GERARDO DE PAOLA - ZINO E... MISTERO - Lettere ancora inedite

Lettere ancora inedite, sprizzanti profonda
simbiosi d'affetto e di ideali
fra Zino e i suoi lettori

__________________________________________

        Il Presidente della Repubblica, On. Scalfaro, con finezza paterna faceva trasmettere.

        Segretariato generale della Repubblica
        Della Presidenza della Repubblica
        Segreteria generale

       

Roma, 31 maggio 1993
Prot. SG/1347

        Reverendo Padre,

        il Presidente della Repubblica solo in questi giorni ha potuto esaminare il volume da Lei inviato e La Ringrazia vivamente.
        Il Capo dello Stato Le è grato anche per le cortesi espressioni che ha voluto riservargli e Le invia molti cordiali saluti.

        Con devozione
        Il Consigliere del Presidente
        (Dott. Magda Michela Zucco)

 

        Un giovane, ex chierichetto, emigrato in Inghilterra, dopo lettura e rilettura del testo, apriva così il suo cuore:

9 Settembre 1993

        Carissimo Mastro Zino
        ti scrivo per farti giungere la mia gioia dopo aver divorato il tuo libro. Mi sono impegnato a rileggerlo nuovamente e con più calma, per poter approfondire di più le tue belle espressioni, che hanno fatto breccia nel mio cuore.
        Ti debbo confessare che da quando ho lasciato VALLATA (Laterina) in cerca di fortuna, avevo quasi dimenticato le mie radici, (come mi ricordi tu per fare la corsa, verso chissà che cosa poi?). Comunque senza che ti faccia stufare a leggere le mie lagne, vorrei ringraziarti per avermi dato il tuo manoscritto, che già dopo averlo letto una sola volta mi ha affascinato, ricordandomi il mio paese e soprattutto te (Zino), che avevo quasi dimenticato.
        Non so come spiegarmi a parole scritte, ma ad ogni pagina che leggevo sentivo qualcosa rinascere in me, soprattutto quando leggevo quelle parti in cui spieghi i tuoi sacrifici, dove non hai perso la tua fede nel SACERDOZIO.
        Ho molto pensato e riflettuto sul mio passato e presente mentre leggevo ed a più volte mi sono trovato a dirmi: "ZINO" è la persona che avrei dovuto avere vicina, per consultarmi soprattutto quando mi sono allontanato dalla mia vita di religioso praticante, per domandare consiglio oppure solo per essere ripreso nella retta via.
        Oddio non è che sia stato una belva, nel mio ho sempre avuto devozione nel Padre e nel Figlio, mi punisco da solo rimproverandomi che la maggior parte delle volte Li ho solo cercati nei momenti di sconforto, ho sempre fatto il possibile di andare per la retta via, ma tu sai meglio di me come è difficile lottare "MOLOK".
        Quello che voglio dire è che se avessi potuto praticare un po' di più nella mia vita (specialmente nell'età più adulta) con un sacerdote come te, oggi son sicuro che avrei molta più pace interiore, perché uno come te sa trasmettere quello che sente in sé ed è per questo che ti ringrazio per il libro, che mi sono promesso di rileggere non una sola volta, ma studiarlo fino in fondo.
        Ti chiedo quindi di poterti riscrivere su alcune cose che sicuramente saranno non comprensibili per uno come me e di aiutarmi a capirle.
        Non prolungo più a lungo questa lettera, ripromettendomi di riscriverti e di approfondire di più (se permetti) la nostra amicizia. Con questo mi accingo a mandarti i più egregi saluti e abbracci, con un caloroso augurio nel tuo cammino sacerdotale, il tuo grande stimatore ed ex chierichetto (mi ricordo ancora le tue tirate di orecchie, come le rimpiango!).
        Ti ringrazio vivamente per questa cosa nuova (ma bella) che mi sta succedendo, dopo averti rivisto e soprattutto dopo aver letto il tuo libro. Scusa la calligrafia e gli errori ma è molto tempo che non scrivo una lettera così lunga e in italiano.

(Lettera firmata)

 

        Un compagno di seminario, mancato regista, rievocava così i tristi... ma anche bei tempi di "vera comunione fraterna":

11/10/1993

        Carissimo don Gerardo, anzi, mastro Zino,
        appena rientrato a... ho letto, quasi d'un fiato, il tuo bellissimo libro che gentilmente mi hai voluto regalare, e ti dico subito che mi è piaciuto moltissimo. Ora, a breve scadenza, dovrò meditarlo, perché lo merita.
        Innanzitutto complimenti per la prosa fluida, semplice ma nello stesso tempo elegante: sei stato veramente bravo!
        Come in un film sono passate nella mia mente le scene e i momenti vissuti a S. Andrea: quanto sono vivi nella mia memoria! Ho rivisto i momenti della merenda, quando capitava, e l'atto di dividerci quel poco che qualcuno di noi aveva. Che miseria, quegli anni di guerra, che tristi ma anche bei ricordi: erano momenti di vera comunione fraterna.

        Ritorniamo al tuo libro. La tua fatica come parroco, pastore ed educatore della tua comunità è stata quella di combattere una dura battaglia e lotta tra il bene e il male e direi che il bene ha avuto abbondantemente sopravvento sul male. Puoi esserne contento, anzi, soddisfatto: non era questo il tuo compito, la tua missione, la tua aspirazione? Cosa desideravano i tuoi cattivi critici che ti uniformassi alla prassi di sempre, al comune andare, alla complicità e compromesso? Poveri illusi!
        Ti riscriverò dopo la seconda e più attenta lettura, per fare ancora qualche semplice e piccola considerazione che servirà, naturalmente, più a me, tu non ne hai bisogno.
        Mi compiaccio delle opere che hai realizzato e che gentilmente mi mostrasti quel pomeriggio di fine agosto. Anche lì c'è voluto il tuo carattere ben determinato, ma anche lì hai vinto la tua battaglia.
        Mi farebbe tanto piacere leggere la storia di Vallata, come ho appreso, leggendo Zino e Molok, che in precedenza hai pubblicato; te ne sarei veramente grato.
        Molti cari saluti da parte di mia moglie e da me un fraterno abbraccio

(Lettera firmata)

 

        Una simpatica suora, originaria vallatele, per quanto sconosciuta, inviava addirittura un "trattatello", in cui ha fatto sbizzarrire la sua vena poetica: è la poesia delle anime elette!

21/11/1993

        Carissimo don Gerardo,
        ho ricevuto il suo libro e, francamente, ho provato una commozione infantile. E' stupendo sapere che qualcuno ti pensa a tal punto e ti fa dono della vita di un popolo, di una terra che è stata dei miei antenati e, anche mia per riflesso, ma che non conoscevo.
        Donare, condividere, partecipare: verbi protagonisti nel vocabolario giovanile e penso che lei abbia un cuore giovane, una grande costanza e una originalità unica nel comunicare il suo mondo interiore vissuto nelle più svariate esperienze della sua vita.
        La vita innanzitutto, niente ci è più prezioso, niente ci appartiene di più. Un cuore che batte, la gioia di stare comunque al mondo. E poi quell'impagabile carburante che è la speranza: le sorprese delle età pari al succedersi delle stagioni, i nuovi sogni che rimpiazzano quelli andati in frantumi. Domani è un altro giorno. La vita, la sua vita continua, entra nel profondo del quotidiano, nelle cose semplici e nelle realtà sociali e culturali del tempo passato, presente e futuro.
        Eppure, niente meno della vita ci appartiene, qualcuno ce ne ha fatto dono, anni fa, senza chiederne il permesso, così come un giorno, dovremo, senza troppe discussioni, restituirla al mittente, ma, se ciascuno di noi potesse scrivere, o meglio vivere la vita come l'ha vissuta e descritta lei, nel suo libro, ne sono certa che ogni lettore si sentirà migliore restituendola con tocchi e sfumature inconfondibili.
        Ho rivissuto, scorrendo quelle pagine, numerosi sentimenti, né un album fotografico, né un diario basterebbero per fissare nel tempo i suoi momenti più belli: ogni parola, ogni frase ha il suo peso, la sua forza, il suo mondo presente: e il desiderio di conoscere si fa sempre più vivo e il suo cuore corposo nasce, cresce e vive nell'esperienza, e ne è il movente che costruisce, passato, presente e futuro.
        Nessuno più di lei ha avvertito le contraddizioni dell'esistenza e la fatica di doverla prendere così com'è a scatola chiusa, con i suoi giorni a colori e con quelli in bianco e nero.
        Mi permetto di affermare che, con il cuore di un adolescente, ha intravisto nell'amore il codice con cui decifrare questo mistero. Ben presto ha compreso che il "dono" di sé è il volto maturo di ogni amore, e che il senso della vita è tutto racchiuso in un "sé".
        Con vigore combatte la cultura dell "io" nel sociale, nell'educatore mediocre, nel politico ripiegato su se stesso, che si permette di amministrare la cosa pubblica come un bene personale.
        Il narcisismo è sempre incapace di un centro di gravità permanente in cui radicare la più profonda stima di sé, l'uomo di oggi mendica attenzione nei modi più svariati: nell'elogio altrui come nello specchio di casa, nei cosmetici e nella moda come nei sogni di grandezza, proiettando problemi e sentimenti su uno schermo più grande della realtà.
        Più che amare cerca di sedurre, di guadagnare la pole position, essere primo.
        Si oppone alla cultura dell'apparire, che scaturisce sempre dall'incapacità di instaurare rapporti veri, fondati sull'autenticità delle persone. E' la carta di credito assegnata alle sensazioni forti, che svaluta un lavorio nascosto e sommerso come quello educativo. E' la logica delle comunicazioni di massa, tutta intenta a "ciò che interessa la gente", anche se banale e periferico, più che a ciò che muove davvero le cose.
        E' la legge della pubblicità che promette libertà, ma chissà da che cosa, felicità ma non si sa fino a quando. E' soprattutto la paura di ritrovarsi faccia a faccia con quell'io da cui si è costantemente in fuga.
        Nelle pagine del suo libro si avverte la passione di essere stato sempre presente e spesso le "fughe" non costruiscono un uomo che ha la capacità di pensare, amare, combattere.
        Il ritratto del cristiano è apprestarsi sul serio ad imparare da Cristo cos'è l'amore, purtroppo, c'è sempre il rischio e l'assuefazione di consegnarsi passivamente alla logica del mondo, minimizzandosi nella massa, pilotati da direttori d'orchestra più o meno famosi. Burattini senza fili, nel peggiore dei casi. Lei ci invita a non restare alla finestra, restringendo gradualmente la sete d'infinito alle cose e alla routine di tutti i giorni. L'invito energico e deciso a non rassegnarsi ad usufruire la cultura del tempo che non ci renderà creature nuove, creature in grado di pilotarsi e pilotare gli eventi, piccoli o grandi che siano. Apprezzo la sua originalità, il coraggio e quel segreto desiderio di comunicare a tutti coloro che hanno la fortuna di leggere il suo libro qual è il senso della "vita".
        Non conserverò solo un ricordo di un "libro". Ogni parola sarà una nota nuova che armonizza le melodie inconfondibili di Cristo.

(Lettera firmata)

 

        Una giovane universitaria, con la sua fine capacità di analisi e sintesi, valutava così il lavoro del suo ex-professore:

21/11/1993

        Caro don Gerardo,
        leggendo la sua opera mi sono meravigliata delle voci che circolano in paese, cioè di quelle che dicono che il suo libro è un'opera autobiografica, perché se è vero che parla di se stesso è anche vero che la sua storia rappresenta soltanto lo scheletro della struttura, in quanto è come se essa si riducesse ad un mezzo usato per raggiungere scopi più profondi.
        Infatti da una parte, tramite essa, traccia le orme che hanno segnato il passaggio dalla società agricola a quella industrializzata (consumistica) e mette allo stesso tempo in risalto alcuni problemi che affliggono la nostra società contemporanea. Problemi derivanti proprio da questo passaggio, poiché questo trapasso ha reso l'uomo schiavo di una ricerca continua e mai soddisfatta spingendolo a una maggiore alienazione.
        La progressiva settorializzazione delle funzioni che si è avuta nei rami della produzione si è estesa anche a tutti i momenti della vita dell'uomo. Perciò anche le relazioni umane sono sempre più limitate da obiettivi specifici e così invece di camminare in modo complessivo con una persona si isolano tratti specifici, facendone uno strumento volto a soddisfare determinati bisogni.
        Dall'altra parte, narrando la sua storia e quindi la sua vocazione, fornisce ai lettori una testimonianza di una lezione di vita, nel senso che fa capire che, nonostante gli ostacoli, che una persona può incontrare nell'arco della sua vita, non deve arrendersi mai e sperare sempre per un futuro migliore, impegnandosi però a costruirlo già nel presente, perché nel suo cammino la persona non è sola ma è accompagnata sempre dal Signore.
        Allora non bisogna chiudere la porta della nostra vita con l'indifferenza, con l'egoismo (come ha scritto lei stesso) ma abbracciare la fede, perché una vita senza religione (una religione però non verbalistica e ritualistica nel senso che si ripetono gesti e frasi senza comprenderne i significati) è una vita senza scopo e significato, perché manca di valori di riferimento.
        Infine, man mano che leggevo il primo capitolo ho provato sia il piacere di vedere scritto ciò che i miei genitori mi hanno raccontato e sia quello di immedesimarmi nelle sue parole, quando tratta le diverse fasi che caratterizzano la preparazione del pane, essendo questa tradizione ancora viva nella mia famiglia, e ciò è accaduto anche in alcuni giochi, che lei ha descritto così minuziosamente.
        Spero di incontrarla a Vallata, in modo da discutere a voce del suo libro, compensando così, ciò che non sono riuscita a fare attraverso la penna.
        Cordiali saluti

(Lettera firmata)

 

        Una suora, che ha respirato la stessa aria rionale di Zino, in un telegramma-lettera di auguri natalizi all'ex-vicino di casa, così si confidava:

Santo Natale 1993

        Carissimo,
        anche se non mi faccio viva spesso ti penso e prego per te e per la Comunità di Vallata. Come dimenticare Zino? Nei momenti di stanchezza il tuo libro mi serve per rituffarmi nel passato e riposarmi un po': lo sto rileggendo con attenzione e lo sto apprezzando molto di più...
        Ti auguro di cuore che il Signore ti dia la forza e il coraggio di annunciare sempre e a tutti "Gesù", il grande dono del Padre al mondo.
        Buon Natale e Buon Anno. Un affettuoso abbraccio.

(Lettera firmata)

        E Zino così... si sfogava:
        I.M.J.

Vallata, 9/01/1994, festa Battesimo Signore

        Carissima,
        Zino è veramente lieto di notare che il Signore, pigliando "alla lettera" una sua vecchia aspirazione: "... vittima del mio sacerdozio e sacerdote della mia vittima". compensi largamente i crucifige con gli hosanna = Deo Gratias! Ne parleremo...
        Adesso ti dico solo che è entusiasmante vivere in tale prospettiva la nostra comune e casareccia vocazione, nata all'ombra della "Annunziata".
        Il ricordo di viva simbiosi e sentita preghiera è reciproco. Ci diamo così una mano nel Signore, a reinventare il nostro profetismo nel mondo.
        Ti ringrazio e ti abbraccio con tantissima cordialità, in unione di ideali.

 Zino

 

        Una consorella di questa, inseritasi nel "duo" per formare un simpatico "trio", confidava così il suo ... sogno!

 8/01/1994

        Caro Zino,
        mi scusi il tono confidenziale dovuto alla lettura del suo libro: "Zino e Molok", che Sr. ... mia vicina di camera, all'ottavo piano del nostro Istituto, mi ha passato qualche tempo fa.
        Esso mi ha tenuto compagnia alla sera, nel calduccio del mio letto. Mi ha dato modo di ripercorrere alcuni aspetti della mia vita passata, sbrigliandomi anche la fantasia in "sogni" accarezzati, ma per cause contingenti, ormai anche svaniti...
        La lettura, molto accattivante, si protraeva finché gli occhi non mi costringevano a passare ad altri "sogni"...
        E' sempre stata comunque una lettura appassionata e interessante, per lo stile semplice, lineare, genuino, ma nello stesso tempo, profondo e combattivo.
        Mi sono rallegrata molto, perché al di là della realtà in cui ha operato nella quotidianità, si denota un impegno pastorale non indifferente, che sa camminare contro corrente, creandosi anche dei nemici, pur di fare emergere la Verità e la Giustizia. Questo, credo, sia molto importante per la Chiesa. Gioisco perciò nella convinzione che lei non faccia il "Sacerdote di mestiere"... che Dio la benedica sempre, per quello che è e per quello che fa!
        Le assicuro la mia preghiera, certa di essere ricambiata. Nella speranza di vederla presto, la saluto cordialmente augurandole un felice Anno Nuovo.

(Lettera firmata)


        E il "sognatore nato" tracimava così nel duo la sua gioia interiore:

Vallata, 8/02/1994

        Cristo Regni!
        Carissime sorelle dell'8° piano,
        di ritorno da una mia "villeggiatura ospedaliera" in quel di Albano L., sotto ,a protezione materna, in doppio concentrato, di due sorelle di adozione che, dall'iperuranio dell'ottavo, anche se inconsciamente, mi hanno fatto pregustare il calore della loro tenerezza, ho trovato a casa la gradita sorpresa di una "incandescente" missiva, che ha fatto tracimare nel mio cuore quanto già presentito to in ... sogno!
        Sono i misteriosi scherzi di Gesù per i suoi ... innamorati! La nostra comunione di ideali e di preghiera in Cristo opera il miracolo di immetterci, anche tra sconosciuti, nella stessa lunghezza d'onda della dimensione contemplativa in cui, annullato ogni limite di spazio e di tempo, ci si trova insieme a vivere l'oggi di Dio.
        Sogno anch'io?!? Sì, sogniamo pure insieme. E' bello, è necessario, per riprendere con "più lena" il faticoso cammino in salita, contro-corrente... Caritas Christi urget nos! Deo gratias!
        L'altro libro? Sarebbe in dirittura d'arrivo se il "duo Ca-Vitt", pur avendo le braccia alzate a quelle... altezze, si decida a formare un "trio Ca-Ge-Vitt", tenendo le ginocchia piegate sulla "nostra" Parrocchia... Siamo ormai sulla stessa barca, mirando alla stessa meta!
        Prego soltanto la sorella minore, ultima arrivata (ma gli ultimi saranno ...) di farmi gradito dono, non solo dei suoi fascinosi sogni, ma anche del "tu". Grazie!
        Vi abbraccio cordialissimamente in Cristo, in profonda simbiosi di ideali e di preghiera.

vostro aff/mo Zino

        Sul libro omaggio in 2a edizione è riportata questa dedica:

        Vallata, 9/2/1994 La liturgia di domani, memoria di S. Scolastica, ci ricorda l'invito da lei rivolto al fratello S. Benedetto:
        "Ti prego, non mi lasciare per questa notte, ma parliamo fino al mattino delle gioie della vita celeste... " "... trascorsero tutta la notte vegliando e si saziarono di sacri colloqui raccontandosi l'un l'altro le esperienze della vita spirituale".
        Possiamo sempre far nostra questa esperienza ... mistica!
        Cristo regni! Alla simpaticissima sorellina minore del Ca-Ge-Vitt con l'augurio che l'inserimento a pieno titolo nel trio la stimoli a trascinare anche i compagni di trasvolata verso... Lui, nella viva e profonda voglia di... sognare.

Con tanta cordialità
Zino
.


        Una giovane donna sposata, molto sofferente, confidava così il suo dramma interiore al "pretino"... sempre in corsa, della sua infanzia:

4/01/1994

         Caro don Gerardo
        Adagio adagio, per poterlo ben gustare, ho letto il vostro libro.
        In questi ultimi mesi più volte ci avete fatto compagnia. Infatti in qualche momento per me un po' difficile, quando non sapevo dove stare e non sapevo come impegnare il tempo nel modo meno faticoso, mi son scoperta a dire: "voglio vedere cosa mi dice don Gerardo". E devo dirvi che ho sempre trovato l'aiuto di cui in quel momento avevo bisogno.
        All'inizio, mi hanno fatto grande piacere, facendomi sorridere, le frasi del nostro dialetto e ho fatto un corso di recupero anche delle nostre tradizioni, alle quali mi sento profondamente legata.
        Non mi sono mancati gli spunti di riflessioni, che mi hanno portato a cercare nel mio animo motivazioni più valide del mio essere cristiana.
        Mi siete stato di grande aiuto nel farmi capire che la volontà di Dio si manifesta in modi molto diversi e che in qualunque modo bisogna accettarla con serenità...
        Terrò sempre a portata di mano il vostro "Zino" sia per poter tornare con maggiore facilità di pensiero nella mia Vallata e poter spaziare nelle nostre campagne fino in Puglia (come fate voi ogni giorno dalla vostra veranda) e sia per aver sempre rinfrescata la mente da giuste indicazioni.
        In questo periodo natalizio certamente abbiamo partecipato al consumismo nazionale, ma son convinta che questa piccola offerta voi saprete farla ben fruttificare.
        Vi chiedo una preghiera per l'anima di zia..., a voi profondamente legata. Nell'augurarvi un buon anno chiedo al Signore di mantenere in perfetta ma il Pastore della mia Vallata.

(Lettera firmata)


        II pretino non poteva non corrispondere a queste confidenziali sollecitazioni

Vallata, 12/01/1994

        Cristo regni!
        Mia carissima e sempre affettuosa....
        graditissima mi giunge la tua (sono sicuro che la tua metà avrà piacere anche lui di queste mie effusioni al... superlativo, perché sa che per me resti sempre quella simpaticissima ragazzina, che si stupiva di questo pretino che... scappava sempre! per cui desidero che ci diamo del "tu") del 4 c.m., per la sorpresa di avere un tuo scritto e per il contenuto di benevolenza nell'interpretazione di Zino, che certamente hai conosciuto meglio, con quella finezza che ti ha sempre caratterizzata. Ne sono contentissimo, perché la simbiosi affettiva e dialogica, anche se siamo lontani, continua nel tempo, scoprendo nel pretino che sempre scappa per... raggiungere il tempo di riflettere e... far riflettere "in modo da esperimentare la gioia di consegnarsi all'Altro e agli altri nel silenzio di Dio" (cfr pag. 136).
        E' Lui che ci sollecita ad immergerci, attraverso strade diverse, le più impensate, nella contemplazione di questo mistero della vita, che non finisce mai di stupirci. Diamoci una mano, mia carissima.... tu con i tuoi dolori di testa, che con te condivido da quando, gentilmente, me lo hai confidato, ed io con le mie sofferenze per tanti motivi espressi anche in Zino, ma nella serenità, anzi nella gioia di sentirci più vicini a Cristo crocefisso.
        E' questo l'augurio più bello che possiamo farci, estensibile anche agli altrettanto affettuosi..., cui ricambio i saluti. Grazie per l'offerta.
        Ti abbraccio cordialissimamente, in perenne unione di preghiera

 tuo aff/mo Zino

 
        Il Padre spirituale del Regionale di Salerno, ricordato nel testo come "Papà fermezza", avanzato oggi in età ma sempre giovane nello spirito, continuava così a guidare il suo figlioletto, anch'egli abbastanza... cresciuto, con tenerezza squisitamente paterna:

11/01/1994

        Carissimo don Gerardo,
        scusami del ritardo nel ringraziarti della tua pregevole, gradita pubblicazione. Quando mi giunse, sono stato ricoverato all'ospedale per accertamenti, cui sono seguiti mesi di cura.
        Ora mi sembra di essere ritornato alla consueta efficienza, anche se devo .farei conti con la mia età.
        Definirei il tuo libro una "autobiografia", dalla quale risulta una concezione esatta della missione sacerdotale, alimentata da un ardente zelo apostolico.
        Ringrazio il Signore di averti conservato nel Suo amore, e Lo prego di tenerti stretto al Suo Cuore divino, perché possa sempre adeguare il tuo amore al Suo.
        Della tua ormai lunga esperienza conserva solo i ricordi più belli, e sappi scorgere anche negli eventi penosi una disposizione provvidenziale per la tua completa maturazione.
        Di fronte a Cristo, che indegnamente rappresentiamo, ci scorgiamo che abbiamo ancora molto da imparare, non ti sembra?
        Ti vorrei consigliare di usare della tua estrosa penna anche per catechizzare, attraverso lo scritto, la tua comunità parrocchiale, e non solo la tua, a Dio piacendo. Vuoi darci un pensiero?
        So che il tuo Vescovo, col quale comunico spesso ti apprezza e ti stima. Siine un fedele e generoso collaboratore.
        Ti auguro ogni bene nel Signore e ti abbraccio affettuosamente.

(Lettera firmata)

 

        "Io come olivo verdeggiante nella casa di Dio.
        Mi abbandono alla fedeltà di Dio ora e sempre.
        Voglio renderti grazie in eterno per quanto hai operato; spero nel tuo nome, perché è buono,
        davanti ai tuoi fedeli".
        (Salmo 51,10-11)

__________________________________________

Pagina Precedente Indice Pagina Successiva
Home