GERARDO DE PAOLA - ZINO E... MISTERO - f) Cammino faticoso di una comunità "terremotata" nel costruirsi Chiesa

f) Cammino faticoso di una comunità "terremotata" nel costruirsi Chiesa
__________________________________________

        Lo stile di questo confronto vivo e dialettico era espressione del cammino già fatto negli anni dell'immediato post-concilio e della maturazione verificatasi negli anni '80, a cominciare dal disastroso evento, direi provvidenziale per tanti aspetti, del sisma.
        Al primo incontro di clero, guidato dal "reggente", che aveva inaugurato il suo "interregno" con una modesta lezioncina di flash conciliare, proposta a persone da "iniziare" al concilio, Zino, (i confratelli dovrebbero ricordarlo) interpretando anche il pensiero di alcuni, intervenne duramente con queste testuali parole, rimaste ben memorizzate nella sua mente:
        "Ha dimenticato, Eccellenza, di non essere più fra le pareti di un'aula scolastica (lui, ex professore di teologia) a tre lustri dalla chiusura del concilio, per venire a parlare in tal modo ai suoi condiocesani di origine, dopo questa dolorosa esperienza. Il terremoto ci ha azzerati non solo materialmente, ma anche come Chiesa locale... è l'occasione storica, offertaci dalla Provvidenza, per "costruirci Chiesa", contemporaneamente alla ricostruzione delle chiese... ".
        Questa idea, avvertita da tutti sulla propria pelle e recepita in pieno dal neo-Pastore, è approfondita nel 1° ritiro-aggiornamento del dopo terremoto, dal 12 al 24 luglio '82 a Posillipo, grazie al validissimo sostegno dei Padri gesuiti.
        Dopo un impegnativo e coinvolgente corso di Esercizi Spirituali, predicati da P. M. Gioia, S.J. dal 12 al 18, c'è stata una settimana di aggiornamento teologico incentrato su "La Parola" con valenti relatori, specializzati in ambiti diversi. Era un grande e significativo dono del... terremoto!
        Anche la testimonianza sentita e commossa del Vescovo di Udine, Mons. Battisti, che già ne aveva fatto l'esperienza nella sua diocesi è stata molto coinvolgente per il "resto" della comunità diocesana, sollecitata a fare una lettura di fede di quel misterioso "segno" del tempo, che era stato il sisma '80, per aiutare il popolo ad aprirsi alla speranza.
        I tempi più duri, puntualizzava il relatore, sono i tempi più grandi di un popolo, come è stato per il popolo d'Israele, passato dall'esodo, dall'esilio alla ricostruzione, per costruirsi "popolo di Dio".
        La Parola di Dio, aiutando ciascuno a capire e a dare un senso alla vita, diventa anche profezia che aiuta a capire la storia, che Dio continua a scrivere oggi.
        Tempo dell'esodo: il tempo dei 40 anni di cammino nel deserto, pieno di imprevisti, difficoltà, contestazioni, infedeltà... ma anche tempo dell'alleanza nel sangue, con la conseguenza di un nuovo rapporto di Dio con gli uomini. Tempo della presa di coscienza di essere un popolo libero, in cammino verso la Pasqua.
        Anche per noi, dopo il sisma, tempo di disagi, sotto le... tende, tempo di interrogativi, di rabbia, di desolazione, di contestazione... ma anche di speranza, per la meravigliosa testimonianza dei volontari, attraverso i quali si è potuto riscoprire la "presenza di Dio", proprio quando sembrava assente: uno stimolo a maturare una nuova coscienza di popolo, per uscire dall'individualismo accumulato nei secoli e reimmergersi nella solidarietà.
        Tempo dell'esilio: gli anni passati dal popolo ebreo nella seconda esperienza di cattività, sotto il dominio degli Assiro-Babilonesi, con un esilio di massa, con le conseguenze della crisi religiosa, del crollo della fede e della speranza di ritorno in patria.
        Ma proprio in quelle condizioni di disperazione, ecco la voce dei profeti, particolarmente di Isaia, a rincuorare, a far ritrovare la speranza, cambiando l'aridità di quel tempo in salutare fecondità di riscoperta della propria identità, anche nell'affidare allo scritto gran parte dei libri della Bibbia.
        Il capitolo 16 di Ezechiele è tutto un canto che apre alla contemplazione dei fatti, per sollecitare alla conversione, al pentimento, alla ripresa religiosa.
        Al contrario, le nostre popolazioni, adagiatesi nella "terra straniera" di una ricostruzione solo materiale, abbandonando "le cetre appese agli alberi", non ancora prendono coscienza dell'urgenza di una fede viva, che porti alla convinzione che Dio salva, Dio ama.
        Eppure Ezechiele ancora oggi assicura che il popolo deve risorgere dalle ossa secche di una situazione, che deve chiudere un'epoca di dolore, per aprirne un'altra piena di gioia, di speranza.
        Tempo di ricostruzione: i libri di Esdra e Neemia ci ricordano che la nostra Chiesa locale non può contentarsi della ricostruzione solo materiale, cui pure bisogna provvedere, ma questa deve essere il segno della ricostruzione morale e religiosa, sociale e culturale delle nostre popolazioni, attorno alla Parola di Dio, sull'esempio del popolo eletto che, alla proclamazione della Parola da parte di Neemia, commovendosi profondamente, si converte.
        Quei giorni di grazia del convegno, illuminati anche alla luce degli Atti degli Apostoli, ci hanno vivamente sollecitati, sotto l'azione dello Spirito, a rifare l'esperienza della Risurrezione, per testimoniarla all'esterno, vincendo completamente la paura, come chiamati a scrivere "oggi" un nuovo libro degli Atti degli Apostoli: pastori e fedeli, uomini senza paura... coscienza critica del mondo, con un compito d'informazione ma anche, all'occorrenza, di denuncia, nel dare voce a chi non ha voce, gridare le sofferenze dei poveri.
        Anche l'utilizzazione dei Centri di comunità deve mirare non solo alla celebrazione dell'Eucaristia ma anche a favorire l'incontro della gente per discutere i piani di ricostruzione, per progettarli insieme e realizzarli, in rispondenza alle reali esigenze della gente.
        La chiesa locale deve ritrovare il coraggio della denuncia, lasciandosi guidare dalla luce della Parola di Dio, la tenacia di vincere le divisioni conseguenti ad interessi diversi, tante volte in contrasto: Il provvidenziale sostegno del volontariato, del gemellaggio deve contribuire alla riscoperta o scoperta dei valori evangelici di condivisione,di gratuità, di servizio, in costante cammino di fede verso la Koinonia, alla luce delle Beatitudini evangeliche.
        Solo l'utopia evangelica può aprire il cuore alla caparbia speranza di creare nuovi rapporti, atti a cambiare la mentalità egocentristica favorita pure, anzi sollecitata, dalla radicalizzata politica assistenziale e clientelare nel Meridione.
        Il volto della speranza cristiana, anche in tali frangenti, deve essere sempre Cristo.
        Lo Spirito del Cristo Risorto deve sollecitare i Cristiani a camminare con la storia, nella storia, pungolando "duramente" anche la Chiesa, perché "non si addormenti" nel lasciarsi trascinare dalla storia, e "non rinunci" al suo ruolo di coscienza della storia.
        Non so fino a che punto la nostra chiesa locale abbia tradotto questa memoria in profezia, anche nella "interminabile" ricostruzione faraonica delle Chiese.
        Questa nostra Chiesa si sforza veramente di vedere e giudicare avvenimenti e cose con gli occhi di Dio, per aiutare l'uomo a fare altrettanto, non con gli occhi di chi guarda dall'alto, bensì con umiltà e povertà, sempre bisognosa di conversione?
        La profezia è anzitutto interpretazione delle situazioni, per aiutare ciascuno a cercare la via di Dio, provocando Dio stesso a parlare: è Lui che ci salva nella realtà della storia, liberandoci da ogni moralismo, per proiettarci nel dinamismo creativo.
        La profezia poi, conseguenzialmente, è conversione, conversione continua per una vita nuova, conversione individuale inserita in quella comunitaria, come tessera di un mosaico.
        Non dobbiamo però dimenticare che, per immetterci autenticamente in questo dinamismo di conversione continua, dobbiamo saper andare, sull'esempio di Gesù, controcorrente, contro giudizio e atteggiamenti del mondo, opposti a quelli del Vangelo.
        Cristo non è stato solo annunciatore del Regno, ma anche operatore del Regno, mediatore e sacramento del Padre: mi rivela il Padre e mi rivela il disegno di Dio sull'uomo, perché anch'io sia sacramento:
        - come segno e strumento di salvezza, mettendo al centro il mistero della Pasqua;
        - come assunzione e trasformazione di tutto l'uomo, in Cristo e mediante lo Spirito nella Chiesa per il Regno. Assunzione personale, vivificante, coinvolgente nella Chiesa e con la Chiesa.
        Cristo, uomo completo, vivo, trascinatore, che ha seguito il piano del Padre, vuole assumere ciascuno di noi per aiutarci a:
        - farci carico con Lui della salvezza di tutti, nel seminare speranze, servire gli uomini, mettendo l'uomo al centro degli interessi, costruttori di pace nello spirito delle Beatitudini, in un mondo in sfacelo;
        - valorizzare doni, carismi, ministeri, Parola e Sacramenti, in continuo dinamismo di crescita nell'Eucarestia, che è vita di Cristo in noi;
        - essere cellule vive in una Chiesa che senta vivamente la responsabilità di essere solo segno e strumento di salvezza, attraverso l'assunzione e la trasformazione del mondo in Cristo: solo un inizio... siamo già figli ma non ancora in modo definitivo... germe, non ancora pianta... sempre in cammino, pellegrini, verso un "non ancora"... in tensione verso il definitivo... alla luce del passato, porre nel presente una dinamica di cammino verso il futuro... un cammino che ispirandosi al passato, faccia pre-gustare il futuro già in azione nel presente... memoria che si fa profezia del presente, in proiezione escatologica... è questa la speranza di cui ha bisogno il mondo: un passato attualizzato nel presente e proiettato verso l'eterno di Dio.
        Un Dio che è presente nella storia... il tutt'altro ma vicino a noi, a ciascuno di noi, anzi in noi stessi. Dobbiamo saper testimoniare alla gente questo senso del Dio vicino, del Dio dentro...
        La scoperta del Padre deve tradursi in fraternità, che si apre alla preghiera, alla lode, alla liturgia: la liturgia terrestre che si apre alla liturgia celeste.
        Ma perché questa liturgia sia autentica, nella sua fase terrena, deve essere esistenziale, vitale, prima di essere cultuale, in conformità del Vangelo che mette al centro di tutto la vita.
        La ricchezza di questa esperienza della liturgia della vita non potrà certo mai essere esaustiva, di fronte alla grandiosità di questo mistero di salvezza che, immerso nel fiume della storia, non si finisce mai di scoprire.
        A conclusione di quel corso di esercizi e di aggiornamento (regalo del terremoto!) che aveva toccato cuore e mente, partendo dall'io profondo, il neo Pastore, in un vibrato appello alle comunità, non manca di sollecitare con tempestività un movimento di rinnovamento della Chiesa del dopo Concilio, intorno alla Parola ed alla Catechesi.
        Zino si sente talmente preso da questa urgenza di rinnovamento, per cui avverte il bisogno di coinvolgere subito la Parrocchia ad accogliere l'appello, traducendolo in una serie di iniziative intorno alla Parola ed alla Catechesi.
        Il Pastore, sempre vigile nel cogliere anche i "bisbigli" dello Spirito, ovunque si manifestino, messo al corrente di queste iniziative parrocchiali, invita Zino a farne partecipi i confratelli per un'eventuale comune "messa a punto" nell'ambito diocesano.

Indicazioni per programmazione parrocchiale e diocesana

        Da alcuni anni stiamo dolorosamente sperimentando la sterilità di una pastorale della fanciullezza e della giovinezza, per la mancanza di sostegno da parte di famiglie e comunità vive, attive, corresponsabili.
        La mutata situazione socio-religiosa, caratterizzata dalla secolarizzazione e dal pluralismo, ha messo in crisi una pastorale di mantenimento e di sacramentalizzazione, per cui è vivamente avvertita l'esigenza di una pastorale che parta dalla famiglia naturale e dalla comunità ecclesiale, con la riscoperta della missionarietà e della ministerialità, in un clima di corresponsabilità e di condivisione.
        Anche il documento ultimo della Commissione episcopale per la cooperazione fra le Chiese su "L'impegno missionario della Chiesa italiana" ha puntualizzato l'urgenza di mostrare coi fatti, che la missione è inerente alla natura stessa della Chiesa... perché si tratta di un'opera di Chiesa, che deve mobilitare tutte le componenti di essa e non soltanto alcune persone, istituzioni o gruppi. Risulta perciò veramente provvidenziale la pubblicazione del Catechismo degli adulti che, si precisa nella presentazione, viene offerto alle Comunità parrocchiali come "strumento di comunione per una Catechesi autenticamente ecclesiale, nelle comunità parrocchiali, in primo luogo nelle famiglie, nelle associazioni, nei movimenti e gruppi ecclesiali".
        Possibili iniziative di catechesi, con riferimento alle quattro funzioni, nelle quali si articola la missione e la vita della Chiesa: annuncio Kerigma, celebrazione Liturgia, comunione Koinonia, servizio Diakonia.

        KERIGMA:
        i destinatari
cui si rivolge l'annuncio sono:
        - indifferenti o marginali
        - praticanti, ma poco evangelizzati
        - impegnati, con esigenze di una formazione più completa...
        forme diverse d'intervento:
        - pre-evangelizzazione: incontri informali, tendenti a risvegliare la fede e l'interesse religioso, in un clima di amicizia, di dialogo, di confronto...
        - itinerari di fede a carattere catecumenale, per uscire da una Chiesa di massa, di tradizione, con una scelta personale, responsabile verso una vera maturazione cristiana, da una fede prevalentemente sociologica ad una fede più personale...
        - incontri sistematici, corsi di preparazione per catechisti, che aiutino nella preparazione ai vari sacramenti (bambini, giovani, fidanzati, coppie...) e che facciano l'esperienza di una vita cristiana più intensa... onde creare in essi un'esigenza di servizio ai fratelli.

        LITURGIA:
        valorizzazione delle celebrazioni liturgiche...
        rapporto evangelizzazione-sacramenti

        - sia nella iniziazione degli adulti ai sacramenti

        (Cresima, Matrimonio,...)
        - sia nel coinvolgimento dei genitori per l'iniziazione sacramentale dei figli...

        a) Per quanto riguarda la valorizzazione delle celebrazioni liturgiche si può pensare:
        - ad una programmazione dell'omelia in vista di una Catechesi più sistematica (con l'aiuto dell'indice tematico e delle note teologico-pastorali) onde evitare anche il rischio della superficialità e della ripetizione...
        - valorizzazione di feste, novene, mesi di devozione, ecc. come feconde occasioni di evangelizzazione, di catechesi, di formazione cristiana...
        b) Per quanto riguarda il rapporto evangelizzazione-sacramenti, bisogna mirare con ogni mezzo ad una riscoperta e ad un duraturo recupero del senso di identità cristiana e di matura appartenenza alla Chiesa...

        KOINONIA:
        attraverso incontri sistematici, aiutare i più sensibili a fare un'esperienza di vita comunitaria, a contatto con la parola di Dio, con momenti liturgici forti... - sia nelle associazioni e nei movimenti ecclesiali...
        - sia nei gruppi a carattere familiare con evangelizzazione nelle case: rivalutare la "Chiesa domestica"
        - sia in un gruppo diocesano.

        DIACONIA:
        il tutto per creare un'esigenza di servizio ai fratelli, tendente ad assicurare una "nuova presenza di Chiesa", nello stile del Vangelo...
        Nel programmare e realizzare questo nostro cammino di fede, noi sacerdoti, religiosi e persone particolarmente sensibili al problema, superando ogni atteggiamento di delusione, di stanchezza e di accomodamento, dobbiamo convincerci profondamente di dover andare contro corrente per vincere una cultura sempre più diffusa del piacere... del disimpegno... del privato...
        Attraverso esperienze vissute di vita comunitaria, incentrata sulla Parola, dobbiamo riscoprire e recuperare quel "fervore dello Spirito" a cui ci invitava Paolo VI nella "Evangelii Nuntiandi", per conquistare giornalmente la gioia di partecipare alla diffusione del Regno di Dio sulla terra.


Sintesi

        Parola:
        a) Omelia con catechesi più sistematica.
        b) Corsi di preparazione per catechisti, con incontri di studio, di riflessione, di preghiera...
        c) Catechismo ai bambini (Avvento, Quaresima, 20 lezioni integrative...) con l'aiuto di sussidi didattici, diapositive, ecc.
        d) Coinvolgere le famiglie nella preparazione ed iniziazione cristiana dei bambini...
        e) Esperienza di un cammino di fede da fare con i più disponibili, che siano fermento vivo nel lievitare la comunità...

        Liturgia:
        a) Maggiore impegno per rendere più vive e partecipate le celebrazioni liturgiche: dialogo di preghiera, canti, letture, eventuali interventi, intenzioni di preghiera, ecc.
        b) Introdurre messe comunitarie, in cui tutta la comunità sia invitata a pregare per gli anniversari dei vari defunti, per intenzioni dei singoli, per i problemi dell'umanità, ecc., onde eliminare le messe "devozionistiche" ed impedire l'accaparramento di messe da parte di alcuni... E' ovvio che questo com-porta da parte nostra rinuncia all'elemosina della messa ed impegno per educare la gente a contribuire ai bisogni della comunità, con libere offerte da lasciare in cassette predisposte in chiesa, alla cui gestione potrebbe provvedere una eventuale commissione. -
        c) Valorizzare feste, novene, mesi di devozione per una catechesi di formazione cristiana, che aiuti a superare il divario tra fede e vita.
        d) Alcune celebrazioni comunitarie nei momenti forti dell'anno liturgico...
        e) Curare sempre di più la preparazione ai sacramenti...

        Comunione:
        a) Esperienze di vita comunitaria nelle associazioni, nei gruppi a carattere familiare, nei rioni,...
        b) Uguali esperienze periodiche a carattere diocesano, per strapparci dall'isolamento e per uno scambio di esperienze...

        Servizio:
        a) Particolare attenzione da parte di tutti agli ammalati, ai vecchi,...
        b) Disponibilità da parte dei più sensibili per una iniziazione alla vita cristiana dei bambini...

        Le iniziative portate avanti in Parrocchia con "caparbia" tenacia negli anni '80, anche se non sempre e non in modo soddisfacente hanno trovato rispondenza, penso che abbiano solo "toccato superficialmente" la maggioranza, coinvolgendo però i "disponibili" a cambiare pian piano mentalità e atteggiamenti, ma anche, perché no, a creare "cultura" nella famiglia parrocchiale, almeno tendenzialmente, per la costanza nel perseguire tale meta, offrendo alla comunità un'opera di palificazione (in conformità della palificazione data alla parte abbattuta della chiesa!), pur nell'adattamento di alcune cose all'evoluzione delle situazioni. E' questo il dinamismo creativo del cammino!
        Idee e valori di fondo, recepiti dal "resto" ecclesiale, sono diventati motivo di discussione non solo in paese ma anche con fedeli delle parrocchie viciniori, certo non in modo eclatante, ma in povertà di confronto nel cammino di fede.
        Piccole, povere cose, accolte e testimoniate dagli "anawim = quelli che non contano", per cercare di smuovere la vacuità di una religione di "scenario", praticata dalla stragrande maggioranza (Cfr Zino e Molok alle Pagg 209 ss).
        Il profetismo, granellino di sénape affidato alla terra, non coincidendo con la mentalità di "potere" dei più, continua ad essere rifiutato, anche all'interno della Chiesa.
        Questa, per essere fedele alla "ventata" del Concilio, mi sembra che abbia da fare ancora molta strada, per recuperare la dimensione di povertà evangelica onde non lasciarsi trascinare e ammaliare dalla "potenza" dei mezzi...
        A questo punto del racconto, per una delle solite circostanze provvidenziali, pur nella loro banalità, (checché ne dicano quelli che si ritengono "giusti", come gli altezzosi religiosi bollati da Gesù) capita fra le mani un commento da me chiosato nel lontano ottobre 1975, della XXVII domenica anno A, nel messale dell'Assemblea Cristiana festivo del Centro catechistico Salesiano alle pagg 770-771. Riporto quasi integralmente il testo, perché anche il lettore, nella sua disponibilità, colga la provvidenzialità di un messaggio di bruciante attualità.

__________________________________________

Pagina Precedente Indice Pagina Successiva
Home