Il Fiero Popolo di Vallata - IL Fidanzamento Ufficiale

IL Fidanzamento Ufficiale

La richiesta di fidanzamento avveniva, quasi sempre, tramite una "ambasciata" alla famiglia della ragazza. Il giovane che desiderava prendere in sposa quella fanciulla, mandava alla casa di lei, una persona, accuratamente prescelta: un parente, un amico facoltoso, una dei suoi genitori, per chiedere aI padre ed alla madre della ragazza se avevano piacere di accoglierlo, come fidanzato, seriamente intenzionato a sposare la figlia. Ascoltata la richiesta, i genitori della fanciulla non davano mai una indicazione immediata, ma, dopo aver ringraziato per la preferenza riservata, rispondevano di tornare, dopo una settimana o dopo quindici giorni, per "prendere la risposta". Se la proposta fatta veniva giudicata "sconveniente e inadeguata alle aspettative" si dava una risposta gentile e diplomatica, dicendo che, per il momento la ragazza non aveva intenzione di sposarsi, oppure che la stessa aveva dato "una parola di vago impegno" già ad un altro. Nel caso in cui, sia la ragazza, sia la sua famiglia ritenevano che il giovane fosse "un buon partito", (perché aveva un lavoro sicuro, perché era di onesta famiglia), la risposta era positiva e, quindi, si diceva "all’ambasciatore", di riferire al ragazzo che avrebbe potuto presentarsi, se mai, la domenica successiva, per parlare e conoscersi meglio. Le visite del ragazzo erano sorvegliate con severità dai genitori ed i due fidanzati potevano scambiarsi solo poche parole e qualche occhiata. Il fidanzato non poteva recarsi alla casa della ragazza, se non nei giorni stabiliti ed all’orario determinato. Dopo un certo tempo, il ragazzo era obbligato a presentarsi con i suoi genitori, per stabilire di accordi prematrimoniali. Il giovane che non osservava queste procedure veniva "cacciato", cioè allontanato: questo costituiva un grave disonore.

Erika Branca

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