Il Fiero Popolo di Vallata - Lu mit'tor

"Lu Mit'tor"

Molte persone, per lo più braccianti agricoli, spinte dal bisogno, in tempo di mietitura, si recavano in Puglia, per due tre mesi, per mietere fieno e grano. A gruppi, preparata “la mappata”, (un pezzo di stoffa legato per i quattro angoli, con dentro una cambiata: camicia, maglia, un paio di calzini, mutande e pantaloni), e con gli arnesi del mestiere, falce, “vander' ", "r' cannedd” alvavita e “lu cappucc' ", si avviavano, di buon mattino, verso i paesi della Puglia: “Cannela”, “Ascul’ “, “Cirignola”... Qui giunti, si sedevano nelle piazze, sulle scalinate delle chiese, in attesa di essere chiamati per il lavoro della mietitura. Una volta scelti dai padroni, o da loro “caporali”, si concordava il prezzo ed il vitto giornaliero, che generalmente era costituito da un filone di pane nero, un pezzo di formaggio, qualche cipolla, una fiasca di vino, dell’ insalata, un aglio e, solo raramente, un po’ di cibo caldo. A volte, questi disperati restavano anche intere giornate sulla strada, ad aspettare che qualcuno desse loro del lavoro.

Carmine Chirichiello

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