SCRITTI VARI - Tommaso Mario Pavese - Cenni folklorici.

Cenni folklorici.

        Vallata ha buona coltura di grano e di frutta, boschi in gran parte dissodati, discreta pastorizia. Nessuna industria e, quindi, nessuna speculazione relativa. Piccola esportazione verso città della Campania, e specialmente verso Napoli, di grano, frutta (mele) e lana. Le industrie del grano, dei latte e della lana potrebbero essere migliorate, con l'introduzione di pastifici ed altri mezzi moderni, tecnici e pratici, di lavorazione. Si accenna ad un giacimento petrolifero, a minerali contenenti tracce che sembrano di oro. Sorgenti scarse, allacciabili; aria salubre, buon panorama, con ampio, ameno e pittoresco sfondo. Acqua di natura anche sulfurea. Vi sono argille, gessi e pietre calcaree da costruzione : scarsi latticini e lane. Attrattive di bel paesaggio, salubre e fresco anche d'estate, con buona acqua potabile. A Treviso, lontano circa quattro chilometri, ruderi vasti di storico castello medioevale, e pellegrinaggio alla Madonna della Libera, l' otto settembre di ogni anno. Sempre a Vallata, fiera di San Vito, ogni 15 giugno; ricco e vario mercato ogni giovedì. Chiesa Madre del 1499, con un quadro del Lanfranco, 1581 — 1647, raffigurante la decorticazione di San Bartolomeo Apostolo, donato da Benedetto XIII, con due altri quadri meno importanti della scuola dello stesso pittore. Reliquie di S. Vito Martire, di San Bartolomeo, di San Felice e di alcuni altri Santi. Lapide precedente e monumento ai caduti in guerra, eretto nel 1921, opera dello scultore De Luca. Le prime notizie che si hanno risalgono al 1096. Fu presa a forza dal capitano tedesco Marcovaldo e, dopo la venuta delle milizie di Carlo VIII, 1483 in poi, Vallata fu saccheggiata dagli Aragonesi ; ed un nostro popolano, precorrendo Balilla, ferì, con un colpo di sasso, il paggio Soardino. Ebbe vari feudatari. Fu visitata da S. M. Vittorio Emanuele III, in occasione del terremoto del 1910. Biblioteche private di Pavese, Gallicchio, Cataldo, Tullio, Netta, Gerundo, Pelosi, Rosa, Villani. Congrega di Carità ; Asilo infantile Principe di Piemonte. Illuminazione periodica a petrolio, insufficiente. Fontana pubblica di pregevole acqua potabile, con discreta conduttura. Alla stazione ferroviaria più vicina, quella di Conza-Andretta, lontana 32 chilometri (lire 13), si accede normalmente con l'automobile postale ; eguale automobile ci unisce, con una corsa quotidiana di andata e ritorno, a Benevento (lire 23) e ad Avellino, che si trovano più lontano. Albergo e trattoria del Littorio di Angela Stanco, in piazza Vittorio Emanuele III, e del Risorgimento, proprietarii Nava, situata in via XX Settembre, concedenti ognuna alloggio sino a 5 persone, al prezzo di L. 4 a stanza. Anche pressa varie ospitali famiglie private, il forestiero può trovare alloggio, in caso di necessità. Agenzie della Banca popolare cooperativa di Pescopagano e di altre banche ; cassa di prestito agrario, inattiva. Anticamente si rappresentava il martirio di San Bartolomeo Apostolo e di Santa Filomena vergine e martire : ora mancano le sacre rappresentazioni. Frammenti di ossa di San Felice, San Modesto, S. Celestino Martire, Santa Faustina, San Vita Martire, patrono minore, S. Donato martire, S. Vincenzo martire, Santa Urbana, San Benedetto, Santa Fruttuosa, Santa Gioconda, Santa Onorata, Santa Costantana, San Prudenza, San Bartolomeo Apostolo furono donati in quattro urne o reliquiari da Benedetto XIII (1724-1730), quand' era il cardinale Orsini, che donò pure il quadro di San Bartolomeo Apostolo di Giovanni Lanfranco, del 1626, i quadri di San Francesco Borgia Orsini e di San Felice martire, fatti nella scuola del Lanfranco, ed una ricchissima pianeta verde, lamata in argento, con preziosi galloni d'oro. La Chiesa Madre fu riedificata nell' anno 1499, " regnante rege Federico, dominante Duce Candiae „ (Borgia), dopo che fu bruciata dai Francesi, prima del 1493: fu restaurata nel 1568 e nel 1785. San Francesco Borgia Orsini era duca di Candia. Nell'Ascensione si usa il cibo tradizionale dei tagliolini (tagliatelle) cotti nel latte. Nella notte precedente la Natività di San Giovanni, i giovani traggono lieti auspici di amore dallo sboccio — verificatosi la mattina dell' indomani — di un fiore, e specie di quello di cardo, fatto leggermente bruciare. Noti vi sono notizie locali di importanza relative al brigantaggio. Di speciale nel vestito, le contadine più antiche hanno spesso un corsetto , alla parte superiore delle cui maniche escono rigonfiamenti della camicia, talora lavorata in ricami, un ampio fazzoletto per coprirsi la testa e, nei mesi freddi, un " panno,,, quasi sempre rosso, per coprirsi anche le spalle : poche usano il panno rosso pure per sottoveste ; rarissimi contadini portano ancora i calzoni corti. I carretti da buoi sono comuni. Qualche pastore fa nacchere, raramente serrature, forchette, cucchiai, mestoli in legno, piccoli e grandi, con uccelli ed altre incisioni in rilievo, catene da orologio con crini di cavallo, zufoli, fistole, fischietti e flauti di canne, o con la corteccia di rami di castagno tolta d'un pezzo, come guaina dalla sciabola. Il popolo non raccoglie le frutta da conservare, non taglia legnami da servire per mobili o per costruzioni, non ammazza i maiali che servono alla cucina per tutto l'anno, se non quando la luna è in decrescenza. Ampio e bel panorama, con vasto sfondo quasi sempre verde, recinto intorno da colline, con la vista di vari paesi vicini : in opportune condizioni di luce, si scorge il Vesuvio ed un lembo del golfo di Manfredonia. Il popolo crede alle fattucchierie ed al malocchio, e fa gli scongiuri con acini di sale portato in tasca, corniciai ed altri appositi ciondoli appesi alle catene degli orologi, mentre sulle case ancora qualcuno appone, all'uopo, vistose corna, ferri da asino, o civette morte. I lupi mannari crede che siano quelli che nascono nella notte di Natale.
        Riassumo ora brevemente alcuni dei cenni storici già dati. Vallata , situata su un' amena collina, è ricca di fertili ed estese campagne. Notizie della sua esistenza si rilevano da un istrumento del 1096, e qualcuno ha voluto attribuirle origine longobarda. Al tempo dei Normanni (1016), fece parte della Baronia di Vico. Nel Catalogo de' Baroni napoletani del tempo di Guglielmo il Buono (1189), .vi si nomina per tre uomini d'arme, dovuti per servizio militare. Ai tempi di papa Innocenzo III, Marcovaldo la fece saccheggiare dalle sue milizie tedesche. Nel 1343 fu donata alla regina Sancia. Ferdinando 1 donò all' Università di Vallata la difesa di Mezzana, con diploma sottoscritto nel Castelnuovo di Napoli addì 23 agosto 1384, e confermato da un altro di Carlo 5° del 22 marzo 1530, " attesi ì grandi servigi a lui resi da quegli Bitanti,, . Dimentichi de' benefizi così ricevuti dagli Aragonesi, nella discesa di Carlo 8° (1483 in poi), Vallatesi parteciparono per la Francia, e male loro ne avvenne, perchè il Marchese di Mantua e Francesco Orsini duca di Gravina, capitani dell'eercito dell'aragonese Ferdinando 2°, tornarono all’obbedienza Monteverde, Bocchetta, Carbonara e Vallata. Quest'ultima dai soldati incolleriti fu saccheggiata, e moltissimi cittadini vi furono tagliati a pezzi, per avere i Vallatesi, tenaci fautori de' Francesi, ferito con frecce alcuni capitani mandati per trattative, nonchè per aver deturpato, con un colpo di sasso, il viso a Soardino, nobile ed onorato, paggio del marchese. Impauriti di quanto era accaduto ai Vallatesi, gli abitanti di Bisaccia, Carife, Guardia, S. Angelo de' Lombardi e Lacedonia, mandarono messaggi agli Aragonesi, per tornare in ,obbedienza di costoro. (Conf. Giovio P., Storia dei suoi tempi, lib. IV). Dal 1432 in poi, furono feudatari di Vallata i Del Balzo, gli Orsini, Federico d'Aragona re di Napoli, Pietro de Guevara marchese dei Vasto, Consalvo Fernandez de Corduba, Antonio Poderico, Beatrice Ferrillo, i Del Tufo ; nel 1677, Giovanna Della Tolfa, maritata a Ferdinando Orsini duca di Gravina, ed agli eredi di costoro detto feudo appartenne fino all' abolizione de' privilegi feudali. Il paese si erge ad 870 metri, sul culmine di un'altura, in opposizione al suo nome di Vallata, ed è recinto all'intorno da' monti d'Appennino; il suo ampio orizzonte lascia scorgere, fra l'altro, lontani villaggi, parte del mare Adriatico ed il Vesuvio. Anche a pagina 92 di questo libro, ne ho fatto una più dettagliata descrizione, che, con altri miei cenni, fu pubblicata pure dal Bollettino Bimestrale, Milano, giugno 1922. Fra le altre notizie date innanzi, ho altresì accennato alla tradizionale processione del venerdì santo, specie di sacra rappresentazione muta, rievocante la passione del Redentore, che è la più caratteristica cerimonia del paese. Riguardo agli usi funebri, è degno di nota il fatto, che la famiglia del defunto, per parecchi giorni, fino ad oltre una settimana dal decesso, non deve farsi da mangiare, ricevendolo invece (consolo) da famiglie amiche o parenti, verso cui, in circostanze simili, ha, come ben s'intende, l'obbligo della restituzione. Per quanto riguarda gli usi nuziali, è da rilevare che il corredo della sposa, vari giorni prima delle nozze, in canestre, viene portato da donne a casa dello sposo; e, ad ogni canestra che parte e che arriva, si spara un colpo d'arma da fuoco, o vi è uno sparo di mortaretti al principio della a partenza ed alla fine, dell' arrivo. Si sposa quasi sempre di domenica: rarissimamente di giovedì o in ricorrenza di qualche festa. Si forma un corteo di uomini e donne : vanno innanzi gli sposi, poi i loro prossimi parenti, poi gli altri invitati, tutti a coppie ed a braccetto ; precedono generalmente nell'ordine delle coppie le persone piú distinte. All'uscire del corteo nuziale da casa della sposa, notevole sparo di mortaretti ed altri fuochi pirotecnici ; così pure all'entrare in casa dello sposo, dopo la cerimonia civile e religiosa. Fino ad oltre Venti coppie ed il seguito composto di un nucleo di uomini, sfilano, così pel paese : i parenti degli sposi ed il compare buttano o buttavano alla folla circostante , confetti e soldi , volendo ed avendone ad esuberanza. Un uso eguale è a Treviso. Vanno così alla chiesa , al municipio ed alla casa dello sposo ; dove, nelle case popolari, spesso è in mostra un letto piuttosto alto e gonfio, con coperta di seta e pannetti sui guanciali. Si distribuiscono agl' intervenuti rosoli , vini, dolci, confetti, caciocavallo, biscotti, ciambelle ; a sera, sì tiene il banchetto ; ballano, più o meno, talvolta otto sere consecutive. La domenica susseguente allo sposalizio, gli sposi vanno in chiesa, a messa cantata, accompagnati dal compare e da qualche strettissimo parente, invitati in questo giorno ad un nuovo banchetto ; e, nel pomeriggio, gli sposi ricambiano qualche visita. Così finisce la settimana della zita (sposa) ; e spesso, il giorno dopo, gli sposi vanno in campagna a lavorare.

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        Indovinelli. — Corpo di creta e intestini di pezza : (la lucerna comune, col lucignolo). In una camera oscura ci sta un pezzo di carne cruda : (la bocca e la lingua). In una canestrella ci sono tante cose belle ; vai per prenderne una, e se ne vengono tutte : (le ciliege). Quattro sorelle si corrono appresso e non si arrivano mai : (le ruote della carrozza). Quattro fratelli si corrono appresso e non si arrivano mai : (i bastoncelli dell'arcolaio). Mamma nera sta appesa e tata rosso le batte sotto : (la caldaia ed il fuoco). Il giorno sta vuoto e la notte sta pieno : (il letto). Pendoli, pendolà, sulle cosce si fregava, e quanto più si maneggiava, tanto più s'ingrossava:. (il fuso, il quale, avvolgendovisi intorno il filo, cresce di volume). Una cosa che non parla e non sente, chiama tutta la gente : (la campana). Bianco va e rosso viene, per la via va e per la via viene : (il pane, prima e dopo la, cottura, che va e torna dal forno), C'è un coso lungo e stretto, che fugge come una saetta : (il fucile, con la pallottola che esplode). C' è una cosa che dietro ammanca e dinanzi allunga : (la strada).. Vi sono tre urciuoli voltati all' in sotto : (le mammelle della vacca). Noi lo vediamo sempre, il re lo vede qualche volta, il papa mai; Iddio poi non l'ha visto e non lo vedrà giammai : (un altro simile a lui). Senza piedi e cammina, senza voce e parla,: (la lettera). Qual' è il figlio che brucia la lingua alla madre ? : (il lucignolo alla candela).

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        Proverbi. — Il Padre Eterno va con la mazza di bambagia : cioè, pian piano, lentamente nel punire. A letto stretto, còricati in mezzo. A banchetto dove non sei invitato, non andare, perchè sarai scacciato. La sposa si conosce dai parenti : cioè, è simile a loro. I primi: caldi cuociono, i primi freddi nuocciono, Se l’inverno non verneia (non si comporta da inverno), l'estate non stateia (non si comporterà da estate). Se Natale è col sole, Pasqua sarà col ceppo. Pane e cappa mai scappa: giova, cioè, provvedersi sempre di viveri e di indumenti. Figlio di vedova, cavallo di demonio. Dove molti galli cantano, non, fa mai giorno. Pàrtiti quando piove, chè arriverai con l' asciutto. Il pesce puzza dalla testa : (allusione ai capi). Dio ci liberi da botte di ciechi. A casa di cantatori non si portano serenate. A casa di pezzenti non mancano mai tozzi. Capita talvolta alle peggiori pecore il migliore addiaccio : cioè, ai peggiori le migliori fortune. II bottegaio quello che ha vende: mio padre Credenza come è, così pensa E' sazia la mia pancia, è contenta la mia famiglia : (detto ironicamente, significa : contento io, contenti tutti). Cambiare gli occhi per la coda, come la talpa , o l' aglio per il fico : una cosa migliore , per una assai peggiore. Andare come il cane del macellaio : unto e senza niente. Farsi la confessione del lupo : senza fermo proposito. I cani mordono quelli che son laceri : i guai perseguitano più quelli che sono già angustiati. Cane cotto (con l' acqua bollente), dell'acqua fredda ha paura. Prima di Natale, nè freddo, nè fame; da Natale in avanti muoiono gl' infanti. L' arte che fai ha da parere : deve sembrare, apparire. Un uovo mi dai, e un uovo ti ammòlo (ammolare vuol dire affilare le lame : si lavora proporzionatamente a come si è compensati). Fà come sei fatto, e non sarai chiamato matto. Su pero colto, guai a chi ci è incolto (incogliere=sorprendere : chi è trovato in prossimità di un reato commesso, ne è sovente ritenuto colpevole, anche senza esserlo). Quando altro non hai, con tua moglie ti corichi (ironicamente, per intendere che bisogna adattarsi nelle circostanze). Le robe (gli averi) uno se le acquista, uno le mantiene ed un altro le consuma: (alludendosi ai diversi membri od eredi di una famiglia). I migliori contratti sono quelli che non si fanno. Arte 'con arte ed il lupo alle pecore: ,ciascuno è abile nella propria arte, e non in altre. Nominare morti a tavola: persone mal viste, inopportunamente. Gli sciocchi battono ed i buoni buscano (le prendono). Rifondere l'olio alla lampada: aggiungere ad una spesa un'altra, forse ancora meno rimunerativa. Sopra al cotto l'acqua bollente: capitare un guaio peggiore dell'altro. Una viene, e le paga tutte (le fa scontare tutte). Danaro d'altri, borsa vacante: vuota. Male non fare e paura non avere.

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