Emilio Paglia - LAMPAMI E TRE - Mirro lu ruvagnar’

Mirro lu ruvagnar’
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        Fra tutti i paesi della Baronia, Castelbaronia apriva per primo i festeggiamenti delle sagre il 2 febbraio, in onore di S. Maria delle Fratte nella bella chiesa ubicata in piazza P.S. Mancini.
        Era questo il primo appuntamento anche per i venditori ambulanti principalmente della Baronia.
        Anche Mirro "lu ruvagnar" espose, in un ampio spazio, le sue terraglie, produzione artigianale carifana, specializzata principalmente in tegole e "cocumeri" per le volte a botte.
        La giornata serena era intristita da una fredda borea e Mirro batteva i piedi sul selciato per riscaldarsi camminando avanti e indietro senza mai perdere di vista la mercanzia. Infine, per trovare un po' di ristoro in un posto più riparato, si fece sostituire nella vendita dalla moglie.
        Quale posto migliore della chiesa, con il calduccio delle persone che erano convenute numerose – per la festa della Candelora – e desiderose anche d'una buona confessione dai monaci del locale convento.
        Mirro si fece largo fra la folla assiepata fin dall'ingresso per la celebrazione della messa, ma gli scanni erano tutti occupati. Guardando in giro, sbirciò un confessionale con la rituale tendina fin sulla portellina d'ingresso per il sacerdote non accostata: che fortuna, non c'era nessuno!
        Mirro si tirò il mantello nero sulla testa, come abitualmente faceva a causa di una ferita al capo patita nella prima guerra mondiale e si intrufolò nel confessionale solo per trovare un ristoro momentaneo.
        Ecco che però, vedendo qualcuno nel confessionale, si avvicinarono delle persone per la confessione.
        Una vecchietta si attardò a confessare i suoi peccati e, quelli che erano più vicini, ascoltarono un confuso dialogo anche nella seconda confessione, fino a che, dalla grata qualcuno lo ammoni:
        "Ciaschì, cu li santi nun s' scherza! Mò vien'n' li Sgarbii!"
        ("Ragazzo", non si scherza con i santi, adesso vengono i carabinierí!)
        Messo in allarme, usci frettolosamente dal confessionale col mantello a cappuccio e, per non sfidare la galera, lasciò alla moglie l'incarico di raccogliere la mercanzia, guadagnando in fretta la prima scorciatoia per il ritorno a Trevico, dopo averle sussurrato:
        "Uagnè, a casa c' v' rim'!"
        (Donna, ci vediamo a casa!)


Castelbaronia (AV): Piazza Mancini
con Chiesa e monumento in pietra di S.Maria delle Fratte

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