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X.
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Libro 3, ode IX.
Orazio. — Fin che a te fui piacevole,
nè alcun più grato giovine, a 'l tuo candido
collo, con braccia, avvinsesi,
vissi beato più de 'l re di Persia. —
Lidia. — Fin che altra il cuor non arseti
più di me, nè Cloe a Lidia preferivasi,
di molto nome, io Lidia
vissi de la romana Ilia più celebre. —
Orazio. — Cloe di Tracia or domina
il petto mio, in carmi dotta e in cetera;
per cui morrei impavido,
se superstite i fati conservasserla. —
Lidia. — Il petto, d' amor mutuo
m' arde il figlio a 'l Turin Ornito, Calai:
e due volte lietissima
morrei per lui, se i fati risparmiasserlo. —
Orazio. — Chè ?, se ritorna il pristino
amor, e a '1 giogo ferreo rimenaci ?
Se Cloe la bionda scacciasi,
e s'apre l' uscio a Lidia che or respingesi? —
Lidia. — Bench' egli sia bellissimo
più che astro; tu leggiero, ed irascibile
più de 'l tempestore Adria,
viver con te vorrei, e deh, teco io muoia! —
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