Il Fiero Popolo di Vallata - Vallata, cenni storici geografici ed economici

Vallata, cenni storici geografici ed economici.

"Vallata nust’ è nu bell’paess’ e vuoij néh!
E l’aria è bona, lu ci’l’ è d’ turches’,
Mia bella vaddatara, cum’ t’ vogli’ ama’!"


"A mo’ di nave verso il ciel proteso
di valli aprìche sentinella pare:
l’occhio spazia per la distesa immensa
fin ‘al Vesuvio ed al Gargano mar"


All’estremità sud della dorsale appenninica campana, quasi un contrafforte naturale ai confini con la Puglia, delimitato a Nord dalle montagne di Trevico, ad Ovest da quelle di Santo Stefano, a Est dall’altopiano del Formicoso ed a Sud dal torrente Ufita, si staglia il territorio di Vallata, paese della provincia di Avellino. Il Comune è raggiungibile, percorrendo la statale S.S. n.91 bis, o la provinciale "Fondo Valle Ufita"’. Alternativamente, è possibile l’accesso tramite l'autostrada A16, Napoli - Bari, allo svincolo di Vallata. Il Paese, con l’attuale denominazione, è di origine medievale ed era, all'epoca, circondata da mura con quattro porte, ciascuna in corrispondenza dei Punti Cardinali. Ma alcuni rinvenimenti archeologici danno testimonianze che la zona di Vallata era popolata già in Epoca sannitica, ed è proprio a questo periodo che risale una Necropoli, ubicata a valle del Paese e scoperta negli anni Settanta. Il centro storico conserva, ancora oggi, le caratteristiche del nucleo urbano medievale, con le sue strettoie, le piazzette, gli antichi palazzi padronali, ecc. A Vallata, possiamo ammirare la chiesa Madre, col suo splendido portale in pietra del 1568, la chiesa di Santa Maria, quelle di San Vito, dell’Incoronata, della Madonna del Carmine, di San Rocco, della Madonna dell’Annunziata e tutta una serie di Palazzi nobiliari, dei quali si parlerà diffusamente, più avanti. Il "Feudo" di Vallata è appartenuto ed è stato governato da diversi Vassalli, dai Del Balzo agli Orsini, fino all'asservimento agli Aragonesi, nel 1595, a seguito della sconfitta subita dai medesimi Orsini, per opera della Lega dei Principi Italiani, capeggiata da Francesco Gonzaga. Oggi, il Paese conta poco meno di 3.000 abitanti, mentre negli anni Cinquanta accoglieva una popolazione di maggiore consistenza. Per secoli, l’attività prevalente è stata l’agricoltura, associata a piccoli allevamenti di pecore, capre, bovini ed animali da cortile. Una "economia dell'osso", come etichettata dallo studioso ‘‘Rossi Doria’’, per designare una Terra avara ed una povertà diffusa. Ma, è appena necessario ricordare che le contrade della Baronia, delle quali il paese di Vallata è stato e continua ad essere il "capofila", (anche per numero di abitanti ed ampiezza di territorio), sono state "terra di lavoratori instancabili". Qui, si è realizzata, nel corso dei Secoli, una forma di "economia autarchica" e relativamente aperta, tramite una costellazione di "mestieri", di attività produttive e di servizio, pur del tipo improvvisato ed occasionale, che hanno supportato ed integrato l’Agricoltura e reso possibile la sopravvivenza per tutti. A cavallo tra gli anni Venti e Sessanta, si era venuto sviluppando un florido Artigianato, con la diffusione di svariati mestieri: sarti, calzolai, fabbri, falegnami, muratori, barbieri, ramai..., così da far pensare ed intravedere un segnale di riscatto dalla miseria e dall’indigenza. In quegli stessi anni, si era venuto strutturando, anche un modesto tessuto commerciale, che assicurava una discreta reperibilità di beni e di prodotti Ma, sfortunatamente, quel fervore operoso e carico di speranza, cosi radicato nel costume dei "padri", è venuto man mano scemando, con una inarrestabile decadenza, riferita alla generalità delle iniziative. Nel corso degli ultimi trent’anni, il lavoro nei campi, cosi come quello delle botteghe artigiane, della "imprenditoria personale" è stato abbandonato; anche le attività commerciali sono deperite o scomparse, salvo rare eccezioni, per alcuni imprenditori astuti. Tantissime persone sono emigrate, in cerca di lavori più redditizi e meno incerti, e non hanno più fatto ritorno ai "patri monti".

 Forse, questo Paese non é stato orientato ed aiutato, sulla via dello sviluppo, ovvero del sostegno ai cambiamenti intervenuti! Neppure gli insediamenti di alcune industrie, in VaIIe Uflta ed in quella del Calaggio, sono riuscite a risolvere il problema della disoccupazione nelle nostre zone. Anche le aspettative legate al decollo del Turismo sono risultate una "bolla di sapone" e, sempre, i "soliti furbi", con le complicità adeguate, sono riusciti a rapinare denaro pubblico, tramite indebiti finanziamenti dello Stato. La Politica non ha espresso o sovvenzionato Progetti generali, per rilanciare un Sud rassegnato e sconfitto dalla secolare arretratezza e dalla prevaricazione dei "Notabili di turno", siano stati essi "Feudatari", "Latifondisti", "Signorotti", "Professionisti", "Malandrini"...  Non ci sono state "intese" nelle Amministrazioni locali e sono mancate la "cultura" e la "responsabilità", per una gestione delle problematiche sociali e di sviluppo. Vallata, in questa fattispecie, è oggi un paese abitato, anzitutto, da pensionati e giovani disoccupati; il ceto operaio ed impiegatizio rappresenta il 15% dei residenti; gli artigiani ed i professionisti non superano la soglia del 6%; l’agricoltura è dismessa quasi totalmente, ad esclusione di qualche Azienda a conduzione associata, o di tipo familiare. Tutti si augurano una inversione di tendenza, nella direzione di una ripresa delle attività produttive, in modo da veicolare una speranza di vivibilità per l'avvenire delle nuove generazioni.

Vito Giannetta e Giuseppe Marino

__________________________________________

Pagina Precedente Indice Pagina Successiva
Home