Il Fiero Popolo di Vallata - Il lavoro partecipato degli umili

Il Lavoro Partecipato
degli Umili.

Intellettuali, Studiosi, Appassionati e Storici, che hanno specificato, a vario titolo, le condizioni obiettive, riferite alle risorse umane ed ambientali del nostro Territorio, concordano nel ritenere sia stata la "fervente operosità" degli abitanti, a saper dispiegare, nel corso dei Secoli, un "tessuto virtuoso e flessibile" di iniziative produttive, di servizi, di scambi, di baratti, che hanno reso possibile una dignitosa sopravvivenza della popolazione irpina. In questo angolo di Mondo, dove le speranze erano tenui, l'impegno di tutti costituiva "dovere".  Non vi era posto per il nullafacente e lo sfaticato, se "povero": ragazzi, giovani, adulti, vecchi si facevano tutti carico della responsabilità e della condivisione dei compiti, all’interno delle famiglie, spesso numerose. "Tirare avanti" esigeva il contributo di lavoro, da parte di ciascuno dei membri. Nella case dei contadini e dei piccoli allevatori, i ragazzi e le ragazze erano addetti al pascolo, alla mungitura, alla pulizia delle stalle le madri e le figlîe più grandicelle, oltre che interessarsi della cucina e della biancheria, raccoglievano frutti, legna, ed aiutavano nel lavoro dei campi; i vecchi curavano l’orto e facevano il formaggio. Nelle famiglie degli artigiani, figli e mogli davano un consistente aiuto, nel lavoro di bottega, o sbrigando commissioni, all’esterno. Anche nelle case dei Braccianti, degli "Operai occasionali", dei Poveri, vi era la regola di inseguire e ricercare qualsiasi forma di "iniziativa", perfino di "servaggio" (disponibilità a compiere qualsiasi commissione, disbrigo, fatica), pur di conseguire una benché minima forma di compenso.

Jessica Gesa

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