragazzo

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