Il Fiero Popolo di Vallata - La lavannara

"La Lavánnarã"

Le famiglie più ricche e benestanti, per l'assenza di acqua corrente nelle loro case, davano la biancheria sporca alla "lavannara", che andava a lavarla alle Sorgenti, o nei Valloni, dove scorreva l’acqua. A Vallata, esisteva una sorgente, alla località "Fest’le", dove le donne andavano a lavare i panni. Poiché era l’unica, vicina al Paese, era sempre affollata, per cui, spesso, si litigava per prendere il posto ed, a volte, si arrivava persino alle mani. Le "lavannare", con un cesto di panni, sorretto sulla testa da un "spara", e un pezzo di sapone, fatto in casa con "posa r’ugl’, scart’ r’ lord" e soda, si recavano ben presto a "r’ fest’l"’, per poter prendere il posto. Occupato il posto, mettevano un telo, fermato da grosse pietre, sul fondo dell’acqua, per far meglio scorrere l'acqua corrente e per far si che, quando si sbattevano e si agitavano i panni, il terriccio non si muoveva e non sporcava la biancheria. Dopo questa preparazione, si inginocchiavano e, su di una pietra, incominciavano a lavare I panni. Era un mestiere duro per la "lavannara", costretta a stare in ginocchio, anche per un’intera giornata. Per far passare il tempo più in fretta, cantavano stornelli paesani e raccontavano fatti accaduti. Lasciavano la pietra, solo per raddrizzare un po’ Ia schiena e prendersi "nu muzz' ch’ r’ pan’ e cumpanatich'". I panni già lavati e sciacquati li stendevano sulle siepi per, poi, riprenderli prima di sera.

Luca Gallicchio

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