Studi Sociali e Giuridici - Tommaso Mario Pavese

1. — La donna e l’uomo

         Non può, con una regola infallibile e sicura, fissarsi se l’amore sia sempre più forte nell’uomo o nella donna. Esempi di grande amore dell’uomo per la donna o della donna per 1’uomo, isolatamente — tali da spingere talvolta all’annientamento di sè stesso, al suicidio, sembrando insopportabile la vita dell’ uno, se disgiunta da quella dell’altra, non mancano, tanto nell’uno, che nell’altro sesso; e talora vi è esempio di concorde grande amore in entrambi. Infatti, se Arianna e Didone dolorano assai, presso i poeti, per la perdita de’ loro amanti, Iaufrè Rudel muore, a sua volta, dopo averlo affannosamente cercato per lontani lidi, per l’amor suo prima ignorato dalla bella Melisenda; una stessa possente fiamma consuma ed uccide, nella pienezza dell’estasi e dell’ ardore, Tristano ed Isotta, Giulietta e Romeo; e dal medesimo cieco turbine di passione Dante fa avvolgere l’amore peccaminoso di Paolo e di Francesca.
         Sono delirii ed estasi sublimi che, talvolta, ne sessi s’incontrano e coincidono con un’ardenza eguale. Però, nella generalità de’ casi, io credo debba ritenersi che l’ amore dell’uomo è maggiore durante il periodo del fidanzamento, che nel periodo del matrimonio, mentre per la donna può essere vero 1’inverso.
         L’amore dell’uomo è più impetuoso e più forte; quello della donna ha maggiori sfumature di soavi delicatezze e di premure gentili. - L’amore è talvolta (più spesso nella donna che nell’ uomo) come un gingillo, come un ornamento, del quale si alletta e si compiace la vanità e l’orgoglio, anzichè manifestazione ed espansione, profonda e sincera, di un sentimento; si vuol sopratutto piacere: se non si ama o il non essere amata non importa. Riguardo alla costanza nell’amore, sebbene le donne, in generale, siano tacciate di leggerezza e di volubilità, è tuttavia un fatto indiscutibile che vi sono delle lodevoli eccezioni, e che, da tali difetti, molto spesso non vanno esenti neppure gli uomini. La società, però, non da una condanna uguale a simili colpe dell’uomo e della donna: e ciò giustamente, perchè, atti apparentemente identici non portano conseguenze uguali nelle famiglie. E la coscienza pubblica, che diversamente li valuta, determina, perciò, una diversa legge sociale ed anche morale.
         Nell’ebbrezza, l’uomo si sconvolge e delira: la donna dà invece, generalmente, con più mite serenità il suo soave profumo di passione. Forse questa meno sente il delirio di amore, perchè più debole e perchè meno ne intende l’alto fine, il fervore che la stessa sua bellezza ispira.

«A quella eccelsa imago Sorge di rado il femminile ingegno; Non cape in quelle Anguste fronti ugual concetto »,

afferma, molto recisamente e con alquanta irriverenza, il mesto e profondo cantore di « Aspasia ». La donna, che ha generalmente una bellezza di gran lunga superiore a quella dell’uomo, ispira, perciò appunto, una passione maggiore di quella che essa sente per l’uomo. Ma, inconsapevole del suo gran fascino e della sua superiore bellezza, ritiene, forse in buona fede, che 1’intensità del suo amore possa essere almeno eguale se non superiore a quella dell’uomo; mentre, di regola, non la raggiunge, perchè, ripeto, ne è oggetto la minore bellezza maschile, ed invece ne è soggetto la minore forza volitiva ed intellettiva femminile.
         Ma non è solo per queste ragioni che la donna sente meno forte 1’amore: è proprio essenza della sua natura, quella di dare una maggiore reazione, ma piuttosto superficiale, che non arriva sino alle più intime latebre dell’animo, e quella di avere ,in tutte le esplicazioni de’ suoi atti, meno forza, ma più soavità e delicatezza.

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         L’uomo e la donna, amandosi, contraggono una parentela tutta speciale, cui nessun’altra si può paragonare. L’intensità d’affetto che si ha per i genitori o per i figli è di tutt’altra natura. I genitori amano i figli, oltre che per la vita insieme vissuta, perchè crescono col frutto del loro alletto e del loro sacrifizio; ma, quando i genitori sono giovani, credo che amino i figli specialmente perchè sono il risultato concreto del loro amore. Il vivo affetto per i figli, di regola, può portare persino al sacrificio personale de’genitori, per il bene di essi; ma quell’affetto non dà le vibrazioni assai diverse del vero amore. In questo, 1’uomo e la donna si fondono insieme, formano quasi una cosa sola. Tra genitori e figli, vi è una parentela di primo grado; ma, nell’amore coniugale, si va più oltre: c’è una intimità più particolare, quando e perchè si è tutt’uno. Appunto: Dio trasse Eva dal costato stesso - la parte più nobile - di Adamo.
         D’ altra parte, l’affetto per i figli è, di regola, più costante e più duraturo: non teme le tempeste e le procelle che dànno spesso l’amore ed il matrimonio. Forse perchè l’amore coniugale dà un entusiasmo ed una vibrazione più intensa, e perchè ai voli troppo alti della passione

« Sogliono i precipizi esser vicini »

(uso un verso del poeta di La Gerusalemme liberata), succede non ai rado che da un grande amore — o per malintesi, o perchè la debolezza dell’ umana natura non può vivere sempre in un’atmosfera così fiammante ed alta — germoglia persino un grande odio e un grande dolore, del quale è spesso causa la gelosia, corona, complemento e tormento, resurrezione e tomba dell’amore. Quod a lectoribus fata avertant!
         Lessi un proverbio francese, che dice: « La femme est le paradis des yeux, l’enfer de l’àme, le pùrgatoire de la bourse »; ma, se possono ammettersi come vere le due prime asserzioni, è però molto a dubitare sulla verità della terza; perchè si trovano non di rado delle donne econome, parche, tanto da essere insigni modelle della più schietta avarizia; le quali peraltro costituiscono, in tal modo, le basi e le fortune di varie ricche famiglie.

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         « Croce e delizia al cor! »
         Raggio smagliante di luce e di sole, o guizzo sinistro di fulmine, incanto ed estasi o felino animo di tigre, paradiso in terra o martirio, è la donna per i uomo e per la famiglia. Bella, proba, virtuosa, di essa la casa gode e si allieta: improba e perfida, l’avvolge di caligine e di nefandezze. Angelo o demone; bellezza fisica, morale, ideale, o vituperio: Maria Vergine, Lucrezia, Virginia, Beatrice, o Circe, Semiramide, Messalina, Lucrezia Borgia. La grandissima maggioranza, è, però, formata di tipi intermedi, che inclinano in un senso o nell’ altro o che, magari, hanno vizi e virtù insieme, ma non in grado straordinario!
         La donna può, con un suo sorriso, infondere speranza, coraggio, nobile ardire ed, in ugual modo, può pure suscitare l’atto più abietto, l’odio o la vendetta più atroci. Non tutti i pregi, nè tutti i vizi sono ugualmente nell’ uomo e nella donna, nè nelle medesime proporzioni. In generale può, per esempio, affermarsi che l’uomo ha maggiore ingegno, è più coraggioso, più veritiero: la donna è, a volte, di più delicati sentimenti, più religiosa, più attenta, forse perchè così educata da tempo, alle cure della famiglia.
         L’ unione, la fusione di due caratteri, di due esseri, per natura un po’ diversi, si ha col matrimonio. Non quando nasce, nè quando schiude il suo sorriso ai raggi ed al tepore dell’ adolescenza, ma quando viene a formare il centro, il perno e l’essenza di una nuova famiglia, la donna attira l’attenzione generale, perchè allora interessa non più l’individuo soltanto, bensì la società. Sposa e madre, col suo entrare nella famiglia, si costituiscono le basi di una nuova generazione. E la società, che è il complesso delle singole famiglie, sarà buona, se queste son buone; cattiva, se sono cattive. I padri accorti regolano gli studi, l’intelletto, l’indirizzo professionale de’figli; ma le madri savie ne temprano e ne curano specialmente l’animo e, col loro esempio, la vita. S’irradia, quindi, dalla donna la luce, o sì diffonde la tenebra in una famiglia, alla quale l’uomo dà, per lo più, un indirizzo generale, di massima, essendo, di regola, suo pensiero principale l’assicurarne le condizioni economiche ed il posto nei vari gradini sociali.
         Non tutto quello che è lecito all’ uomo è permesso ugualmente anche alla donna. Nè questo si fa per gelosia o per mantenere una schiavitù mulibre; perchè ciò non deriva da un minor rispetto che si ha per la donna, ma da un maggiore riserbo che si vuole per lei, serbandola appunto, dignitosamente, per le cure e per i sentimenti più nobili e più santi.
         Non accampi, perciò, la donna parità di diritti e di doveri con l’uomo: ben diverse sono le loro mansioni. L’ uomo deve adorare la donna, quando essa è per lui un modello di fanciulla, di fidanzata, di sposa, di moglie: allora, non sarà la sua compagna, sarà invece la sua regina, a cui deve il turibolo sincero dell’ anima. E, nel profondo del sentimento, regina resta nell’ animo dell’ uomo, pur quando questo commetta transitorie infrazioni erotiche alla fede coniugale; perchè, anche allora, l’animo e la mente possono adorare le bellezze fisiche e morali della moglie, pur se i sensi sono, per caso, magari contro volontà, tì,aviati.Ma aberrazioni, pur passeggiere, direi persino anche solo di pensiero, non sono invece facilmente perdonabili alla donna. Se essa è regina, sovrana, madonna ,deve mantenersi immune dalle colpe, in fondo più bestiali, dell’uomo, anche perchè la società ne fa giustamente una valutazione ben diversa. La donna deve intendere il suo uomo: non deve posporlo, in tutto il suo essere e la sua vita psico-fisica, specie a chi, intellettualmente, moralmente, socialmente, val meno di lui. Chi non intende e non sente questa religione, non prenda marito; altrimenti, non si meravigli poi se si accorgerà, a sue spese, che non tutti gli uomini sono Tartufi, e non scarseggia, invece, tra essi, l’animo ed il cuore di Otello.
         Se il divorzio fosse ammesso anche in Italia, il rinnovarsi degli esempi otelliani sarebbe certo più raro: perciò, lo credo una medicina psicologica e sociale utile, tanto più che vasto è il dilagare della corruzione moderna.
         In qualunque modo, cerchino le donne di non abbrutirsi: il fango si mescoli pure col fango; ma le elette non si pieghino avanti a vuote animule di ballerini vanesii e di cicisbei impomatati, e cerchino invece che, non solo innanzi alla loro leggiadria corporea, ma anche e sopratutto innanzi alla loro bellezza morale s’inchini l’invidiabile omaggio fervoroso delle anime nobili, perchè non solo l’uomo deve cercar di meritare la stima e l’amore delle donna, ma anche la donna non deve perder mai di mira il lodevole scopo di meritare l’amore e la stima di un uomo degno.

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