PRIME LIRICHE 1901-1903 - LIBRO III - DISTICI ED ALTRI RITMI - Canto di primavera - Tommaso Mario Pavese.

VI.
Canto di primavera.

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Oh, come l'aria ride d' un dolce splendore sereno,
        sopra la valle verde, su la città giuliva !
Passar ne 'l cielo, variopinti leggiadri augelli,
        cantanti a' prati in fiore, cantanti a 'l lieto aprile.
Il sole, mite e fulgido, si specchia ne l' acque lucenti
        de' placidi ruscelli scorrenti per la china.
È un continuo sorriso di bianche casette, tra' 'rami
        de gli alberi alti e ricchi di verdeggianti foglie.
Bela il lanuto gregge, su 'l colle, tranquillo ne 'l sole,
        e il sonar de' campani ha rintocchi argentini:
placido il bue guarda i campi allietati di verde,
        mentre le larghe froge fiutano l' odor de 'l prato.
Scherzan li augelli, tra' rami fioriti de' peschi,
        e i lor trilli ne l' aer sembran tinnir di vetri.
Vengon da il pian, da 'l monte melodici sprazzi di vita,
        vengono risa e canti di stornellanti donne.
Io, ne 'l sangue, fremere la possa de gl' inni mi sento,
        sciolgo canzoni alate a' fiori ed a gli augelli.
Ridemi Lidia da 'l nero occhio languido e dolce,
        cantici a lei disciolgo, caldi baci invio a lei.
Sentimi Lidia: Amore di aprile già nacque,
        or in aprile è bello mescer, tra' faggi, amore:
schiudi la rosea bocca che serra l' aroma de' baci,
        apri le braccia languide a 'l mesto tuo poeta.
Ei per te rinascere di vita i sorrisi in cuor sente,
        sente fluire il sangue, dolce ne l' arse vene.
Vieni di baci avida; a 'l petto suo stringiti forte,
        forte come l' edera, premi il suo capo a te.
Porgeranno l' erbe il talamo fresco, nuziale,
        canteranno gli usignuoli a 'l nostro amor rinato.
— Madre — risuoneranno le vette sublimi de' pini:
        gli occhi di baci caldi, tu aprirai a 'l sol nuovo.

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