SCRITTI VARI - Tommaso Mario Pavese - Il socialismo nel mezzogiorno d'Italia.

Il socialismo nel mezzogiorno d'Italia.

        Scrissi altra volta su due giornali napoletani che, per nostra sventura, l'Irpinia ora, come nel passato, è avvolta nel letargo e nell'ignavia, moralmente ed economicamente. Ma passato e presente sono trascorsi : che sarà di nuovo, mi chiedo ansioso, per l'avvenire ? In alto i cuori ! Non mancano le energie nella nostra stirpe, nè in alcun'altra popolazione del nostro Mezzogiorno : soltanto esse sono ancora latenti, ed il trionfo starà nel saperle far muovere, nel saperle far valere. Negli occhi vivaci e fieri de' nostri montanari e de' nostri operai ; in quelle persone or tozze ed or slanciate, che resistono indomite, giorno e notte, al sole soffocante di luglio od alla tormenta che fischia ed imperversa nel gennaio gelido ; in quei corpi che resistono al lavoro anche quando il pane manca; in quegli spiriti che affrontano le strettezze ed i disagi della vita più terribili, senza ricorrer mai, dico mai, al suicidio, non vedete voi delle energie, dei corpi e degli animi veramente tenaci e forti ?
        Ed allora in che cosa consiste il male ? Il male fu ed è che quei corpi e quegli spiriti forti sono stati abituati a farsi dominare, nelle nostre regioni, da signorotti che tengono avvinti gli animi al loro meschino potere, del quale si servono per sfruttare moralmente ed economicamente la plebe ed ogni altro cittadino non accorto. Le menti nelle nostre contrade sono talmente asservite ed ignoranti, che quasi tutti i contadini credono che non si possa muovere foglia senza il beneplacito di Dio prima, e poi di ogni sindaco, consigliere o deputato locale. Essi non sanno che ogni uomo, ogni essere vivente rappresenta una forza, una potenza. Essi offendono persino la legge, involontariamente, col non sapersi servire dei diritti che questa loro. concede : offendono lo statuto e la morale, col non conoscere e col non praticare quelle libertà politiche e morali che ogni cittadino deve avere ed esercitare : sono individui che, pur sentendo nel cuore, in modo dolorosissimo, le stimmate della persecuzioue e dello sfruttamento, non sanno però emettere al di'fuori—gl'irpini sono in questo insuperabili maestri—neppure un guaito, come farebbe qualsiasi cagnolino. sferzato. Quest'affermazione però non può e non deve colpire i Siciliani, nè i Calabresi, le quali genti sono forze vive, tenaci ed operose d'Italia ; ne deve colpire il popolo napoletano, il cui animo è ogni giorno più teso verso la riscossa, specialmente per la fervida propaganda socialista, che non è neppur lontanamente eguagliata da alcuna altra provincia del mezzogiorno d'Italia.
        L'educazione di tali plebi (questo nome sembra inventato apposta per gl'irpini), a chi mai potrebbe essere affidata se non appunto al socialismo, che mette sulla sua bandiera, a caratteri fiammanti, giustizia e fratellanza ? Ed il socialismo appunto deve cominciarla- e compirla, 'avendo come vigili scorte coloro che sono gli antesignani dell'onestà politica. In nome del socialismo, ripeto, deve cominciare e compiersi la resurrezione morale ed economica del mezzogiorno d' Italia. Ma perchè i nostri concittadini sono così indifferenti a tal voce (è vero peraltro che non ne intendono appieno il significato), quando vanta di aver tendenze socialiste persino il governo stesso? Ciò non ostante la nostra plebe vuole essere ostinatamente vassalla , e fa ridere (molto meglio direi piangere) davvero, quando così vorrebbe far continuare o tornare a suo danno un governo feudale, come nel passato. Ma su via, ancora una volta in alto i cuori ! Si pensi al miglioramento economico e morale nostro e delle nostre stirpi. Si ricordi la nostra semenza, giacchè

Nati non fummo a viver come bruti,
ma per seguir virtude e conoscenza;

si cessi di esser plebi. Dalla politica siano scacciati i disonesti ; le industrie (o ricchi del regno e dell'Estero, impiegate anche qui i vostri capitali) si facciano fiorire mettendo in valore l'opera dei braccio meridionale nelle nostre regioni, e non in quelle transoceaniche.
        Così anche per noi splenderà il sole dell'avvenire, ad onta di coloro che vogliono ostinarsi a non vedere mai al di là del proprio naso, e che il prossimo avvento di una nuova civiltà negano da per tutto : anche noi sentiremo le voluttà di un miglioramento che ci è stato sinora sempre negato, benchè lo avessimo sempre richiesto in nome dell'onestà e della giustizia.

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Dal periodico settimanale Il caporal terribile.... Palermo, 25 Gennaio 1914. Pur troppo, il tempo ha lasciato svanire varie mie illusioni giovanili.

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