GERARDO DE PAOLA - ZINO E... MISTERO - a) DISSENSIONE... tra comunità ecclesiale e civile

a) DISSENSIONE... tra comunità ecclesiale e civile
__________________________________________

        L'esigenza di realizzare, in permanenza, un sincero, fattivo e critico connubio tra comunità civile ed ecclesiale, deve guidare tutti gli operatori dall'una e dall'altra parte, a verificare, anche dialetticamente, i bisogni primari dell'unica comunità, cui offrire, in dimensione oblativa, il proprio "servizio", anche se con immancabile frizione di co-ordinamento delle forze disponibili, con diversità di azione, non certo in opposizione o in alternativa.
        A conferma di questa viva e profonda esigenza di corresponsabilità nel servizio da parte di Zino, si riporta a questo punto una significativa documentazione, che evidenzia la durezza del cammino da fare insieme, sempre in salita e, a volte, nel contrasto.

        Lettera aperta all'Amministrazione Comunale del 26/10/89.

Vallata, 26 ottobre 1989

        Spett.le Amministrazione Comunale

        Il sottoscritto, sac. Gerardo De Paola, quale rappresentante della Comunità Ecclesiale di Vallata, con la presente espone a tutti i componenti dell'Amministrazione quanto segue:
        1) le strade di accesso alla Chiesa Parrocchiale sono tutte in uno stato pietoso;
        2) le zone attigue alla stessa, dove sono state abbattute le case dopo l'ultimo sisma, sono ridotte a "pattumiera" e ricettacolo d'infezione;
       3) la ringhiera dell'arco-chiesa, a circa due anni di distanza dal primo intervento, non è stata ancora sistemata definitivamente e tantomeno verniciata, offrendo a forestieri e turisti uno spettacolo vergognoso;
        4) la cappella comune del Cimitero, dopo reiterati appelli in privato ed in pubblico, non è stata ancora messa in condizione di funzionare, pur approssimandosi un altro inverno, durante il quale potrebbe essere necessaria per funerali di emergenza.
        Le cose di cui sopra sono state dal sottoscritto notificate svariate volte al signor Sindaco verbalmente e con "pro memoria", nonché ricordate a qualche Consigliere, per sollecitarne la soluzione, ma a tutt'oggi nulla di fatto. Pertanto, il richiedente esige questa volta che il presente esposto sia letto pubblicamente in Consiglio, dandone risposta per iscritto e precisando quando e come s'intende intervenire per risolvere detti problemi, onde metterne al corrente la popolazione. In attesa di sollecito riscontro distinti saluti

L'Arciprete
(Sac. Gerardo De Paola)


        Lettera aperta del Partito Comunista Italiano Sezione "A. Gramsci"

Vallata, 15/11/1989


        Lettera aperta al Parroco di Vallata

        Da cinque anni il PC e il gruppo Colomba continuamente chiedono che venga dato mandato all'Ufficio Tecnico per attuare un progetto di sistemazione (verde, parcheggio o ricostruzione) delle zone demolite nel centro storico.
        Che questo sia un problema sentito dai cittadini Vallatesi, ce lo dimostra palesemente la lettera che Lei, Don Gerardo, ha indirizzato al Sindaco.
        Nella seduta del Consiglio Comunale del 6111189 è stato letto il suo messaggio dai toni aspri e contenuti pieni di amarezza ma - purtroppo - rispondenti al vero.
        Il Sindaco definisce inaccoglibili le sue richieste per "il tono usato, per palese ingerenza negli affari civili", naturalmente da parte del "potere religioso".
        Ancor più grave l'insinuazione che Lei sia "stato FORAGGIATO" (?!) per arrivare a dire tali cose.
        Il consigliere Nicola Cicchetti è intervenuto, non soddisfatto delle argomentazioni addotte dal Sindaco - lesive, oltretutto, dei diritti riconosciuti ad ogni cittadino - dichiarando di condividere in pieno non-solo il contenuto ma anche l'indignazione per la situazione di degrado che si è creata, per incuria e mancanza di responsabilità dell'Amministrazione verso gli elettori.
        Un senso di "ripugnanza" (quella stessa di cui parla il Cardinale Potetti) si avverte nei toni della discussione del C.C. che doveva essere di condanna e di denuncia di inefficienza dell'Amministrazione D.C., si è trasformata in accusa di invadenza del potere spirituale in quello temporale.
        Forte è la "ripugnanza" che si avverte nel leggere la delibera che della discussione è stata fatta, in essa la dichiarazione del Sindaco è riportata in modo tale da fargli dire tutto il contrario di quanto aveva dichiarato in Consiglio Comunale.
        Crediamo di non dover fare come suggeriva Montanelli nel 1976: "turarci il naso a votare D.C. ", perché il puzzo che esala dalle zone degradate del nostro centro storico e non solo da quelle... è ormai insopportabile ed insostenibile.

Partito Comunista Italiano
Sezione di Vallata

        Cicl. in prop.


        La risposta alla mia, da parte dell'Amministrazione, non è mai giunta, perché la maggioranza si è lasciata guidare dai soliti "maestri d'orchestra", adusi anche questi a "buttare la pietra e nascondere la mano..." con meschina vigliaccheria...
        Immediatamente però, imponendo al marmista "salti mortali", provvedono, anche con lavori notturni, alla sistemazione dell'altare al Cimitero, doloroso retaggio delle "velleità" dei predecessori, ma soltanto per ovviare a temute... sobillazione!
        Nel tono della lettera infatti avevano letto il messaggio sotteso al "dente amaro", mostrato da Zino, a nome di un'intera popolazione, per le loro inadempienze: avevano da pensare ad... altro!
        Soltanto questo è stato il movente di quella corsa affannosa per la sistemazione dell'altare, che resta "a memoria perenne" dell'increscioso episodio, anche per le generazioni future.
        Logicamente, ma poco intelligentemente, la minoranza prende la palla al balzo, esclusivamente a fini.. elettoralistici, cercando di sfruttare l'inattesa occasione piovuta dal... cielo!
        Il proclama della lettera aperta al Parroco, preparata certo dai "direttori di banda", come espressione di tutto il partito, rivela chiaramente la comune volontà di "strumentalizzare" anche Zino per la loro... causa!
        Poveri allocchi! pensavano di fare colpo su... Zino, facendo, oltretutto, anche riferimento "pappagallescamente" e pretestuosamente, alla "ripugnanza" del Card. Poletti e al "puzzo" di montanelliana memoria!
        L'umiliante episodio mette solo "a nudo" l'infantilità della minoranza, e la vigliaccheria della maggioranza a parlare "alle spalle", dando luogo a un "doppio concentrato" di... test amministrativo della Cosa Pubblica.

 
Copia di deliberazione del Consiglio Comunale
N. 259 del Reg. data 6/11/1989 - Oggetto:
Comunicazione Don Gerardo De Paola

        Il Presidente dà lettura della lettera inviata dall'Arciprete sac. De Paola, acquisita al Prot. n. 5883 del 26/10/1989, della quale qui di seguito si trascrive integralmente il testo: (è riportato il testo della lettera). Il presidente stesso risponde ai vari rilievi mossi dal Rev.mo Arciprete Sac. Gerardo De Paola, come segue:
        1) Per le strade di accesso alla chiesa Parrocchiale l'U.T. sta predisponendo un progetto di primo intervento che renda agibile le strade stesse, in attesa di una variante organica al P.d.R. finalizzata alla definitiva ristrutturazione e sistemazione di tutta l'area interessata;
        2) Si provvederà con ogni possibile tempestività ad eliminare gli inconvenienti lamentati relativi alle aree di sedime attigue alla chiesa Parrocchiale;
        3) Si provvederà, altresì, alla definitiva sistemazione della ringhiera dell'arco-chiesa;
        4) Con ogni sollecitudine, ad evitare, i segnalati inconvenienti, all'incalzare della stagione invernale sarà attuato il richiesto intervento per la Cappella comune del Cimitero.
        Nell'apprezzare lo spirito di collaborazione che si ritiene abbia animato le osservazioni contenute nella nota di cui sopra, il Sindaco dà le più ampie assicurazioni circa l'impegno dell'Amministrazione nel risolvere i problemi prospettati, nei tempi e nei modi più solleciti, compatibilmente anche con le effettive disponibilità finanziarie.
        Il Cons. Cicchetti Vito Nicola dichiara di ritenere la risposta del Sindaco non soddisfacente, in quanto le osservazioni dell'Arciprete - che risultano conformi alle ripetute segnalazioni del gruppo di minoranza - denotano un ritardo negli interventi di sistemazione delle aree attigue alla Chiesa Parrocchiale a seguito di demolizione di fabbricati pericolanti.
        Fa rilevare, altresì, che gli inconvenienti lamentati non riguardano solo l'area circostante la Chiesa Parrocchiale ma anche tutte le altre interessate alle demolizioni, per le quali ripetutamente è stato suggerito dal gruppo Colomba l'intervento di sistemazione previsto anche nel riparto dei fondi assegnati con la legge 219/81.
        Infine segnala la opportunità di incaricare l'U.T. a redigere con urgenza una perizia specifica per i vari interventi indicati nella comunicazione dell'Arciprete e di inviare i netturbini a rimuovere immediatamente i rifiuti dell'area in questione.
        Il consigliere Ragazzo Severino esprime consenso al contenuto della comunicazione all'Arciprete pur ritenendo riduttiva la richiesta rispetto alle più ampie esigenze in ordine alla sistemazione delle aree interessate dalle demolizioni.
        Il cons. Nufrio Vito Antonio, a nome del gruppo di maggioranza considera valide le sollecitazioni dell'Arciprete in ordine ai problemi prospettati, concorda con le assicurazioni date dal Sindaco, sollecita gli assessori competenti ad interventi opportuni, predisposti dall'U. T C.

Il Consiglio Comunale

        Dopo ampia e serena discussione,

delibera

       - far proprie le richieste avanzate dall'Arciprete sac. De Paola, quale rappresentante della Comunità Ecclesiale di Vallata;
       - dare le più ampie assicurazioni circa risoluzione dei problemi evidenziati;
       - ritenere il dibattito svolto in Consiglio Comunale, come sintetizzato nella narrativa del presente atto, quale risposta scritta alla richiesta dell'Arciprete Sac. De Paola.

        I quattro rappresentanti della minoranza, tutti uomini di "cultura", cadono addirittura nel "ridicolo", quando, pur avendo notato che il verbale di delibera non rispecchiava la discussione avuta in seduta, si contentano soltanto di esprimere farisaicamente, a scopo elettoralistico, nella lettera aperta la loro "forte ripugnanza".
        Eppure essi, due "legali" e due "proff.", avrebbero dovuto sapere che era un loro diritto non solo "non sottoscrivere", ma anche, scoperto l'inganno, chiedere la convocazione di una seduta straordinaria, per apportare le gravi e dovute correzioni, da far "virgolettare" in un nuovo verbale, che rispondesse obiettivamente alla discussione avuta durante la seduta.
        Era questo l'unico modo per "in-castrare" (sarebbe più imaginifico togliere la... preposizione!) la maggioranza e per coinvolgere Zino a fare la sua parte.
        La contraddittorietà di tutta la lettera è confermata pure dai due interventi di minoranza nella discussione di seduta del 6 novembre: il primo dichiara di "non essere soddisfatto" (bontà sua...!) delle argomentazioni addotte dal Sindaco e il secondo nell'esprimere "... consenso al contenuto della comunicazione dell'Arciprete, pur ritenendo riduttiva la richiesta..." (nella sua finta.. ingenuità, si attendeva dal sottoscritto la richiesta di un progetto... generale di risanamento! Chi è in perenne atteggiamento di campagna elettoralistica, non si accorge della ridicolaggine e del vuoto intellettuale in cui si cade quando, pur di "farsi sentire" come minoranza, si dice una cosa e si pensa ad... altro!). .
        Il partito comunista, tramite i suoi illustri "personaggi", con la lettera aperta credeva di essere riuscito "finalmente" a propiziarsi una voce libera, che da tanti anni dava fastidio anche a loro.
        Purtroppo, per essi, la lettera si è cambiata in un monumento "ad perpetuam rei memoriam" della loro... imbecillaggine!
        All'imberbe latore della lettera, Zino chiede immediatamente una fotocopia del verbale di delibera del C. C. Appena in possesso del documento, Zino, fa notare al "legalino" che quel verbale poteva essere nelle mani di Zino un "corpo del reato" per una bella denuncia di "falsità" della loro lettera aperta.
        Una delle due: il falso era nel verbale di un atto pubblico, o nella lettera aperta, proclamata a tutti i venti, dentro e fuori paese?
        Il dilemma era veramente... "cornuto" e lo avvocatino, strappato finalmente dal suo "sogno elettoralistico", dietro questo "aut, aut" propostogli, questa volta da quel volpone di Zino, chiede e ottiene la convocazione straordinaria del C.C., per il 16 gennaio '90.

Testo della delibera n. 5/90

        Assume la presidenza l'ass. delegato Sig. Zamarra Francescantonio il quale chiede l'approvazione dei verbali delle sedute precedenti.
        Il cons. Cicchetti Vito Nicola dichiara di votare a favore dell'approvazione dei verbali delle sedute precedenti a condizione che si proceda ad una corretta esposizione della discussione avvenuta in Consiglio Comunale in data 61111 1989, relativamente alla delibera n. 259.
        Il C. C. accoglie la richiesta del cons. Cicchetti Vito Nicola per cui la delibera n. 259 del 6/11/1989 viene così integrata specificatamente per quanto concerne la relazione del presidente che viene sostituita come segue:
        Il Presidente, dopo la lettura della comunicazione del Rev.mo Parroco fa rilevare che accanto alla evidenziata carenza di appropriati interventi sulle aree adiacenti alla Chiesa Madre, la comunicazione stessa, dai toni piuttosto marcati, trascura sia positivi riconoscimenti all'azione amm.va complessiva, sia altri e più urgenti problemi legati alla non ancora del tutto risolta emergenza del terremoto.
        Pertanto ritiene inaccettabile lo spirito della comunicazione, nonostante il concreto riferimento a situazioni cui l'Amministrazione Comunale deve dare una positiva risposta, facendosi carico di reperire i fondi all'uopo necessari.
        Ritiene, infine, che non si debba dare altra risposta alla comunicazione in aggiunta a quella contenuta nel deliberato consiliare.
        A questo punto entra in aula il Sindaco Dr. Toto Michelangelo che assume la Presidenza.

        Il Consiglio comunale su proposta del Presidente
        Visto l'art. 300 del T.U.L.C.P. 4.2.1915 n. 148;
        All'unanimità

delibera

        - approvare i verbali delle sedute 9.11.1989 e 28.12.1989 dal n. 265 al n. 289 dispensandone la lettura e consenso dei presenti.

        Questa però, come si può notare, si risolve non in una "rettifica" ma in una accentuazione "ad usum delphini": all'avvocato delle cause perse, purtroppo, sfuggono queste "finezze professorali", per cui, tranquillamente, ma forse inconsapevolmente, sottoscrive la delibera, insieme ad altri due di minoranza presenti. Ironia della sorte!
        Quando Zino ha fra le mani la fotocopia del verbale, cerca di scuoterlo, di farglielo notare, ma, ormai, era un uomo... a tappeto... tramortito. Chissà se avrà avuto modo di notare questo stato pietoso anche una sorella, ragazza intelligente, ma anch'essa con i "para-occhi politici", per dire al fratello: "come ti hanno ridotto!", espressione che, in precedenza, aveva rivolto, sarcasticamente, a Zino per... stuzzicarlo! immediatamente dopo quell'aborto di vergognoso proclama comunista...
        I verbali di delibera, atti ufficiali, sono anch'essi qui riportati a perenne testimonianza delle "logomachie" di certe deliberazioni consiliari, da me esumate dalla... oltretomba!
        Questi documenti meritano pure un po' di analisi... logica, per i non "addetti ai lavori".
        Per chi conosce "uomini e cose" è evidentissimo anzitutto che lo stile non è "segretariale", ma "professorale", vera carta d'identità di un esimio giostratore della. ..parola!
        La seconda delibera, soprattutto, è un gioiello incomparabile di "test di funambolismo" parolaio per:
        - giustificare lo spirito e l'operato della truppa amministrativa;
        - dichiarare "inaccettabile" lo spirito della comunicazione del Rev.mo Parroco;
        - cui "non dare altra risposta in aggiunta a quella contenuta nel deliberato consiliare".
        Alla foga del "dettatore" del verbale è da attribuire anche la "insulsaggine" della comparsa finale del Sindaco, quasi chiamata di correo, a chiusura della... sceneggiata, immortalata nei secoli negli atti pubblici del mal capitato Comune, oltretutto, all'epoca, amministrato "sotto mentite spoglie" da un partito di maggioranza, etichettatasi "cristiana".
        Col cambio di guardia amministrativa, la minoranza diventa maggioranza, ampliata ai "reduci" di altri partiti e, soprattutto, ai "nauseati" della vecchia maggioranza, sotto il simbolo "bene-augurante" della Colomba, nella speranza che non subisca metamorfosi per cambiarsi in... falco!
        In questa nuova maggioranza assumono ruoli importanti anche dei giovani cresciuti alla "scuola" (si fa per dire!) di Zino, i quali certamente sanno che questi si è rivelato sempre una "voce libera", e, profondamente allergico ai "colori partitici", per oltre un trentennio, come un'intera popolazione può darne atto.
        Questa ormai collaudata, trasparenza di rapporti con tutti stimola il neo-Sindaco, in vista dello Statuto da preparare nei comuni per la legge 142, a pregare Zino di fare una sintesi storica di Vallata, che serva da "introduzione" e punto qualificante di "riferimento", nella compilazione dello stesso.
        Con piacere questi offre la sua immediata collaborazione, con una succinta sintesi, ricavata dalla sua pubblicazione su Vallata.
        La compendiosa relazione, avendo trovato favorevole riscontro in tutta l'Amministrazione, sarà poi riportata quasi integralmente, come introduzione allo Statuto, dal quale ognuno può "esumarla".
        Ad evitare però che la collaborazione si riducesse ad una "fredda" memoria storica di verticismo, Zino si preoccupa pure di coinvolgere subito la comunità ecclesiale e civile, con una la lettera aperta, indirizzata all'Amministrazione comunale. Anche dall'altare cerca di sensibilizzare la base a non rimanere "assente", a quel significativo evento per il futuro del paese.
        Si riproduce il testo integrale della lettera.

 
Parrocchia S. Bartolomeo Apostolo

LETTERA APERTA ALLA AMMINISTRAZIONE COMUNALE
DI VALLATA


        Penso che tutti voi Amministratori, di maggioranza e minoranza abbiate avuto modo di esaminare la sintesi storica da me preparata, su richiesta del Sindaco, come bozza di introduzione allo Statuto previsto dalla legge 142, e come orientamento nella stesura dei singoli articoli, che rispecchiassero l'identità culturale vallatele, per uno sviluppo del cittadino, nell'alveo naturale a lui congeniale.
        In questo importante momento costituente, sarebbe stato utile un pubblico dibattito, perché la base fosse coinvolta nel darsi questo strumento di autonomia statutaria, in conformità del dettame costituzionale: un primo traguardo di rapporto costruttivo fra comune e cittadini.
        In conformità delle nostre radici socio-religiose, anche come comunità cristiana ci sentiamo interpellati ad offrire un nostro contributo, in linea col desiderio comune di saldare sempre più cittadini e istituzioni, memoria del passato e progettualità futura, crescita della persona e sviluppo del paese. Pertanto, alla luce della cultura che si radica nell'esperienza cristiana, si propongono alcuni principi fondamentali.
        1) CENTRALITÀ DELLA PERSONA, nella concretezza della sua dignità umana da riconoscere, rispettare e promuovere, soprattutto nelle fasce più deboli, in tutti coloro che, continuamente, corrono il pericolo di essere privati di dignità: handicappati, anziani, poveri, disoccupati, sfruttati, persone sole.
        Di qui l'urgenza di creare, in periferia e al centro storico, ancora tutto da riscattare da un vergognoso degrado, centri polivalenti di accoglienza e strutture, che facilitino comunicazione e partecipazione, movimenti culturali e sportivi, servizi sociali e sanitari, anche con l'ausilio del volontariato, per un armonico sviluppo del tessuto sociale di solidarietà.
        2) RISPETTO DELLA VITA, in tutto l'arco esistenziale, dal concepimento alla morte, con risorse da prevedere in bilancio, per garantire risposte sicure ai bisogni effettivi.
        3) VALORE PRIMARIO DELLA PACE, fondata sulla GIUSTIZIA, per lo sviluppo integrale della comunità e del paese, con un trasparente uso di tutte le disponibilità economiche, valorizzando anche risorse ambientali e patrimonio storico, beni culturali del passato e del presente, folklore e tradizioni popolari, atti a:
        - rivitalizzare l'agonizzante artigianato;
        - ossigenare il sempre tradito mondo rurale, ansimante nei rantoli di morte, fornendolo di strade e servizi dignitosi;
        - incentivare il turismo, attualmente inesistente, offrendo in continuità storica una genuina testimonianza della antica ospitalità di questa Terra.
        4) VALORE FONDAMENTALE, congenito alla "anima vallatese", della LIBERTA' di tutti, da condizionamenti politici ed economici, per un'autentica crescita culturale, atta a sollecitare una matura coscienza di civile appartenenza ad una comunità locale, intesa come un insieme di persone, legate da vincoli umani, finalizzati alla convivenza e alla condivisione. In tale contesto, consigli comunali e strutture educative, partiti e sindacati avranno il ruolo di rappresentare significativamente istanze, tensioni e valori della base, armonizzandoli, in modo da evitare che gli interessi dei più forti prevalgano a danno dei più deboli, come prevede anche l'istituzione della figura del difensore civico a tutela dei diritti del cittadino.
        Il banco di prova di ogni amministrazione è costituito dalla capacità di ricomporre gli interessi di tutti, dando priorità ai più deboli, attraverso progetti, miranti esclusivamente alla costruzione dello Stato sociale, basato sulla solidarietà, come nello spirito della Costituzione.
        L'attuale Amministrazione è investita della responsabilità di rendere operanti e praticabili per tutti, privilegiando gli emarginati, le normative della pubblica amministrazione, intese come: a) trasparenza e rigore del processo decisionale; b) efficacia nella sua attuazione; c) rappresentatività della identità culturale della cittadinanza.
        Don Milani scriveva: "Una distribuzione uguale fra uguali è giustizia, fra disuguali è somma ingiustizia" . Un monito sempre attuale!
        La solennità della Pentecoste, che ricorda la nascita della prima comunità cristiana, sia di buon auspicio per una congeniale rinascita della nostra vetusta comunità civica.
        Vallata, 19/5/91 Festa della Pentecoste

L'Arciprete
Sac. Gerardo De Paola

        Purtroppo, come Zino ha avuto modo di puntualizzare nella discussione di seduta del Consiglio comunale sulla bozza di Statuto, lo spirito di questa lettera aperta era entrato solo di "sfuggita" nella formulazione dei vari articoli.
        Aveva pure cercato di richiamare l'attenzione dei presenti sull'urgenza dell'istituzione della figura del difensore civico: la proposta è stata "vanificata" in
        forza dei soliti "cavilli giuridici", anche perché, in verità, la partecipazione del pubblico alla seduta, come poi Zino "tuonerà" dall'altare, era stata limitata a poche persone.
        L'idillio di collaborazione cominciava a mostrare incrinature che, col passare del tempo, anche per voci che cominciavano a correre in paese, circa un cambiamento di nomi delle strade, diventavano sempre più profonde.
        Infatti, alla chetichella, nel "conciliabolo" di una seduta di giunta, sistema privilegiato dalla nuova maggioranza, anche per cose di interesse generale, era stata presa questa decisione, di sapore prettamente partitico.
        Zino fa fatica a credere, al solo pensiero che possa cambiarsi con avvilente leggerezza una onomastica stradale, collaudata dalla storia, e che "fa storia", fino a che non ha fra le mani la famigerata delibera n. 265 del 21/6/91.

Copia di deliberazione della Giunta Comunale

        Premesso che sono in corso le operazioni preliminari del XII Censimento della popolazione e che per ritrovarsi pronti al suo regolare svolgimento, si rende necessario effettuare la revisione generale della sistemazione della numerazione civica e della denominazione stradale, nonché mutare il nome ad alcune strade senza particolari significati;
        Ciò premesso,
        Dato atto che numerose vie del paese non hanno ancora una propria denominazione;
        Sentite le varie proposte suggerite dagli organi scolastici, appositamente interpellati, e dagli Assessori presenti;
        Visto l'elenco di nuovi nomi proposti;
        Visto l'art. 10 della Legge 1228/1954 nonché gli arti. 36 e 37 del Regolamento di esecuzione;
        Vista la Legge 12.2.1958, n. 126;
        Ritenuta l'opportunità di completare la denominazione delle vie e mutarne alcune;
        Con voti unanimi espressi nei modi e forme di legge

delibera

        - di approvare le proposte di nuova denominazione stradale di cui all'elenco allegato che si intende faccia parte integrante della presente deliberazione;
        - di chiedere all'On. Ministero della P.I. per tramite della Sovraintendenza ai Monumenti e all'On. Ministero dell'Interno l'approvazione per il mutamento del nome di alcune vecchie strade;
        - dare atto che per le provviste della numerazione civica e per la sua collocazione sarà posta a carico dell'utenza mentre per le targhe e il loro collocamento sarà sostenuta dal Comune la cui spesa troverà applicazione al Capitolo 1050 del bilancio del corrente esercizio;
        - disporre l'inoltro degli allegati all'Ufficio tecnico Com.le per l'aggiornamento dello stradario com.le.
        - Di inoltrare la presente deliberazione alla CO. RE. CO. per il visto di legittimità. (Segue elenco delle strade nuove, unitamente alla denominazione cambiata di altre).

        Immediatamente, e con estrema durezza, Zino affronta il Sindaco, nella speranza di "bloccare" in tempo tutto, ma era già tardi, per la loro caparbietà! C'è stata pure una raccolta di 500 firme, per sollecitare la maggioranza a ritrattare quella "insulsa" vigliaccata, che essa si ostinava a "giustificare", pur pigliando coscienza, man mano, di averla fatta... grossa! E' proprio vero che "sbagliare è comprensibile", ma "ostinarsi nello sbaglio è... diabolico!"
        Eppure, con un minimo di "coerenza civica" e con molta umiltà, facendo presente al Comitato Regionale di Controllo di essere caduti, nell'euforia del momento, a causa del fanatismo partitico, in una scandalosa gaffe, si poteva annullare l'irragionevole cambiamento dei nomi di alcune strade, come, del resto, è stata "annullata" l'infantile contraddizione di aver "cambiato" Via Piazza di Sopra in "Via Don Sturzo" (erano state già fissate le targhette, poi tolte - mi dispiace per Don Sturzo - dopo alcuni mesi, in seguito alla ridicolaggine evidenziata da Zino) lasciando "ciecamente" i vicoli di accesso alla strada col vecchio nome.
        Avrebbero guadagnato anche politicamente con un gesto di sincera umiltà, di fronte ad un'intera popolazione di cui Zino si era fatto portavoce, nel riconoscere l'avvilente abbaglio.
        L'ostinazione nell'errore, invece, li ha completamente "cristallizzati", trascinandoli ad un tradimento della comunità, anche nelle sue radici culturali.
        L'idillio purtroppo, s'infrange totalmente in occasione dell'inaugurazione del Palazzo, "perenne monumento allo... spreco". La solenne cerimonia è presieduta da un personaggio politico che, per darsi aria di grandezza, infligge a tutti i convenuti una lunghissima, sfibrante attesa, che Zino gli avrebbe voluto rimproverare pubblicamente, se gliene avessero dato la possibilità.
        I motivi della rottura sono spiegati nella mia seconda lettera aperta.

Vallata, 1° dicembre 1991

PARROCCHIA S. BARTOLOMEO AP. - VALLATA
LETTERA APERTA all'Amministrazione Comunale di Vallata
e p.c. Alla Cittadinanza di Vallata
A S. E. l'Arcivescovo di S. Angelo L/di

        Ieri sera, alla cerimonia di inaugurazione, ho atteso invano che giungesse il momento della "Benedizione " da voi programmata, in modo da avere la possibilità di una telegrafica puntualizzazione. Non avendolo potuto fare a voce, sento il bisogno di farlo per iscritto, perché, in regime democratico, la trasparenza è d'obbligo.
        Avrei voluto notificare a tutti che ero presente alla cerimonia non in veste di rappresentatività delle "Autorità religiose", come avevo appreso dal manifesto al pubblico, in quanto sia l'Arcivescovo che il sottoscritto erano stati informati mediante il cartoncino-invito. Ero quindi presente come "privato" cittadino, non per dare, quasi mago di turno, la Benedizione da voi prevista, ma solo per formulare l'auspicio che il Palazzo, pur avendo subito un "incomprensibile riattamento faraonico", potesse conservare la dimensione di Casa Comunale, come luogo di servizio, di comunicazione, di partecipazione democratica.
        Approfitto poi dell'occasione, per portare a conoscenza dei cittadini le mie rimostranze, già rivolte oralmente al Sindaco, dell'altrettanto "incomprensibile" cambiamento dei nomi di alcune strade, a meno che non si pensi di "cambiare" così il volto del paese.
        Mi permetto richiamare l'attenzione su alcune puerili incongruenze, che rasentano la ridicolaggine:
        - come si possono conservare i nomi di Vicolo Il, III, e IV Piazza di Sopra, se la Via Piazza di Sopra non esiste più?
        - il Vicolo I Piazza di Sopra, in lapalissiana logicità, se non altro di enumerazione, non poteva sostituire Via Zingari?
        - con un minimo di conoscenze storiche, Via Umberto I e Via XX Settembre, in parallelo, non potevano tornare rispettivamente al nome originario di Via Ponente e Via Levante, includendo l'intero percorso esposto ad Occidente e a Levante? Forse le conoscenze dei novelli geofisici non vanno oltre i... meridiani!?!
        - inoltre, solo per salvare ipocritamente la faccia, come si è potuto conservare il nome di Via Montevergine, riferendolo ad un pugno di case, in calcio d'angolo, senza includere il suolo della Cappella di Montevergine con dei ruderi ancora esistenti, che "storicamente" ha dato il nome a tutta la strada? Motivi di scelte partitiche, nonché di "congenita allergia" al religioso, hanno forse spinto i "neo-riformatori" a cancellare anche la "memoria storica" delle loro radici culturali.
        A confermare la mia impressione di "allergia religiosa" in questo assalto "rivoluzionario alla Bastia", ha contribuito anche l'eliminazione di Via e Vicolo San Rocco. Siamo al... parossismo!
        Ho stilato questa mia seconda lettera aperta, non per rivendicazioni di sorta. ma per lo stesso motivo della prima, che prego rileggere puntualizzando quanto ricordato al n. 4, circa la "matura coscienza di civile appartenenza alla comunità locale..."
        La crescita di questa comunità non si realizza con decisioni sulle teste della gente, nonché, a quanto si sussurra tra gli stessi compagni di muta, circa il caso di toponimia, con il "fariseimo " dell'unanimità di giunta, telecomandata da qualche istrione di... giuscibernètica, per una democrazia di nuovo conio.
        Il "Difensore civico", di cui resto sempre uno strenuo assertore, potrebbe aiutare a prevenire, oltre ai mali di.. potere, anche le... ridicole banalità.
        In attesa di doveroso riscontro, per iscritto, onde darne atto alla popolazione, auguro un buon lavoro di servizio alla comunità, e, nella comunità alla persona, come si evince dalla mia prima lettera aperta, da non dimenticare. Ossequi.

L'Arciprete
Sac. Gerardo De Paola


        La lettera ha trovato positivo riscontro nella stragrande maggioranza della popolazione, che si è vista "interpretata" nelle sue attese e delusioni "in-espresse", ma vivamente sentite, per cui la protesta l'hanno fatta propria, anche se alcuni, i soliti furbi e ipocriti, per vile interesse o piaggeria, dicevano il contrario alle persone, cui la protesta era rivolta.
        Agli amministratori e ai loro sostenitori, se non altro per spirito di... muta, la graffiante presa di posizione, da loro interpretata sadica, non poteva, almeno a primo acchito, far piacere. Successivamente però, per tanti di questi si è rivelata salutare perché passata la reazione a caldo, e riflettendo con calma, si sono convinti della sincerità critica, che era sottesa alla protesta.
        Parecchi di essi mi hanno poi confidato questo successivo atto riflesso di apprezzamento del coraggio e dell'immediatezza dell'intervento, tanto che alcuni hanno stabilito con me un rapporto più vivo e profondo di autentica amicizia, sicuramente non astratta, ma tradotta, oltretutto da parte di alcuni, in sincera e fattiva collaborazione. Ma quanto è dovuto costare sia a me che a loro! La trasparenza, la sincerità di rapporto non paga subito, ma sicuramente pagherà...
        Sto affidando alla carta questi miei pensieri nel giorno di Natale, in cui la Liturgia ci annuncia una grande notizia: "La gloria di Dio ci avvolge... ci è nato un Salvatore", per sollecitare a passare dalle tenebre alla luce, quella luce che deve penetrare nella nostra vita, per aiutarci a riprendere il Dialogo con Dio, con gli Uomini, col Cosmo, interrotto dal nostro rifiuto allo Amore Libero e Liberante.
        La lettera non poteva non scatenare reazioni, pienamente comprensibili, anche nelle rispettive famiglie, ignare dei... giochi politici.
        Solo per darne un'idea al lettore, si riporta qui una delle più significative testimonianze.


        Caro don Gerardo,
        non so se questo "caro" è opportuno dopo la vostra sentita missiva, ma io non posso scordare il don Gerardo, nostro maestro e padre spirituale anche se voi lo avete dimenticato per colpa del virus dell'ira.
        Sono... Ciò che mi ha spinto a scrivere e non a parlarvi personalmente è perché sono troppo amareggiata.
        Io non posso scendere sui motivi politici accennati da voi nella lettera, non è il mio compito e non ne sono all'altezza. Io sono solo un... che ogni giorno secondo scienza, coscienza e carità cristiana sono al servizio della gente. Questo voi forse non lo sapete! La vostra lettera è piena di ira incontrollata ed impulsiva e sapete perché? E' stato colpito il vostro orgoglio umano di uomo e solo di uomo.
        Se per voi era importante la benedizione della casa comunale, quando avevate visto che la preannunziata benedizione era stata dimenticata, prendevate la parola e da buon padre rimproveravate gli amministratori e facevate quello che sentivate. Ma no, il problema non era questo! Perché quando.... vi ha invitato a celebrare la messa in piazza per commemorare i caduti in guerra il 4 Novembre, quello era folklore, perché l'auditorium sarebbe stato troppo povero. Ora non era folklore farvi parlare in pompa magna nella sala conciliare.
        Ricordate l'insegnamento di Cristo che tante volte dall'altare avevate spiegato a noi altri. Puerile è farsi sopraffare dalla impulsività e farsi dominare dalle comuni ire e dall'orgoglio e dall'amor proprio ferito.
        Vi siete investito di veste di paladino e difensore dei diritti del cittadino vallatele, e mai avete preso la parola su quante volte... è stato attaccato, insultato e calunniato da lettere anonime e codarde. Mai né come cittadino, né come pastore avete espresso la vostra solidarietà per una persona che la sua carità cristiana la dimostra ogni giorno al servizio dei più deboli, considerando che il malato non è un complesso biologico con una turba, ma un essere umano fratello e immagine di Dio.
        Noi... siamo sempre stati presi di mira da voi, perché non abbiamo mai adulato, la nostra cristianità non la esprimiamo in atteggiamenti e pose. Siamo cristiani con i nostri simili perché siamo al loro servizio, anche del più debole e del più umile. Ma voi siete offuscato dall'orgoglio ferito.
        Io non so usare paroloni ricercati, il mio vuole essere solo una protesta, meditata, consapevole e vi assicuro molto sofferta. Purtroppo sono dovuto ritornare su certe mie convinzioni che voi foste il pastore di tutti, avete difeso tutti, anche il nostro soggiornato obbligato. E non avete mai speso una parola, in privato, di solidarietà con noi.
        ... sta amministrando con trasparenza, dedicando tempo e passione, interessandosi dei suoi cittadini non solo dal punto di vista amministrativo, ma soprattutto umano. Ma questo non ha importanza per voi, perché ha un diverso colore politico.
        Don Gerardo, la croce è quello che noi ogni giorno portiamo o che facciamo portare, a voi la scelta. I novelli geofisici, hanno fatto delle scelte impugnabilissime dal punto di vista amministrativo ma... l'incongruenza sarebbe stata riparata. Ma voi non dovevate insistere, l'ira ve lo ha fatto dimenticare. Avete accusato che si pretendeva cambiare il volto del paese, cambiando il nome alle strade, ma chi ha peccato di superficialità siete stato voi, poiché non vi siete informato come l'amministrazione ha cambiato (o sta tentando di farlo) il volto del paese. Non ci sono più tangenti, non ci sono sprechi, le tasse devono essere pagate da tutti, gli amministratori non sono giudici al di sopra di tutti, i deboli devono essere tutelati.
        Voi invece di impiccionirvi sulle strade, entrate nella vita amministrativa di Vallata, ma senza pompe o protagonismi. Io parlo a voi quale uomo, come vi siete mostrato ed esposto nella lettera aperta.
        Scusate il modo semplice e di gettito con cui vi scrivo. Io sono un povero..., ve lo sto ripetendo perché voi, così aggiornato sulla vita di Vallata, non lo sapete: io dedico ore ed ore della mia giornata alle persone, mi immedesimo, vivo i loro mali e li allevio (senza presunzione) con la mia disponibilità e carità cristiana. Non ho più altro da dire all'uomo, ma al mio parroco, se ancora vi ritenete tale voglio dire che l'ipocrisia non esiste per noi, non possiamo solo mostrarci e non essere. Noi siamo caritatevoli anche nei confronti del nostro parroco. Saluti (lettera firmata).

        Il comprensibile sfogo, espresso in questa lettera, sollecitò un immediato riscontro.

Natale 1991

        Carissima...,
        dopo l'intercorso "chiarimento" personale, che ha contribuito soltanto a cambiare un mio lontano "presentimento", cui non avevo dato peso alcuno, in certezza che la tua "tronfia sicumèra" non era diminuita, ma nella lettera aveva raggiunto il parossismo, ho avuto un'infallibile chiave di interpretazione. Avendo deciso di non risponderti, prima di avere la "risposta politica", lo faccio adesso, con molta calma, e, in piena sincerità e libertà, di cui ho dato testimonianza sempre e con tutti.
        Come tentai di convincerti a voce, sappi che non posso rinunciare alla radicalità evangelica, cui cerco di ispirarmi: "Sia il vostro parlare sì sì, no no", per cui ti faccio pervenire per iscritto alcune puntualizzazioni.
        1) L'eliminazione della Messa del IV novembre in piazza, come di tante altre iniziative, era stata decisa da anni, non certo per motivi "personali" ma "pastorali ", per cui non potevo accettare acriticamente il desiderio di una persona qualsiasi, sia pure del primo cittadino, per tornare sui miei passi. Che poi quel desiderio fosse addirittura una "pretesa" l'ho capito dal fatto che... te ne ha parlato e tu l'hai messo per iscritto. Questa mentalità "impositiva" è confermata pure dal discorso, da te introdotto, circa la validità o meno di un'opera d'arte "apprezzata" da tutti e persino "invidiata" dai forestieri, cui avremmo dovuto rinunciare, perché ad un "pugno" di persone, che adesso debbo dedurre anche da voi "sobillate ", non piaceva il plexigas... adesso ho capito pure (in questo sono duro di comprendonio, ma vedi quante cose mi ha "chiarito" quel discorso!) perché lo stesso "pugno" di persone parla e "pubblicizza" le cappelle come "contro-altare", quando un'intera popolazione è a conoscenza, e i fatti lo dimostrano, che verso di esse ho la stessa "passione profusa" per la chiesa madre. Il tempo mi darà ragione, contro ogni "vigliacco" atteggiamento di disfattismo.
        A questo punto, cara..., ho da farti una confessione: ne sono profondamente umiliato, perché non rientra nei miei criteri di valutazione, e , assolutamente, non può rientrare nel ruolo che un educatore deve svolgere, per natura e per vocazione, ma, proprio per la sua gravità, te lo debbo confidare, anche per liberarmi di un peso. La tua "sparata" mi ha spinto a controllare l'elenco degli offerenti ed ho "scoperto" che quel pugno di persone non figura... E' stata una cattiveria, anche grave, ma anch'io ho i miei limiti...
        2) Che poi non abbia "mai speso una parola di solidarietà" di fronte ad accuse ignominiose, io mi ero illuso, ma mi debbo ricredere che... vi foste ricordato almeno di qualche mio insegnamento, teorico e pratico, di non lasciarsi minimamente "scalfire" da quanto gli altri possono dire, soprattutto nell'anonimato, e di lasciarsi guidare unicamente dalla "coscienza", per cui, in conseguenza, anche il confronto con lo "insignificante" incendio e con il "soggiornato obbligato" sarebbe risultato sia a te che..., vergognoso, non solo su un piano umano ma soprattutto cristiano, proprio nel momento in cui si fa professione di cristianesimo. Non mi accuserete mica di avervi inculcato io questo insegnamento e di avervi dato questo esempio!
        Sappiate poi, miei carissimi in Cristo, nonostante tutto, che il sottoscritto, come non si è mai sentito un "controllato", gelosissimo della sua libertà, così non è mai stato, gelosissimo della libertà altrui, un "controllore" di come "si viva il cristianesimo", in quanto ha sempre insegnato, con la parola e con l'esempio, che di questo bisogna dare conto "esclusivamente" al Signore, senza "piaggeria" di sorta, dalla quale sono congenitamente alieno. Circa i colori. cui siete abituati a fare riferimento, sappiate che io conosco solo quelli dell'arcobaleno e ignoro quelli "politici", come ho sempre testimoniato alla "luce meridiana", di fronte ad un paese intero, senza paura di nessuno e senza servilismi. Sappiate inoltre che il sottoscritto non si lascia "bluffare" da ostentate proclamazioni di "meriti", ricordandovi il detto latino: "excusatio non petita, accusano manifesta" (pregate qualcuno che ve ne faccia la traduzione!).
        La "collaborazione" poi di cui abbiamo discusso, non può essere ridotta a fare o meno una conferenza, ma deve estendersi a tutte le iniziative parrocchiali, come fanno tanti con spontaneità ed umiltà, e come mi sarei potuto attendere da persone, cui, attraverso gruppi parrocchiali e scuola ho dato di più, perché "non si servissero" solo della Chiesa, ma sentissero il bisogno anche di "servire la Chiesa", famiglia del Popolo di Dio sempre in... cammino. Ma di questo non tocca a me giudicare...
        3) Il tono "paradossale " di tutta la lettera, con tanti altri particolari che non sto qui ad analizzare, da te "propinata" a..., come "camomilla" per vincere la sua..., mi obbligherebbe a credere che ambedue avete "il miele in bocca e veleno nel cuore ".
        Faccio fatica a pensarlo, ma intanto è evidente che "solo questo" sia stata la "causa scatenante" dell'interpretazione di alcuni termini, riconosco, "umoristicamente sferzanti", come diretti alle persone e non alle "azioni" di queste persone, oltretutto in "chiave allegorica": dovreste ricordare che ho insegnato lettere per oltre dieci anni. Ecco perché "insieme" avete fatto in famiglia una iniezione di veleno, in duplice concentrato, e... è stato trascinato di fronte al paese a quel "processo-farsa", di cui è stato attore ma anche... vittima.
        ... può anche assicurare il suo "informatore segreto", che non si deve permettere di interpretare anche lui per "rabbia" quella che era soltanto "fretta" di trovarmi puntuale a scuola: tutti sanno che questo, tra gli altri, è un chiodo fisso del mio ruolo di... educatore! Non mi permetto, almeno per il momento, di farlo personalmente, perché temo di... umiliarlo.
        Da parte mia, il Signore mi è testimone, nessun rancore; anzi, a voi sono grato di avermi dato la possibilità di capire, sulla mia pelle, i motivi per cui anche Gesù non fu accettato da tanti suoi contemporanei.
        Vedi, cara... che senza essere un "dottore in psicologia", ne ho fino ai miei radi capelli, sia in teoria che in pratica! Dopo questo mio paterno sfogo vi assicuro, carissimi..., di volervi bene più di prima, formulando a voi, con rispettive famiglie, i più cordiali auguri natalizi di serenità in Cristo.
        Vi abbraccio con l'affetto di sempre.

Don Gerardo


        La reazione personale dei destinatari della mia missiva è espressa, in tutta la sua velenosità, nella delibera n. 563 di Giunta comunale che, essendo un documento ufficiale, può rivelare ancora, non solo ai contemporanei, ma anche ai posteri l'ostinazione diabolica nel continuare a sbagliare. Pur messi di fronte alla luce solare di evidenti contraddizioni, solo per spirito di muta, è il caso di ripeterlo, non sentono il bisogno di riparare almeno il riparabile, e preferiscono cadere in altre incongruenze.
        Per questi illustri "personaggi" e dei loro compagni di... banda, "telecomandata" da qualche istrione di giuscibernetica, parlare:
        - delle loro "puerili incongruenze, che rasentano la ridicolaggine";
        - del cambiamento "incompresibile" dei nomi di alcune strade;
        - della conservazione, "solo per salvare ipocritamente la faccia" della Via Montevergine, condannata in "calcio d'angolo";
        - per lasciare completamente "campo libero" a... Matteotti, perché quella era la strada delle loro farneticazioni politiche;
        è la stessa cosa che "definire"... l'Amministrazione una muta, e "qualificarla farisea, ipocrita, ridicola...". Solo per non "inveire" contro persone che si sono "auto-fotografate" in quella delibera, non continuo nell'analisi che dovrebbe essere oltre che logica, anche grammaticale!
        Quel documento, gelosamente conservato agli atti, resta nella storia di Vallata un "capolavoro", a dir poco, di vile "tradimento", anche per il tocco Rock and roll dello stile, questa volta sì, segretariale, a ciò che, in finale, si proclama solennemente di fare "... senza isterismi e schizofrenia, nella trasparenza e nel rispetto dell'autentica e vera democrazia, per il solo ed esclusivo interesse della cittadinanza".
        La farneticazione della banda raggiunge l'acme, perpetuandosi nei secoli, attraverso un "testamento", che merita pure un "codicillo".
        Ho saputo infatti, per infantile leggerezza di uno di loro, che un "cane della muta" (anche qui il linguaggio analogico rende ben visibile l'idea) aveva "abbaiato", in seduta, di sporgere querela per... "diffamazione!". Siamo al parossismo!
        Sinceramente, mi è molto dispiaciuta la mancata occasione, sia di trovarmi come Cristo implicato in un processo, sia di cimentarmi
, rinunciando ovviamente all'avvocato d'Ufficio, davanti ad una corte a fare pubblicamente e dettagliatamente analisi, logica e grammaticale, estetica e letteraria di quella, ormai storica, delibera di... turlupinatura, legale e legalizzata...
        Non intendo però rinunciare al piacere di offrire al lettore solo un... assaggio di quel pranzo di nozze mancato.

Testo della copia di deliberazione della Giunta Comunale
N. 563 del Reg. Oggetto:
Esame protesta Sac. De Paola. Controdeduzioni.

Data 05/12/1991

        Letta la lettera dell'Arciprete di Vallata, diretta anche alla cittadinanza mediante pubblicazione nei luoghi pubblici più frequentati e a S. E. l'Arcivescovo di S. Angelo dei Lombardi, con la quale viene catechizzato con indicibile acrimonia l'attività amministrativa dell'Ente;
        Ritenuto che siffatto comportamento costituisce un atto di estrema gravità perché proveniente da un Ministro di Dio il cui comportamento dovrebbe essere quello di predicare amore e perdono e non quello di seminare zizzanie;
        Rilevato che occorre soffermarsi a tali poche considerazioni allo scopo di non alimentare polemiche che servono soltanto a distruggere e non a costruire;
        Sottolineato che di fronte a inutili ingiusti addebiti è doveroso insorgere e informare la popolazione che certamente attende la dovuta risposta;
        Con voti unanimi resi nei modi e forme di legge

delibera

        - di respingere, con sdegno, in tutto e per tutto le affermazioni oltraggiose espresse dall'Arciprete di Vallata nei confronti dell'Amm/ne Com.le;
        - di sottolineare, invece, con forza che la stessa Amministrazione, definita dal suddetto prelato "Muta di... " "farisea" "ipocrita" "ridicola" ecc., consapevole dei propri compiti, sta svolgendo la sua attività, senza isterismi e schizofrenia, nella trasparenza e nel rispetto dell'autentica e vera democrazia, per il solo ed esclusivo interesse della cittadinanza;
        - di decidere che la presente deliberazione venga affissa in tutti i luoghi pubblici, notificata allo stesso Arciprete di Vallata e inoltrata a S. E. l'Arcivescovo di S. Angelo dei Lombardi.

        Di questi documenti, riportati fedelmente, anche data e orario hanno la loro importanza, evidenziando la faticosità del "parto a tappe" di questa farsa burlesca:
        1° dicembre: mia seconda lettera aperta;
        5 dicembre: ore 12 delibera di giunta;
        13 dicembre: firma e affissione all'Albo Pretorio;
        16 dicembre : ore 11,50 consegna della copia conforme al sottoscritto;
        16 dicembre: ore 18 mia controrisposta, esposta immediatamente nei locali pubblici...
        Lo sbocco della farsa in una pubblica seduta di C.C., come avevo esplicitamente chiesto, non ha avuto luogo per "comprensibili" motivi, ma anche per la "connivenza" della... dormiente minoranza!
        L'intera popolazione poi, come già, del resto, si era verificato durante la precedente Amministrazione, si è limitata, a godersi la farsa, anche con soddisfatti attestati di plauso verso chi l'aveva pungolata, senza muovere una pedina, oltre l'insignificante, burlesca e ridicola raccolta di firme, lasciata finire in un... cassetto, senza muovere più un... dito, rinunciando vigliaccamente a dare scacco matto a quell'ingiustizia, perpretata sulla testa di tutti.
        La mancanza di coinvolgimento di base ai problemi comuni si verifica piuttosto di frequente nelle nostre comunità meridionali, abituate a lasciarsi guidare o manovrare da quelli che contano. C'è da cozzare continuamente contro questo assenteismo ai problemi sociali, senza parlare dei problemi di singole categorie, abbandonate a se stesse, dalla gente, come dagli stessi sindacati e amministratori (locali, provinciale e centrali), lasciando campo libero ai politicanti di ogni colore, nel continuare a strumentalizzarle e turlupinarle con velleitarie promesse.
        Caso emblematico, sul posto, la chiusura ICONT nella zona industriale del Calaggio, per i soliti fallimenti fasulli teleguidati e, almeno indirettamente, voluti dai nostri... cecchini politici.

        Una trentina di operai, quasi tutti con a carico famiglia, sono letteralmente, anche dopo un lungo periodo di mancanza del dovuto pagamento, buttati sul lastrico, senza che nessuno, dai vertici estremi alla periferia, e, localmente, dimostrasse un minimo di sensibilità al loro dramma acuito, in alcuni casi, anche da malattie e disgrazie in famiglia.
        Zino ha cercato di star loro vicino, scuotendo anche dall'altare la comunità e coinvolgendo pure il Vescovo, nella speranza che si prendesse parte attiva ai loro scioperi, proteste, manifestazioni varie, rimostranze, ma, fatta qualche rarissima eccezione, ha dovuto riscontrare... deserto totale, anche da parte della scuola, dove Zino, più come educatore che come professore, aveva tentato di "smuovere le acque", verificando, purtroppo, proprio con i ragazzi che respiravano già "aria universitaria", un avvilente... scacco matto!
        Questa, come tante altre esperienze precedenti, gli hanno fatto solo capire, fino in fondo, come per Gesù, tutta una massa si sia man mano allontanata da lui, lasciandosi alla fine anche turlupinare da un pugno di istrioni, per chiederne la condanna a morte.
        D'altra parte l'esperienza mi ha aiutato pure a capire che il Signore prende alla lettera le nostre parole ".... vittima del mio sacerdozio e sacerdote della mia vittima" (Cfr Zino e Molok Pagg. 191 ss), per sollecitarci a prendere alla lettera anche la Sua Parola.
        Solo attraverso queste esperienze si può verificare e reinventare la propria adesione di fede a Cristo, e il proprio sacerdozio.
        In questi ultimi giorni, di fronte al disorientamento generale a cui tutti assistiamo, non è mancata nemmeno una proposta fatta giungere ad uomini politici, come si può rilevare dalla lettera qui riportata.

VALLATA, 18/10/1993

        CRISTO REGNI!

        Carissimi Mino e Mario,
        sono un sacerdote dell'Alta Irpinia, che segue con "passione" ed interesse la vostra profonda esigenza di riconquista piena della credibilità politica fra le masse disorientate. E' un dramma che stiamo vivendo tutti, come uomini e come cristiani, che non possiamo accettare "fatalisticamente ". I cristiani debbono saper "scavare", secondo l'espressione cara a M. Buber, negli eventi della storia un misterioso disegno di liberazione da ogni schiavitù, col contributo di tutti e di ciascuno.
        La Liturgia di ieri ci ha sollecitati ad interpretare, senza certo sacralizzare un evento storico, l'editto del re Ciro, straniero e pagano, che concedeva la libertà al "resto" d'Israele, come "segno" di un mistero nascosto nell'evento...
        Quel messaggio è stato poi puntualizzato dall'affermazione di Gesù di "dare a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio", cui alle volte noi facciamo dire tutto e il contrario di tutto. L'autonomia tra fede e politica, spesso invocata in nome di questo detto, è radicalizzata sino ad una frattura fra loro, in evidente contrasto col pensiero di Cristo. Una fede senza politica sarebbe spiritualismo evasivo e una politica senza fede sarebbe politica di sfruttamento dell'uomo sull'uomo... tangentopoli insegna!
        Con la presente non intendo farvi predicozzo, ma solo esprimervi la mia viva partecipazione al vostro impegno di dar non tanto un nuovo volto al partito, ma, di reinventare un nuovo partito che, senza etichettatura cristiana, ma con profonde radici cristiane, diventi per il Paese un punto di riferimento in questo delicato frangente storico. Il nome? Potrebbe essere PAP= Partito Alleanza Popolare.
        Si avrebbe un "felice connubio" delle due azioni che, ammirevolmente, state portando avanti non su strade parallele, ma su strade che devono convergere sul rinnovamento in profondità, cui ieri Mario ha fatto riferimento a Napoli (mi è piaciuta la sua puntualizzazione), in conformità di quanto Mino "dulciter et fortiter" sta cercando di fare da tempo. Il nome proposto, mentre da una parte si ispirerebbe al partito di D. Sturzo, potrebbe sintetizzare dall'altra quella profonda esigenza di "alleanza", che tutto il popolo italiano avverte per un rinnovamento radicale per il paese.
        Se al congresso riuscirete a fare questo "matrimonio", il popolo italiano ve ne sarebbe grato. Anche la Chiesa sarebbe sollecitata a riassumersi finalmente il solo ruolo, ad essa congeniale, di essere in povertà di mezzi, ispirati al Vangelo, la "coscienza critica" del mondo e della storia.
        Mi permetto farvi omaggio di una mia pubblicazione, fresca di ristampa, che sta riscuotendo entusiasmi ed opposizioni. La lotta contro i Molok odierni (Cfr pag. 238) ci faccia sentire più vicini in questo cammino, che è sì di passione, ma una passione che apre alla gioia della Pasqua.
        E' questa la speranza che, come cristiani dobbiamo saper gridare al mondo intero. Con questo mio augurio, in comunione di ideali e di preghiera, vi abbraccio "insieme" cordialmente.

Sac. Gerardo De Paola

__________________________________________

Pagina Precedente Indice Pagina Successiva
Home