Il Fiero Popolo di Vallata - I mestieri di un tempo

I Mestieri di un Tempo
a Vallata
RACCONTO NARRATIVO

La vita associata, fin dall’antichità, ha manifestato la necessità che venissero svolte attività diversificate, per rispondere alla molteplicità delle esigenze dei singoli e della collettività. Con il progredire della civiltà e con l’aumento della popolazione, nei paesi e nelle città, la suddivisione del lavoro, quindi dei compiti, delle funzioni, è divenuta essenziale e funzionale all’organizzazione sociale. C’era bisogno di agricoltori, di pescatori, di minatori, di fabbri, di calzolai, di falegnami, di muratoti, di merciai, ma anche di soldati, di maestri, di giudici, di ingegneri, di preti, ecc. . . Si è, cosi, venuta costituendo quella trama incrociata di pratiche lavorative, che ha determinato il progredire dell’umanità. A Vallata, sono stati operanti i mestieri più disparati, da quelli rigorosi e raffinati a quelli occasionali, di circostanza e di "vezzo". Il mestiere (l’arte) si imparava, tramite un apprendistato, che poteva durare fino a cinque anni. Il ragazzo che sceglieva di imparare "l’arte". si recava, insieme a suo padre, a casa dell’Artigiano ("lu mastr'") e proponeva Ia sua richiesta. Se vi era disponibilità "di capienza", nella bottega, il maestro artigiano accoglieva la proposta pervenuta e dichiarava le condizioni di "fattibilità": di solito, l’addestramento comportava il pagamento di un corrispettivo annuo, in denaro o in beni, da parte del genitore dell’apprendista; da parte sua, il maestro, in occasione di Festività ed a suo piacimento, poteva decidere di regalare all’allievo del denaro. A seguire, verranno ricordati alcuni dei mestieri, ormai scomparsi. La medesima procedura si svolgeva per le giovinette, che intendevano conseguire i mestieri della sarta, o della ricamatrice, della magliaia, o della filatrice.

Ins. Teresa Guiducci

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