Studi Sociali e Giuridici - Tommaso Mario Pavese

5. - Le teorie anarchiche incompatibili coll’ordine sociale

         Dunque, ripeto, sempre è necessaria l’esistenza dello Stato, con le sue autorità saviamente prescelte e con le sue eque leggi.
         Da ogni Stato moderno deve scomparire l’esoso dispotismo od assolutismo. E’ discutibile però, se (tenuto conto delle condizioni politiche, storiche e sociali varie nei vari popoli) convenga più un governo monarchico-costituzionale o un governo repubblicano. La repubblica sembra a molti preferibile, perchè sviluppa maggiormente tendenza democratica, e fa spendere meno pel Sovrano, direttamente responsabile dinanzi al paese; e perchè essa garantisce fa capacità nel capo dello Stato, che sorgerebbe così da una scelta e non, come nella monarchia, dal caso della nascita. Ma può obiettarsi che, anche la monarchia, purchè cosciente dei doveri che i nuovi tempi impongono, potrebbe favorire la tendenza democratica: ed i Parlamenti, che per l’articolo 19 dello Statuto ne fanno facoltà, potrebbero moderare le spese per la lista civile dei re, pei quali restano responsabili i Ministri, punibili se complici nella colpa. Nè sempre i presidenti di repubblica sono di capacità intellettuale e morale superiore a quella dei re costituzionali; anzi l’esperienza dimostra che, quando i poteri si ottengono dalla scelta degli elettori, questa scelta quasi mai è libera, ma quasi sempre pervengono al potere i facinorosi, i farabutti e gl’intriganti. Perciò, la monarchia costituzionale evita le scosse pericolose spesso susseguenti alla scelta di un nuovo capo di Stato; evita lotte immorali e talvolta sanguinose tra i partiti; evita altresì le notevoli spese per le elezioni, con i conseguenti reati elettorali; e fa che il Sovrano, spregiudicato dagli eventi e dai pericoli delle elezioni, esegua, se sa intenderli, serenamente i suoi doveri. E se non sa intenderli da sè, la Nazione può destituirlo, o potrebbero illuminano i Magistrati, i Ministri, le Camere, tenuto conto che il Sovrano raramente può da sè solo compiere affari politici. Inoltre la Monarchia può avere unità, in certo modo permanente, di indirizzo politico, non essendo essa sottoposta al variare pericoloso e tumultuario dei partiti; pur essendo vero che, più che amata, essa è talvolta, in certi tempi ed in certi luoghi, soltanto tollerata.
         Ma se in generale, può dubitarsi se sia preferibile la repubblica o la monarchia, non può però, in Italia, dubitarsi che, almeno per ora, la monarchia costituzionale sia preferibile, perchè ad essa gl’Italiani sono abituati da tempo; perchè i re che fin’ ora si sono succeduti al trono hanno dato risultati abbastanza buoni; ed anche perchè la Casa Savoia si ricollega a nobili tradizioni ed a patriottici ricordi storici, che non potrebbero facilmente cancellarsi dal cuore degl’ Italiani.

***

         E’ trascorso più di un ventennio, da quando colpi di rivoltella, scattati da mano assassina, ferirono a morte il re Umberto; ed un’onda di intenso dolore sconvolse allora l’Italia. Il pianto della soave Sabauda Margherita passò come melanconico suono di armonica arpa sul cuore degl’Italiani, e la voce che accompagnava quel pianto conteneva un rimprovero ed un monito assai grave e solenne: Eri buono e ti hanno ucciso ! —
         La Nazione festeggiò, con sentimento fervido abbastanza, il cinquantenario dell’ Unità, ed annualmente celebra i suoi fasti e le sue vittorie.
         Il III Vittorio Emanuele — quegli che fu dalla morte assunto re nel mare — annunciò, dal Campidoglio memore delle antiche nuove glorie della Patria, che il suo cuore sente i bisogni del popolo, e cerca, per quanto è possibile, di sodisfarli. Tutto ciò dimostra che Re e Nazione palpitano, in gran parte, di unanime palpito, e s’intendono e si accordano ne’ desiderii e nelle speranze.

__________________________________________

Pagina Precedente Indice Pagina Successiva
Home