Il Fiero Popolo di Vallata - Vungulicchio

"Vungulicchio"

Tanto tempo fa, in una casa di campagna, viveva una donna sposata da molti anni e che non era riuscita ad avere ancora un figlio. La poveretta si sentiva disperata, cosicché un giorno si recò in chiesa e si rivolse alla Madonna. O Madre santissima di Gesù, disse perché non posso avere neanche un figlio? Sarei contenta anche se fosse piccolo come un vungulo (baccello di fava)! Recitate le sue preghiere, poi, fece ritorno a casa. Ed ecco che, dopo di nove mesi, quasi un miracolo, la donna partorì davvero un bimbo, ma era cosi piccolo, proprio della grandezza di un baccello. per cui lo mise a nome Vungulicchio. Passarono alcuni anni ed il bambino, pur essendo cresciuto pochissimo, si mostrava intelligente ed affettuoso, per questo la madre era felicissima di averlo. Un giorno d’estate. La donna chiamò Vungulicchio e gli disse: Figliolo, per favore, porta questo pezzo di pane e formaggio a tuo padre, che sta tagliando la legna nel bosco, da stamattina, ma ricordati di essere prudente e di tornare presto a casa. Da bravo bambino, Vungulicchio prese il panierino che la madre aveva preparato e si avviò verso il bosco. Dopo aver camminato con buona lena, per quasi un'ora sotto Sole, il bimbetto si sentì stanco ed accaldato, così pensò di riposarsi all'ombra di un grosso cavolo. Ma, mentre stava sonnecchiando, un bue, che stava pascolando nei dintorni, avendo visto quel cavolo, lo mangiò, inghiottendo, cosi, anche lo sfortunato Vungulicchio. Quando fu sera, la madre, non vedendolo tornare, fu presa dal timore e dall’angoscia, perciò prese a cercarlo ed a chiamarlo, lungo la via che conduceva al bosco. Vungulicchio di mamma, dove sei? - gridava la poveretta, ma nessuno le rispondeva, poiché il bimbetto era finito nella pancia del bue. Dopo un’ora di inutili ed accorati richiami, finalmente la donna giunse nei pressi del campo, dove ancora pascolava il bovino. La donna continuava disperata a chiamare il figlio, il quale non appena la senti, le rispose con la sua stridula vocina: -Mamma, mammina mia, se mi vuoi, sono qui, nella pancia del bue-. La donna, udite quelle parole, subito cercò aiuto, gridando. Accorsero tante persone, tra cui il padrone del bue, e la disgraziata fu costretta a pagare il valore dell’animale, per aprire la sua pancia e tirar fuori Vungulicchio. Madre e figlio tornarono a casa felici e, per molti anni, la loro vita continuò tranquilla. Sembrava che la gioia dovesse rimanere per sempre in quella famigliola, però, la sfortuna era in agguato. Una sera, come al solito, Vunguliechio si recò nell'orto, dove era il pozzo, per riempire un piccolo secchio d’acqua. Aveva piovuto molto, durante quella giornata, ed al buio, il bimbo non si accorse che la tavola sistemata sull’orlo era diventata scivolosa. Mentre cercava di sollevare il secchio, Vungulicchio perse l’equilibrio e precipitò nel pozzo, che era profondo. Dopo un po’, la madre, non vedendolo rientrare, provò a chiamarlo, ma nessuno rispose. La donna corse nell’orto, insieme al marito. Si avvicinarono al pozzo e videro il secchio rovesciato per terra. Fu la disperazione, per la povera madre, che capì, in un lampo, quanto era avvenuto. Svuotarono, piangendo, tutta l’acqua del pozzo e sul fondo trovarono il corpo senza vita di Vungulicchio.

Chiara Rauseo

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