- Profili architettonici nella storia dei manufatti edilizi a Vallata. - Tesi di laurea di Moriello Antonella

Il “Ver Sacrum” e le origini del Sannio.

    Presso le popolazioni del gruppo umbro-sabello era diffuso, in caso di repentini aumenti della popolazione, di calamità naturali o di guerre disastrose, il rito del Ver Sacrum1. Esso consisteva nel proclamare “sacro” l’anno in cui si erano verificati tali eventi e nel consacrare al dio Mamerte (Marte) tutti i bambini e gli animali nati in quel periodo. Raggiunto il ventesimo anno d’età, i giovani detti sacrani, erano destinati ad emigrare per cercare altrove nuove terre ove insediarsi. La verehia, cioè la leva formata dai giovani sacrani, veniva dotata del bestiame nato nell’anno sacro e allevato a parte, e rifornita di sementi e prodotti alimentari immagazzinati durante il ventennio. I giovani erano posti sotto la protezione di una divinità assunta come vessillo della verehia: in genere si trattava di Marte o di un animale a lui sacro come il lupo, il picchio, il toro. Essi così si spostavano lungo la dorsale appenninica raggiungendo nuovi territori che occupavano attraverso trattazioni pacifiche con le popolazioni autoctone oppure con la forza. E proprio da questi animali sacri o dal nome della divinità tutelare che assisteva i giovani nel loro viaggio derivarono i nomi delle varie tribù sannite staccatesi dal primitivo nucleo umbro-sabello: i Mamertini dal dio Mamerte, gli Irpini da hirpus (lupo in osco), i Picenti da piccus (picchio), i Taurasini da taurus (toro). I nuovi insediamenti venivano spesso designati con lo stesso nome della patria di origine, il che spiega la presenza di più villaggi con lo stesso nome. Gli insediamenti presenti nelle zone montane erano arroccati in posizioni preminenti e circondati da mura a secco poligonali (come testimoniano i recenti rinvenimenti nell’area di Fioccaglie a Flumeri). L’attività di governo si svolgeva in centri amministrativi autonomi (pagi), dotati di edifici civili e sacri, dove i membri della comunità, riuniti in assemblea, eleggevano il consiglio direttivo ed il suo capo, il meddix tuticus. Ogni tribù aveva un proprio centro amministrativo, ovvero capoluogo, guidato da aristocratici titolari di vaste proprietà terriere. Capoluogo dei Pentri era Bovarium, generalmente identificato con Pietrabbondante in provincia di Isernia, quello dei Caudini era Caudium, l’odierna Montesarchio, mentre gli Irpini avevano il proprio centro amministrativo ad Aequum Tuticum, identificabile nell’area di Casalbore-Ariano Irpino.
    Proprio questi stati tribali del Sannio costituirono tra il IV ed il III secolo a.C. una confederazione a carattere difensivo, la cosiddetta Lega Sannitica, la stessa che lo storico latino Tito Livio definisce Civitas Samnitium, un’alleanza di tutte le tribù sannitiche fatta soprattutto per fronteggiare la potenza militare di Roma, interessata, come i Sanniti, alla pianura campana2.
    La sconfitta definitiva del popolo Sannita fu ottenuta nel corso della terza guerra (298-290 a.C.). Poco dopo l’inizio delle ostilità (provocate dalle richieste di aiuto dei Lucani aggrediti dai Sanniti), i Romani attaccarono il Sannio meridionale dal versante tirrenico, sconfiggendo i nemici a Bovarium (298), e dal versante adriatico. Quando il grosso dell’esercito sannita si spostò in Etruria per congiungersi agli alleati, i Romani invasero l’interno del Sannio irpino, prendendo e saccheggiando Murganzia, Romulea (l’attuale Bisaccia) e Ferentino (296). Infine, dopo il ritiro degli Etruschi e dei Galli dalla coalizione, i Romani si concentrarono contro i Sanniti, i quali in Irpinia fecero l’estremo tentativo di invertire il corso degli eventi, subendo però la definitiva sconfitta ad Aquilonia (293).Nuove ribellioni si ebbero negli anni successivi, ma ai Sanniti caudini ed irpini, finiti sotto il tallone di ferro di Roma, restò solo la libertà di parlare la loro lingua nazionale, l’osco, che venne via via cancellata dal latino.
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1 Cfr.Cambria D., Hirpinia, il Sannio ritrovato, Grafiche Lucarelli, 2004
2 Cfr. SALVATORE S., Il Sannio e i Sanniti, in La Campania paese per paese, n. 39, 2005

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