GERARDO DE PAOLA - ZINO E... MISTERO - a) Rodaggio di ripresa durante la "sede vacante"

a) Rodaggio di ripresa durante la "sede vacante"
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        La rievocazione non certo esaustiva del cammino fatto negli anni '80, per un rinnovamento della pastorale diocesana, con un riferimento privilegiato alle tappe di rifornimento di luce e di grazia, ci ha sollecitati a rivivere questo nostro esodo di liberazione.

        Siamo forse anche colpiti da un senso di stupore e di gratitudine, per i meravigliosi interventi di Dio in questo nostro cammino diocesano, che non può certo esimerci da una riflessione sulla continuità della nostra "risposta".
        Con umiltà e sincerità, davanti al Signore, possiamo riconoscere che, in questo inizio degli anni '90, c'è stato un certo disorientamento, che ha portato ad una conseguente discontinuità nella rotta del cammino iniziato.
        Il primo allarme si ha già nel Convegno della "Vacanza", pre-disposto senza nessuna consultazione di base, da parte di qualcuno che, pur essendo sensibile al problema, non si era preoccupato del "come" affrontarlo, dando quasi l'impressione di lasciarsi guidare dall'esigenza del "purché si faccia qualcosa", in attesa della designazione del "nocchiere" alla guida di una barca alla ... deriva!
        Poteva veramente essere una tappa decisiva, come per gli ebrei ai piedi del Sinai, per riflettere insieme sul cammino fatto in quegli anni, onde offrire al neo-pastore, forse già designato "in pectore", un quadro esatto della situazione, da cui poter partire, con idee precise per "decidere in famiglia" i criteri, le dieci parole, della ripresa del cammino, nella continuità del rinnovamento pastorale avviato.
        Un momento veramente provvidenziale, che è stato... sciupato, vanificato!

        All'apertura del Convegno il Pastore "ad interim" invitava ad un confronto "...con la Parola, che deve strapparci di sella, deve disarcionarci (parole profetiche!...) per passare - incalzava lui - da una santità morale, su cui non avremo mai le carte a posto, pur dovendo fare tutto, ad una santità ontologica, che sola può salvarci... questa è l'ottica, lo sfondo di ogni programmazione: Dio ha bisogno di noi e noi dobbiamo rispondere".
        Il primo relatore sollecitava un approfondimento della dottrina sociale della Chiesa e l'altro, in religioso ossequio al tema propostogli "connubio fra carità e informazione", richiamava l'attenzione sull'individualismo,... ritardo culturale della nostra gente,... mancanza di inculturazione della fede,...
        frammentazione delle iniziative parrocchiali, concludendo il suo dire con la denuncia che, in provincia di Avellino c'erano all'epoca, per Avvenire, 199 abbonati e 21 copie vendute nelle edicole...
        Degna conclusione di un aborto di convegno ridotto a fiera sciala-popolo, in cui ogni venditore... vanta la sua merce!
        Gli organizzatori, se non soffrono di aterosclerosi mentale, come pure tutti i presenti, potranno ricordare che, nel coro degli "hosanna", falsi o veri che siano stati, c'è stato anche in assemblea, un "crucifige", logicamente subito rimosso da tanti, perché proveniente dai "soliti contestatori, che trovano da ridire su tutto!".
        Del resto, questa puntualizzazione era in assonanza e continuità di quanto espresso in duri articoli di stampa, in occasione della notizia di trasferimento del Pastore, valutato di "sapore prefettizio" e "non pastorale", infliggendo alla Chiesa locale un incomprensibile colpo di interruzione al buon cammino iniziato.
        Il temuto "inghippo", purtroppo, verificatosi in quei mesi, sembrava essere confermato anche da un "freddo" annuncio curialesco della designazione pontificia del successore, presentato alla comunità con una "mezza pagina di... titoli e sottotitoli!..." una vera batosta!
        Zino, avendo subdorato qualcosa di "cancelleresco", esprime subito le sue rimostranze all'addetto di curia che, con disarmante ingenuità, si giustificava, dicendo di aver preso tutto dallo... "Osservatore romano!".
        Ma l'ostinazione dei "contestatori" non si ferma alle parole, per cui uno dei "testardi" si preoccupa di far giungere immediatamente al neo-Pastore un "pesante malloppo", in cui era incluso anche l'articolo riportato in sintesi alle pagg. 82-83, sia per "auto-presentarsi", sia per "pre-venirlo" su come il messaggio conciliare era stato recepito nella Chiesa da poco destinatagli.
        Voleva essere un avvio di "dialogo", sincero, tra persone adulte e mature, cointeressate al bene di una comunità, da "re-inventare" poi, tutti insieme, evitando discontinuità nel cammino di fede.
        La ricerca sincera, profonda, viva è continuata anche con un secondo articolo pubblicato in occasione dello "insediamento" in diocesi del Pastore (cfr. pagg. 86 ss.).
        Tale articolo, richiamando già col titolo originario l'attenzione sul ruolo del Sacerdote e del Vescovo nella Chiesa locale, faceva il punto sulla responsabilità di questa, logicamente sotto la guida del Pastore a testimoniare l'unità della Chiesa, nella diffusione del Regno di Dio sulla terra.
        La Chiesa locale infatti essendo composta né da soli ministri né da soli fedeli, ma dalla comunione di ambedue le componenti, deve mirare a costruire ininterrottamente la propria "unità", come due sposi che, senza rinunciare alla personalità di ciascuno, nella loro comunione di affetto e di vita, tendono, giorno dopo giorno, ad una unità sempre più viva e profonda dell'uno verso l'altra, a "servizio reciproco", ed, insieme, verso chi giunge a "cementare" maggiormente tale unità nella famiglia naturale e, per riverbero, nella comunità civile ed ecclesiale. come nella famiglia umana.
        Per questi motivi, la famiglia parrocchiale non poteva non vivere con le altre il momento significativo del "mandato" di guida della diocesi al neo-Pastore, per cui Zino, pur trovandosi impedito a causa di un matrimonio in Parrocchia nello stesso giorno, fa salti mortali per trovare un sostituto fuori diocesi, onde assicurare la presenza di un folto gruppo di parrocchiani a Roma.
        Le varie tappe della giornata vengono memorizzate in una videocassetta, per permettere anche agli altri di viverne successivamente il significativo evento.
        Purtroppo per un difetto tecnico, che resta... misterioso, non avendo funzionato la colonna sonora durante la ripresa, ci si è trovati nella necessità di "ripiegare" per l'incisione del testo del citato articolo. su un sottofondo musicale.
        Così tutta la comunità locale ha potuto gustare le varie fasi dell'evento, commentato da riflessioni biblico-teologiche sulla figura del- Pastore e sulla responsabilità del gregge.
        Ma pare che questo non sia andato troppo "a fagiolo" a più di qualcuno!... Pazienza!
        Un altro momento di forte "frizione" con gli organizzatori della "cerimonia" di presa di possesso e con lo stesso neo-arrivato si ha a causa di una Messa ridotta a "riempitivo folkloristico" sia per lo svolgimento di "sapore teatrale", sia per l'omelia, teologicamente precisa, ma adeguata soltanto ad una dotta lezione di... petrinità, per un'aula scolastica...
        Dopo qualche giorno Zino,(forse anche responsabile remoto di qualche puntualizzazione... dottrinaria!) in un lungo colloquio, impietoso ma sincero, con il neo-Pastore, chiarisce i particolari di quel primo impatto con la comunità, e, con reciproca "sincerità", convengono su criteri fondamentali, cui ispirarsi nel cammino da fare insieme.
        Le cose, purtroppo, vanno diversamente, soprattutto dopo la pubblicazione di "Zino e Molok", quando sospetti e pregiudizi hanno avuto la meglio, anche ad opera di alcuni, adusi a "buttare la pietra e nascondere la mano!..."

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