GERARDO DE PAOLA - ZINO E... MISTERO - c) P. Lombardi e il MONDO MIGLIORE

c) P. Lombardi e il MONDO MIGLIORE
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        Il vento dello Spirito non si arresta di fronte a un mondo "che sembra" estraneo a Cristo.
        "I Comunisti si convertono, chiostri femminili si aprono al mondo, ragazze e ragazzi ultramoderni fanno voto di castità, risvegli diffusi di fede in città considerate roccaforti rosse impenetrabili come Forli, Cesena, Parma, Gubbio, nuovi oratori femminili, associazioni cattoliche, esperimenti catechistici e liturgici sul terreno...
        Lercaro ha attirato all'inizio l'entusiasmo di Lombardi, che ne ha intuito tra i primi l'intelligenza pastorale, il coraggio di uscire dalla routine, per assumere iniziative nuove, all'altezza delle sfide di una società profondamente arata dalla secolarizzazione. Ci vuole ben altro -pensa Lombardi- che un riformismo di piccolo cabotaggio, come i tagli alle code e alle sete degli abiti cardinalizi, semplificati da un decreto di Pio XII, ai primi di dicembre 1952. La riforma della Chiesa sarà immensamente più impegnativa: Pio XII può solo cominciare, toccherà al prossimo Papa essere il riformatore, scrive Lombardi nei Diari di quei giorni"
(Pagg. 320 ss).
        A distanza dl un anno dall'appello papale al risveglio, che ha sollecitato anche il "Microfono di Dio" ad organizzare numerose missioni in Italia e all'estero, proprio nel febbraio 1953, dalla fervida fantasia di Lombardi, che aveva riscontrato ovunque tante risorse umane disponibili per un vasto rinnovamento, salta fuori il progetto di una vera istituzione per il Mondo Migliore.
        Questa è concepita alle dirette dipendenze del Papa, con vari gradi di partecipazione, in cerchi concentrici. Al centro una équipe di persone, ecclesiastiche e non, provenienti da varie diocesi, con responsabilità di organizzazione e di animazione di tutto il movimento.
        "Accanto al gruppo superselezionato di primo grado di unione, Lombardi immagina una costellazione di gente legata in modo meno organico, gente che si associa al movimento restando negli uffici attuali, frequentando le iniziative centrali e collaborandovi dai posti che occupa, con una appartenenza globale del movimento. Dovrà esserci infine una terza categoria di aderenti, composta da elementi generosi che, nei vari luoghi, si impegnano ad attuare secondo le loro possibilità la rinnovazione voluta dal Papa" (Pagg. 323 s).
        "Il movimento trova nel mondo simpatie e contrasti, dall'entusiasmo di Helder Carrara in Brasile, al boicottaggio dell'Arcivescovo di Rosario in Argentina, che ordina all'Azione Cattolica di disertare le conferenze del Gesuita italiano.
        Quanto a Montini, le sue difficoltà sembrano accresciute da quando i suoi noti legami con De Gasperi, Fanfani, La Pira e con i dirigenti dell'Azione Cattolica Giovanile, hanno contribuito a stendere sui suoi quotidiani rapporti col Papa un velo leggerissimo, quasi impalpabile e tuttavia inquietante di pena, quel minimo disagio che basta a insinuare tra loro il dubbio o la reticenza"
(Pag 333).
        P. Lombardi insiste sulla riforma delle coscienze, per riformare la società: una vita cristiana rinnovata secondo il cuore di Dio e Spirito del Vangelo.
        Ma il "Partito romano" non si arrende, passa all'offensiva, riuscendo finalmente a strappare al Papa, che ne dà personalmente l'annuncio il 3 novembre 1954, la rimozione di Montini dalla Segreteria di Stato, destinato alla sede di Milano (un vero esilio, col classico sistema del "promoveatur ut amoveatur"). Con l'allontanamento di Montini dal Vaticano e con la morte improvvisa di De Gasperi il 14 agosto, la D.C. ha perduto quelli che erano considerati i principali garanti della laicità e autonomia del partito.
        Ma il movimento di P. Lombardi, sollecitato dal Papa con quel discorso il 10 febbraio 1952 e sostenuto successivamente, non conosce tregua, tanto da cre
        arsi una complessa e imponente sede sulle rive del lago di Albano, con un nome significativo: "Centro Internazionale Pio XII per un Mondo Migliore".
        "Frattanto l'Italia dell'epoca comincia ad essere penetrata dai paradigmi propri di una società secolarizzata, veicolati da quella stessa società democratica, che tende a lacerare l'involucro tradizionalistico della società cristiana e che è sostenuta dal contributo rilevante dei cattolici.
        Il miracolo economico incide sull'ethos collettivo popolare integrandolo abbastanza largamente nei modelli del capitalismo. Arriva la pillola, il Rock and Roll, l'erotismo, larghe masse accedono ai consumi culturali fuori dei circuiti tradizionali, a vasto controllo ecclesiastico, mentre si affermano valori di autonomia morale e politica, che mettono in crisi la sostanziale coincidenza tra Chiesa e società.
        In questo scenario si assiste ad un irrigidimento della gerarchia nella difesa del modello della società cristiana assediata, a un tentativo anzi di riconquistare gli spazi perduti, duplicando i meccanismi della società affluente, con una strategia pastorale che mira a cristianizzare cine, TV., sport, stampa, scuola..."
(Pagg 380 ss).
        "Intanto le condizioni di salute del Papa si aggravano e P. Lombardi, correndo al suo capezzale, risente l'emozione della sua voce, nell'appello del 10 febbraio 1952, perché a Cristo tornassero non solo le città, ma le nazioni, i continenti e l'umanità intera, e il mondo si facesse da selvatico a umano. Una scintilla era accesa, quella del movimento per il Mondo Migliore. Quale ne sarà, dopo, il destino? Il prossimo Papa sarà il Papa del Mondo Migliore, che Lombardi va aspettando da anni?
        In quel momento egli sente che la convinzione che li ha accomunati trascende la morte: il mondo nuovo nasce nel nome di Cristo. Quell'uomo, malgrado tutto, gli appare simile a Mosè, un grande preparatore, per questo non sente rimpianti per i tanti progetti frustrati, i troppi rinvii".
(Pag. 408)
        Le profonde correnti di rinnovamento, che hanno attraversato il mare solo apparentemente quieto degli ultimi anni di quel papato, stanno ormai per confluire nel Concilio.
        In uno degli ultimi discorsi, quello del 19 marzo per S. Giuseppe, il Papa ieratico, dal corpo gracile e diafano, pallido in volto, con voce esile ma ferma, lanciava al mondo intero questo profetico appello:
        "Dite a tutti che siamo in una PRIMAVERA DELLA STORIA. Voglia Iddio che essa sia una delle più belle primavere che gli uomini abbiano vissuto;
        dopo uno degli inverni più lunghi e più crudi, una primavera che PRECEDA UNA DELLE ESTATI PIÙ RICCHE E PIÙ LUMINOSE. Passa una voce di riscossa per il mondo: volete farla vostra?"
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        II freddo di quel "lungo e crudo inverno" ha fatto marcire un "seme conciliare" che ha aperto la Chiesa alla ERA DELLO SPIRITO. Questi, attraverso la vita e l'azione profetica del Papa Pacelli, ha fatto opera di palificazione per la costruzione di un mondo migliore.
        Le braccia totalmente allargate a forma di "croce", gesto abituale di questo Papa, rendevano quasi "tangibile" il suo fremito interiore, sfociato poi nel Vaticano II, attraverso la croce della sua vita nello stringere il mondo in un unico abbraccio.

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