La Pasqua Vallatese
di alcuni anni fa

Durante la Settimana Santa incominciavano i preparativi per la Pasqua. Qualche settimana prima, nei vasi di terracotta, o in contenitori a forma di croce, fatti dai locali falegnami, si mettevano a germogliare alcuni semi di legumi e chicchi di grano, per portarli, poi, in chiesa il Giovedì Santo. Questi vasi venivano, prima, riposti in ambienti bui e innaffiati spesso, perché i germogli potessero rimanere bianchi. La commemorazione della Passione e Morte di nostro Signore Gesù Cristo è, a tutt’oggi, molto sentita e festeggiata, nel nostro Paese, con vari riti molto significativi. Il Giovedì Santo si va in chiesa a visitare il Santo Sepolcro e ad ascoltare la santa messa. Durante la celebrazione della messa, si tiene il rito della “lavanda dei piedi”: il sacerdote, che impersona il Cristo, lava i piedi ai dodici apostoli, rappresentati da persone del popolo, rivestiti con costumi di quel tempo. Segue la liturgia delle "Quattordici Stazioni", che vengono eseguite in due momenti differenti: la sera del Giovedì Santo e la mattina seguente. La sera viene rappresentata la cattura di Gesù, nell’Orto degli Ulivi e la sua consegna ai Sommi Sacerdoti: caratteristici sono i cosiddetti “papplush”, (incappucciati), con torce e candele, che accompagnano la rievocazione. La stessa sera, a mezzanotte, il suono della tromba rompe il silenzio, con le sue note squillanti, che ricordano la cattura di Gesù, nel "Getsemani": OO"Ta-ta, ta-ta, ta-ta, ta-ta... Tà-ta-ta-ta-tà"! La mattina dei Venerdì Santo avviene la "raffigurazione" più spettacolare: ii corteo dei cittadini, vestiti da soldati romani, con vere corazze ed armamenti, conducono Gesù, con una singolare processione, a passo militare romano, verso il luogo del la crocifissione. Da qualche tempo, è scomparso il rito specifico della crocifissione vivente, durante la quale il Personaggio, che rappresentava il Cristo, veniva crocifisso, con i Due Ladroni, in piazza san Rocco.

Francesco Ferraro

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