Vallata - brevi cenni storici - L'Apostolo delle Calabrie Ven. P. Vito Michele Di Netta - NOTA AL CAPITOLO XXI. - La ricognizione canonica del Corpo del Venerabile.

NOTA AL CAPITOLO XXI.

La ricognizione canonica del Corpo del Venerabile.


    La prima esumazione degli avanzi mortali del Venerabile Servo di Dio, e il trasporto di essi alla Chiesa del Gesù — dei Padri Liguorini — vennero eseguiti circa un anno e mezzo dopo la morte di Lui.
    Intanto perchè il sottosuolo di detta Chiesa in gran parte è vuoto a causa di ampie sepolture esistenti, non poteva così facilmente aversi una tomba sotto il pavimento, in tal caso si ricorse ad un provvedimento più spiccio e semplice: si praticò un vuoto nel pilastro maggiore del presbitero in cornu evangelii, ed ivi si murò la cassa contenente le sacre reliquie, apponendovi la menzionata classica iscrizione del Rev.mo Canonico D. Giuseppe Toraldo.
    Un atto canonico, propriamente detto, però non fu fatto, nè alcuno istrumento giuridico, secondo le norme volute dalla Chiesa in simili circostanze. Nella speranza di cominciarsi tosto il Processo di Beatificazione si era rimesso tutto a quell'epoca.
    Ma, come si è visto, anni parecchi passarono: laonde quello che allora non si fece, si dovei fare ora in corso del Processo Apostolico.
    Il Rescritto pontificio, autorizzante l' atto, fu manato dalla Sacra Congregazione dei Riti il 26 Luglio 1913, e con esso lavasi facoltà all' Ecc.mo Vescovo di Tropea a intervenire in qualità di Delegato della Santa Sede per la ricognizione canonica del Corpo del Ven. Di Netta.
    A tal'uopo bisognava preparare una tomba all'intutto conforme ai decreti di Papa Urbano VIII, pei quali si ordina elle i corpi di Servi di Dio siero sepolti sotto del pavimento, sub humo sepeliuntur.
    Bisognava del pari non distogliere i fedeli dalla pia usanza e dall' abitudine presa di portarsi a pregare in quel luogo di sopra indicato. Quindi la nuova tomba non doveva spostarsi di sito. Fu espediente perciò scavarla proprio a piè di quel pilastro medesimo, ove l'urna primiera colle reliquie già trovavasi: cioè nell'interno del presbitero, a sinistra di chi guarda l'altare maggiore.. Cosa fu fatto, e venne tutta rivestita nell'interno di lastre di marmo. Fu pure apparecchiata una nuova cassa di castagno, e quattro piccole cassette di zinco, onde riporvi le ossa bene distinte e classificate fra loro.
    Per la funzione fu stabilito il 14 di Agosto (1913; e alle 9 di mattina di quel giorno da tutti si era già in Chiesa:
    — L'Ill.mo e Rev.mo Mons. Leo, Vescovo di Nicotera e Tropea, in qualità di Presidente delegato della Salita Sede, assistito dal Redimo Canonico D. Francesco Cutùli, in qualità di Sottopromotore della Fede, e dal Rev.mo Canonico D. Francesco Gabriella, in qualità di Notaio Attuarlo. — Il Rev.mo P. Claudio Benedetti, Postulatore Generale dell' Istituto Liguorino, venuto appositamente da Roma, il P. Di Coste Antonio, Postulatore della Causa, due medici « il Dottor Chiappero e il Dott. Mottola » ambi di Tropea, chiamati di officio per riconoscere le ossa, classificarle ed elencarle ciascuno col proprio nome, — e inoltre due testimoni « il Cav. D. Ignazio Toraldo e il Marchese D. Felice Toraldo » per attestare sulla veridicità storica del sepolcro e sulla identità delle reliquie, — Indi varii Canonici e Sacerdoti, Signore e Signori distinti, ammessi per speciale concessione del Rev.mo Mons. Vescovo.
    Si chiusero le porte della Chiesa, e a mantenere la folla irrompente del popolo si dovettero ivi collocare guardie e carabinieri.
    Dopo invocati i lumi dello Spirito Santo, e fatte brevi preghiere avanti al Santissimo Sacramento, si diè cominciamento con la lettura delle Lettere Apostoliche, contenenti le istruzioni e le norme a tenersi. Indi estratta l'urna dal pilastro ov' era murata, e messa sopra di un ampio tavolo, ivi fu aperta...
    Gli occhi di tutti erano lì intenti : quasi non si respirava, e si era come trepidanti... Tanto è vero che tutto ciò che escie fuori l' ordine naturale delle cose s' impone mal nostro grado, e ci rende piccoli ! ...
    Apparve tutta la congerie delle ossa del corpo umano : il teschio, la colonna vertebrale con tutte le costole attaccate, le tibie, i femori, il bacino, e via via. Vi furon trovate pure le scarpe, intatte e per nulla logore, dei pezzetti di sottana, e poi un mucchio di ceneri nel fondo della cassa.
    Messo tutto sul tavolo, cominciò il lavoro dei medici. Le ossa furono ripulite, classificate, e poi collocate nelle singole cassette di zinco.
    Ma prima di chiuderle e sigillarle, non si potè contenere la divozione degli astanti, i qualí tutti vollero far poggiare su quelle Ossa benedette fazzoletti, pannilini, corone: cose tutte che venivano ripigliate, baciate con venerazione, e poi riposte in serbo con somma pietà...
    E intanto si credeva poter proseguire così come si era comindato. Ma ecco un incidente, che se disturbò per poco la solennità e la quiete del lavoro, provò una volta dappiù l' amore ardente del popolo Tropeano gel Santo Liguorino. In un momento solo la consegna fu rotta, e, malgrado le guardie e i carabinieri, la folla irruppe, e invase addirittura la Chiesa tutta... Fu come un'aggressione alle spalle:... Laonde ad evitare inconvenienti, senza ulteriore dimora, si chiuse ogni reliquia, e si sigillarono le singole cassette, le quali tutte furono collocate nella cassa più grande di castagno. Prima di chiudere però quest'ultima, vi fu immerso un tubo di zinco con entro una pergamena con la seguente piccola nota:
    Corpus Ven. Servi Dei Viti Michaelis Di Netta Cong. SS, Red. Auctoritate Apostolica rite recognitum, et hic depo sili loco conditum, hac die XIV Angusti 1913.
    Vi apposero le firme Mons. Vescovo, il Sottopromotore e il Notaio, indi il Postulatore Generale, il Postulatore della Causa, e varii Canonici, Religiosi, e Signori presenti.
    Sigillata la cassa, con ogni riverenza e devozione fu calata nella tomba, e fu sovrapposta una lapide di marino con l'iscrizione medesima, di cui è parola nel Capitolo.
    A memoria però della compiuta ricognizione si scolpì sotto di essa la postilla del tenore seguente:

OSSA VEN. SERVI DEI VITI MICHAELIS DI NETTA

AUCTORITATE APOSTOLICA RECOGNITA

AB ILLMO AC R.MO EPISCOPO JOSEPHO LEO

ET HIC REPOSITA DIE 14 AUGUSTI 1913

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ERRATA-CORRIGE
pag. 24 — 14 Maggio- 14 Marzo.

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