GERARDO DE PAOLA - ZINO e MOLOK - Appendice Recensioni di stampa Testimonianze di fratelli nel sacerdozio e di amici Chiavi di lettura del testo

Appendice

Recensioni di stampa

Testimonianze di fratelli nel sacerdozio
e di amici

Chiavi di lettura del testo.

__________________________________________

        Un testimone travagliato del nostro tempo, Franz Kafka, ha scritto: "Un libro deve essere una piccozza, che rompe il mare di ghiaccio, che è dentro di noi". Forse oggi più che mai, nell'oceano dell'indifferenza a tutto e del perbenismo, abbiamo bisogno di libri che ci provochino, come quel colpo di piccozza sul ghiaccio.
        Questo mio, integrato dal "tocco magistrale" del Direttore Giovanni Formato, pare che sia riuscito ad assestare qualche picconata, tenuto conto sia delle reazioni suscitate un po' dovunque, sia della diffusione avuta in paese e fuori (un migliaio di copie in pochi mesi). Una scheggia di verità, anche se a volte in chiave umoristica, ha raggiunto tante persone, sorprese dalla tenace fermezza di una testimonianza profetica, definita da un giovane: "Voce libera in lotta per la giustizia, da parte di uno che ha rischiato sulla propria pelle!".
        Questa "voce libera", come ha "sferzato a sangue" tanti personaggi, che hanno incassato il colpo con cipiglio o con sorriso sornione, così ha provocato tanti altri che, dopo attenta lettura, si ripromettono, confrontandosi anche con l'autore, di decidere sul da fare, per uscire dallo "stagnante quietismo" di vita paesana.
        Alcune coppie di giovani sposi, già con figli, hanno confidato all'autore che, spinti dalla curiosità, dopo una prima lettura del testo, trovato "entusiasmante per la sua scorrevolezza e logicità", sono passati ad una seconda, più analitica fatta insieme a letto, alla sera, per interpretarne tutti i dettagli, rivivendo insieme ricordi personali, esperienze di vita comunitaria, crisi di crescita individuale e di gruppo, contrasti di mentalità e di ambiente, fino ad addormentarsi per stanchezza su queste rievocazioni, dimenticando persino di ... fare l'amore! (un originale metodo di ... controllo di nascite!).
        Non è mancato l'interesse dei bambini nel chiedere ai genitori spiegazioni di giochi o di esperienze di vita paesana degli anni trenta e quaranta (un nuovo stimolo di dialogo tra genitori e figli!).
        Che dire poi delle discussioni animate tra i frequentatori di bar, nel tentativo di identificazioni dei personaggi descritti nel testo, con la variegata ed esilarante tassonomia amministrativa e politica?
        Questi personaggi poi, avvertendo il bruciore del "sale" sulla ferita, giocano di rimessa, accusando Zino di protagonismo: "io, io,... sempre io!" (forse attendevano che si parlasse di ... Garibaldi!).
        Comprensibile anche la reazione degli "istrioni", professionisti e non, che, stanati dal loro fariseismo, ruggiscono: "Ma che si crede di essere questo Zino,... un profeta?", rivelando la loro crassa ignoranza sia sul significato biblico di "profeta", che ogni cristiano dovrebbe incarnare, sia dell'umorismo profetico, puntualizzato sin dalle prime espressioni della I prefazione. A quelli cui la prefazione (pre-fari = parlare prima) dice nulla, possono unirsi coloro che, nella loro autosufficienza, senza aver avuto la pazienza di leggere il testo, con una semplice battuta, acriticamente, sentenziano: "zibaldone, ... digressioni, ... di interesse limitato ad un paesino ...... Qualcuno, pur declamando lo "stile brillante% nel suo congenito paternalismo, rimprovera all'autore di "maltrattare la sua comunità", giungendo all'oltraggiosa battuta della "diavoleria curiale". Eppure Zino in tutto un capitolo puntualizzala sua crescita, che continua nel tempo, "nella e con la comunità", non certo quella del cristianesimo di facciata, ma quella autentica del "resto fedele".
        Su questo sfondo che può sembrare oscuro, ma tale non è, in quanto per lo meno ha suscitato discussione, si possono capire meglio le reazioni "in positivo", sia sulla stampa che in "calde lettere" pervenute all'autore e riportate in parte o integralmente in questa ristampa, resasi necessaria, per soddisfare ulteriori richieste del libro.

        Una simpatica suora, che ha visto "spuntare" la sua vocazione religiosa nel clima laterinese, anzi addirittura nello stesso "giardino rionale" di Zino, quando era ancora "pretino" negli anni'40, attualmente impegnata a Roma nella pastorale giovanile, sintetizzava così le sue reazioni a "caldo", alla lettura dei primi capitoli del testo:
        "Carissimo Zino, con ritardo, ma con tanta gratitudine e affetto ti ringrazio per il tuo dono.
        Ho provato qualche volta a mettermi in contatto telefonicamente, ma non sono stata fortunata... Nei pochi spazi liberi ho letto con molta partecipazione una parte del tuo libro e devo dirti che è un bel lavoro...
        Intanto ti ho conosciuto meglio, mi sono ritrovata in alcune tue situazioni ed ho ripercorso mentalmente il cammino della mia vocazione.
        Molto interessante la tua storia inserita profondamente in quella della tua famiglia e del - paesello -. Originale è il titolo e la motivazione che ne dai...
        La seconda parte la sto leggendo ancora, ma trovo molto profondi i tuoi colloqui con Dio fatti attraverso i salmi. Ho scoperto la tua profonda spiritualità e il tuo coraggio.
        La storia della tua vocazione può fare molto bene... Spero di poterti incontrare... per dirti anche a voce quanto non sono riuscita ad esprimerti per iscritto...
        Ti ricordo nella preghiera e chiedo al Signore che tu possa essere veramente il Pastore buono della tua Comunità.
        Grazie ancora per il tuo pensiero e un affettuoso abbraccio".


        Pochi giorni prima che la presente Appendice andasse in macchina per la ristampa del libro, è giunta all'autore un'altra testimonianza di simpatia da parte di un "vecchio" affettuoso ammiratore, Stefano Melina, che il 15 agosto c.a., su " Altirpinia ", quindicinale irpino di informazione, così confidava ai lettori le sue "calorose" riflessioni.

Cultura in Baronia

        In questi ultimi anni di fine secolo, nella Baronia, si assiste ad una crescita di libri. E' segno dei tempi che cambiano.
        Alla ribalta è, ancora lo scrittore Gerardo De Paola, già noto ad un vasto pubblico per altri pregevoli scritti. Questa volta offre ai suoi lettori e alla Comunità Vallatele la storia di una vocazione, sotto il titolo "Zino e Molok ".
        Il testo si presenta interessante sia per la descrizione dell'ascesa di Zino al sacerdozio, sia per la rappresentazione dell'ambiente in cui l'autore è vissuto, e tuttora opera, ed abita, sia per il sapere che questi, quotidianamente, traduce in pratica. Suo ardente desiderio è quello di diffondere i principi cristiani e di far conoscere e comprendere il valore delle virtù, che essi contengono. Tiene fronte con luminose lezioni di vita, alle devastanti sorgenti del mostruoso Molok, che ingombrano sempre di più il nostro orizzonte.
        E' un volume che non si trova in commercio. Viene donato dallo stesso autore a chi ne fa richiesta, mediante una piccola e spontanea offerta alla sua chiesa. Formato da 226 pagine, con riproduzioni di foto-ricordo, si legge senza fatica. Stile semplice, ma nello stesso tempo, vivace e forbito. Ricco di memorie e di aneddoti, descrive fatti piacevoli. E, con pochi ed accurati tocchi, li rende arguti e briosi. Quanto, poi, insorgono problemi complessi li risolve, grazie al suo genio spirituale, in maniera schietta. E' un invito ad una morale non statica, ma che cammina con i tempi, senza uscire dai binari del Vangelo.
        Profondo conoscitore del cammino umano, così scrive sull'educazione di oggi: "La società, ormai computerizzata avrà sempre più ù bisogno di educatori, poiché dei gelidi informatori ormai, e direi, finalmente, non sa che farsene" (Pag. 84). Ed altrove, con toccanti parole, accenna agli ospizi come "lager di morte dove la spedizione ai becchini dei campioni senza valore è continua ". Messaggio, forse, non gradito e respinto da tanti! Eppure ci riputiamo più saggi dei nostri padri, che si davano pena al solo pensiero della perdita di un "vecchio" pacchetto.
        "Mastro" Zino, come spesso preferisce farsi chiamare, dialoga con tutto e tutti. Vuole costruire non su sabbie mobili e con vuote parole, ma su roccia granitica e con mattoni resistenti ad urti e intemperie. Rifiuta il "don". Ed ha ragione!La civiltà, di questo termine ne fa cattivo uso. Mette sullo stesso piano, sia pur fugacemente, mani di furfanti e mani che consacrano o benedicono.
        Don Rodrigo e don Abbondio!
        Vuole maggior rispetto alla Casa del Signore e l'ottiene con il suo zelo! Questi poveri pensieri siano considerati soltanto come ringraziamento all'autore per il suo stupendo regalo.


        Sabato, 20 febbraio 1993, "L'IRPINIA", Giornale di Politica Economia Cultura e Sport, riportava questo incisivo articolo del Prof. Salvatore Salvatore, forbita penna del giornalismo locale.

IL LIBRO DI DON GERARDO DE PAOLA

TRA UMANESIMO E CULTURA
LA GENESI DELLA VOCAZIONE

        VALLATA - Zino e Molok. Costruire costruendosi... a suon di piccozza. Storia di una vocazione contrastata e ... contrastante.

Con questo titolo, che obbliga immediatamente a pensare alla rievocazione di una vita vissuta, fortemente idealizzata, Don Gerardo De Paola, Arciprete della parrocchia di S. Bartolomeo Apostolo di Vallata, ha pubblicato un'altra sua opera, arricchendo ulteriormente il patrimonio culturale della provincia irpina.
        L'autore, prendendo come riferimento l'esistenza e le vicende di vita di Zino, abitante in Laterina, un paese ben individuato, con strutture e luoghi ottimamente descritti e precisi, offre lo spunto per capire e utilizzare al meglio l'esperienza quotidiana di ognuno di noi ed elevarla ad emblema della problematica esistenziale.
        "Tutti - sostiene infatti Don Gerardo - siamo storia e abbiamo la nostra parte di responsabilità nella storia particolare-universale e nel posto che vi occupiamo, anche se ci troviamo spesso in zone morte della società, con brandelli di sociale spenti".
        La vicenda di Zino è caratterizzata dagli elementi che costituiscono la realtà umana. E' intessuta di gioie e dolori, di speranze e delusioni, di bene e di male.
        Zino (Gerardo De Paola) lotta accanitamente contro Molok nel tentativo di vincere e realizzare in pieno la dignità di essere umano. E Molok, l'antica e crudele divinità distruttrice, dalla testa di toro, nulla può contro di lui che, se pure piccolo e debole, ha dalla sua parte la capacità di "fruttificare", di aderire in maniera autentica alla gamma dei valori umani e comportamentali.
        Nell'opera trovano posto "teologia e didattica, pedagogia e fede, catechesi e storia, filosofia e cronaca ".
        Il racconto è quello di una vita che parte da un ambiente carico di problemi, ma estremamente sano. Un ambiente familiare lineare, dove le figure e i personaggi concorrono, silenziosamente, a forgiare l'animo di Zino che ora riesce, con estrema lucidità, a sentire la ricchezza educativa di quel tempo.
        Questa parte, stilisticamente, è forse la migliore. E' quella in cui meglio, De Paola manifesta la sua vena di scrittore che sa raccontare, con incisività graffiante, la realtà che lo circonda.
        Leggendo i capitoli che via via portano alla crescita culturale ed educativa di Zino, si avverte una sorta di "rivolta" coerente contro il Molok di turno, sia esso educatore ipocrita, amministratore disonesto, cristiano da parata, politico corrotto.
        E alla fine Zino = Don Gerardo rifiuta il titolo di "don" preferendo quello di "mastro" sicuramente più rispondente alla funzione che ha assunto di guida e padre di Laterina = Vallata, costruttore di umanità sulla ricchezza inesauribile della povera gente.


        Alla stessa data, “IL PONTE” Settimanale Cattolico dell'Irpinia, pubblicava un altrettanto interessante articolo del Dott. Gennaro Leo, qui ugualmente riportato.

"ZINO E MOLOK"
PRESENTATO ANCHE A S. AGATA DEI GOTI E DUGENTA

Vallata: La lotta tra il bene e il male
nell'interessante volume di don De Paola

        Venerdì 19 febbraio, Don Gerardo De Paola, parroco di Vallata, autore di "Zino e Molok", ha presentato la sua pubblicazione, prima al personale scolastico, agli alunni, ai genitori, alle autorità di S. Agata dei Goti e poi a Dugenta.
        I due incontri sono stati organizzati, rispettivamente, dal Direttore Didattico Giovanni Formato e dalla Direttrice Assunta Fiengo, in collaborazione col Direttore Vincenzo Posillico.
        L'opera di Don Gerardo De Paola vuole offrire al lettore la possibilità di interpretare il presente, alla luce di un ricordo storico, in vista di un futuro da costruire nell'oggi. E' la sfida di ciascuno di noi anche di fronte all'inesorabilità di esperienze che, pur nella loro negatività, possono stimolare l'autocostruzione, premessa necessaria di ogni costruzione.
        "Zino - si legge nella prefazione - lottando accanitamente contro Molok, cerca di vincerlo per realizzare quella sintesi di valori che conferiscono la piena dignità alle persone: aiutare a scoprire tutta la meravigliosa bellezza del vivere con l'altro per l'altro, in un cammino terreno, diretto all'incontro eterno con la divina alterità di Dio". Nel Kronos, divenuto Cairos, si decide l'Aion.
        Per questo l'intervento di Don Gerardo De Paola si inserisce come un elemento importante, come testata d'angolo, anche nel percorso dell'aggiornamento IRRSAE in atto. Gli spunti didattici, pedagogici, sociali, sono numerosissimi ed incisivi, nel corso del volume. Sarebbe bene meditare sui molti messaggi del libro, da parte del personale della scuola, delle Autorità, dei responsabili del progresso sociale, dei giovani, per cercare di cambiare qualcosa, in questo mondo distrutto dagli egoismi e dalle rivalità.
        Molok è dappertutto, forse in ognuno di noi; Zino lotta, si impegna, lavora, tira diritto per la sua strada, guidato dal sole dell'onestà, dall'impegno dell'abnegazione. Esempio di vita da imitare nella scuola e fuori.


        Il Cardinale Martini, Arcivescovo di Milano, in una lettera del 5 febbraio confidava: "... mi hanno colpito i versetti di Geremia citato a pag. 4, perché in questo tempo sto riflettendo proprio sulla figura di questo straordinario profeta..."

        L'Arcivescovo di Catania, Mons. Bonmarito ringraziava augurando: "... gran fede, zelo nello Spirito".

        Il Vescovo di Novara, Mons. Conti augurava di "continuare ad offrire, come attraverso lepagine del libro, una gioiosa e coraggiosa testimonianza del grande dono della vocazione".

        Mons. Arrigo Pintonello, ricordato nel testo come "Mamma Finezza" al Regionale di Salerno, dopo una scorsa generale del volume, immediatamente mi faceva giungere le sue felicitazioni con un telegramma, cui sono seguite varie lettere, man mano che procedeva nella lettura. In una di esse così si esprimeva: "... ho letto con attenzione e ammirazione la tua prestigiosa pubblicazione - Zino e Molok -, già da te gentilmente inviatami in omaggio... tu sei veramente un apostolo, che dispiega, sui suoi passi, un immenso bene!... Credimi, coll'autentica amicizia degli anni salernitani, scolpiti nel nostro animo - vero perenniter - il tuo aff/mo in D/no“ .

        Un anziano parroco extradiocesano, con gravi difficoltà di vista, mi scriveva: "... con molti sforzi, con diversi tentativi sono riuscito fino ad oggi a leggere solamente le due prefazioni e parte del I cap., fino a pag. 27... complimenti, auguri cordialissimi ed abbracci fraterni... "

        Un compagno d'infanzia che, pur essendo mancato al Sacerdozio ministeriale, fa onore al Sacerdozio comune in quel di Napoli, puntualizzava: "... sei un formidabile costruttore di appellativi e questo Zino mi è piaciuto tantissimo... la forma è fluente, direi - acqua e sapone -_ Attraverso quello spaccato di civiltà contadina (civiltà agricola mi sa troppo d'industriale) che hai minuziosamente descritto nel primo capitolo, mi hai proiettato indietro di ben mezzo secolo e con questo ho rivissuto quei tempi andati in cui tutto era diverso e non solo l'età!... Ho sempre ammirato in te l'uomo d'azione che difficilmente si tira indietro davanti agli ostacoli, fossero anche i più ostici... ne è stato prova la tua caparbia volontà spesa a ricostruire il maggior tempio della tua Laterina. Sapevo di tanti sacrifici occorsi per centrare tale obiettivo, ma attraverso la lettura del tuo volume ho appreso quali e quante vicissitudini hai dovuto affrontare... "

        Un compagno di giochi, trasferitosi in California da tanti anni mi confidava: "... appena il postiere mi consegnò il volume, mi trovai di fronte ad un'immagine conosciutissima, come se mai fossero passati 55 anni, il tuo ritratto di bambino... I tuoi libri mi portano tanto conforto... li leggo sempre quando ho bisogno di tranquillizzarmi nei momenti amari, che si passano in questo mondo. Infatti nel leggere il tuo ultimo trovo tanta pace".

        Un mio simpatico chierichetto dei primi anni di parrocchia, emigrato in Elizabeth N.J., dove insegna in una scuola superiore, affermandosi brillantemente anche in politica, con una cartolina inviatami da un Congresso,' mi confidava un suo - scrupolo -: "... ho ricevuto l'ultimo tuo, che ho quasi divorato, rimpiazzando la S. Bibbia (peccato!)... ".

        Un vicino di casa negli anni della mia fanciullezza, emigrato poi a Toronto, come precisa egli stesso nella lettera da "41 lunghi anni e otto mesi" (commovente questo attaccamento alle proprie origini, espresso nel computo persino in giorni, dalla data di emigrazione) così si sfogava: "... con che grande gioia a ricevere il vostro gradito libro e a leggerlo e rileggerlo e anche mia moglie ha ripassato e restata molto contenta a sentire tante belle cose del passato della vita... mi sono venuti tanti nella mente di quei bei ricordi sopra a quella vostra logiata, e di tutti quei belli vicini che ora non sono più... non ce più da sognare per me Vallata... siamo i vostri compari lontani ma non nella mente e ne col cuore... scusate il male scritto e gli errori come sai non sono struito... "

        Insieme a queste commoventi espressioni di un emigrato, mi è grato riportare qui alcune toccanti espressioni, che sanno ugualmente di... casereccio, da parte di un Professore, che dal 1989 insegna alla Scuola Normale Superiore a Pisa: “ … è con me da allora mia madre.
        Con lei ricordiamo spesso Vallata, i tuoi cari e in particolare la tua cara mamma che con la mia aveva consuetudini di incontri frequenti e di lunghe chiacchierate durante le vacanze estive.
        Nel tuo libro ho ritrovato tanti frammenti della mia infanzia e della mia adolescenza, mai appannati, ma presenti e vivi nel mio come nel tuo ricordo. E di questo ti sono grato; così come seguo l'impegno del tuo ministero e le difficoltà, ma anche le gioie che lo accompagnano.
        Ti prego di avermi ora come allora nei tuoi pensieri e con mia madre ti invio il più cordiale e caro saluto
".

        Un Padre francescano nostro conterraneo, che esercita il suo ministero nella Puglia, in una lunga e gradita lettera, ha così sintetizzato le sue impressioni sui due miei libri.
        "Caro Don Gerardo, negli intervalli di impegni pastorali... ho letto - tutto -il tuo libro su "Vallata ". L'ho letto con curiosità ed interesse per conoscere cose nostre, prevalentemente di Vallata, ma anche di tutta l'Irpinia e la Baronia e anche di Carife in particolare. Alla fine della lettura, ne apprezzo ed ammiro l'abbondanza di notizie inedite, l'organicità, l'elaborazione e l'inquadramento personale.
        Mi congratulo soprattutto dell'aspetto religioso del libro (biblico-teologico-liturgico-morale-spirituale-conciliare Vaticano II), che hai messo in risalto nella storia remota, che vai scoprendo e immettendo nella storia recente e attuale di Vallata con l'intento di impregnarne sempre di più la vita futura.
        La storia degli individui e delle comunità, grandi o piccole, è sempre animata, anche a livello inconsapevole, dalla Presenza del Verbo Crocifisso e Risorto, che si inserisce dal di dentro nel tempo e nello spazio per trasfigurare la Terra e il Cosmo, per unire la - Sua - storia alla nostra, perché diventi di Salvezza. La dimensione religiosa o teologia della storia, intuisco già prima della lettura che conto di portare a termine presto, è presente abbondantemente, anche se bellicosamente con lo stile dell'agostiniana - Città di Dio e Città degli uomini -, nell'altro tuo libro, autobiografico, - Zino e Molok -. Me ne rallegro e ti auguro sempre buon lavoro con la parola, lo scritto e l'azione, per la crescita e la maturazione completa, nostra e di ogni uomo, col quale il Verbo Gesù Cristo ci mette a contatto giorno per giorno.
        Fraternamente
"

        L' amatissimo ex Arcivescovo Mons. Nuzzi, che ha guidato la nostra comunità ecclesiale negli anni del dopo terremoto, sul cui trasferimento per una diocesi ... - più prestigiosa -, presi pubblicamente a suo tempo una - dura posizione -, anche se - con simpatia critica -, da lui accettata con commossa umiltà, tanto che siamo rimasti amicissimi -, ha voluto così esternare il suo profondo compiacimento.
        "Carissimo, il ritardo di questo mio scritto non sminuisce i miei sentimenti di affetto e di comunione sacerdotale che lo accompagnano.
        Ho ricevuto il tuo libro e ne ho letto qualche pagina. Mi è giunto mentre sto meditando su di un libro di Alessandro Pronzato: Credere, amare, sperare. In una delle sue pagine l'autore riporta il detto della psicanalista Françoise Dolto: - Tre secondi bastano per generare un figlio. Ma essere padre è una cosa molto diversa. A rigor di termini esistono unicamente padri adottivi. Ogni vero padre deve adottare il proprio figlio -.
        Questa osservazione, dice Pronzato, si applica anche alla vita. Non basta aver la vita per considerarsi viventi a pieno titolo. Bisogna adottare la vita. E ciò può avvenire solo in uno slancio di amore.
        Quando consumi la vita meccanicamente, allora la profani. Finché non riesci a vedere la vita come miracolo, non puoi dire di vivere.
        Equanto hai inteso fare tu col tuo scritto: interpretare il presente, alla luce di un ricordo storico, in vista di un futuro sempre da costruire nell'oggi per tutti.
        Hai dimostrato che la vita è anche e soprattutto un dono per cui bisogna dire grazie in ginocchio. Magari con le lacrime agli occhi!
        Ti ringrazio con un pensiero all'Altare, accomunato a tutti di Vallata, nella presentazione a Gesù, a Maria e al vostro caro S. Bartolomeo, di tanti desideri di bene.
        A te, agli amici tutti un abbraccio
".

        Un'altra significativa testimonianza mi è giunta da Mons. Riboldi, Vescovo di Acerra, col quale abbiamo avuto in Laterina, com'è ricordato nel testo, meravigliose, indimenticabili iniziative per la PACE e contro la CAMORRA usufruendo della sua duplice esperienza di lotta alla mafia e alla camorra.
        Ho detto al sole: "Per un giorno oscùrati!"
        "Non posso - mi ha risposto -: Sarebbe la morte della terra che abiti".
        Ho pregato le stelle: "Spegnetevi per poco ".
        "Non possiamo - mi hanno risposto Senza di noi non ci sarebbe più il cielo".
        Ho invocato le foglie: "Fermatevi".
        "Non possiamo - mi hanno risposto
        Senza la nostra danza,
        Cesserebbe l’Alleluja del creato".
        Ho allora supplicato i fiori:
        "Svestitevi dei vostri tanti colori".
        "Non possiamo - mi hanno risposto -:
        Senza i nostri tanti colori,
        Si spegnerebbe il sorriso della creazione”.
        Rivolto a Gesù in Croce L'ho pregato:
        "Almeno Tu scendi da quella croce da dove ci guardi e segui sempre".
        "Non posso - mi ha risposto sorridendo -:
        Perché ti amo e il mio amore è la tua pace”.


        "Grazie, Rev/do De Paola, per il libro - Zino e Molok - che mi ha inviato. Sarà una nota serena leggere la testimonianza di una vocazione con contrasti. Ma... è così la sequela di Cristo. E' il suo stile di amare, che è differente dal nostro.
        La benedico sempre ricordandola
".

        Ho riservato per la fine la commovente testimonianza di un pensionato, di media cultura, che confidava personalmente a Zino, dopo pochi giorni dalla pubblicazione; "... il libro mi ha aiutato a riscoprire la bellezza di una fede, che aiuta a dare un significato alle piccole cose della vita, ed anche alle sue contraddizioni, sotto l'occhio sempre vigile della Provvidenza, che non abbandona mai nessuno, soprattutto nei momenti più difficili... "
        E' proprio vero che lo Spirito parla attraverso i piccoli, perché l'esperienza di questa tenerezza paterna e materna di Dio, è sottesa in tutto il racconto del cammino esistenziale dell'autore che, sinceramente, si è sobbarcato al lavoro di questo memoriale, nella speranza che qualcuno dei lettori, tra quelli più tenaci che sanno andare sino in fondo, faccia la sua stessa entusiasmante esperienza.
        Anche tu, caro lettore, riandando alla tua vita passata, puoi fare la entusiasmante scoperta di un Dio "presente-assente", che ti porta in braccio, come ha "sognato" la fervida fantasia di un mistico:
        La tenerezza di Dio - Questa notte ho fatto un sogno, ho sognato che ho camminato sulla sabbia accompagnato dal Signore, e sullo schermo della notte erano proiettati tutti i giorni della mia vita.
        Ho guardato indietro e ho visto che ad ogni giorno della mia vita proiettato nel film apparirono orme sulla sabbia: una mia e una del Signore. Così sono andato avanti, finché tutti i miei giorni si esaurirono.
        Allora mi fermai guardando indietro, notando che in certi posti c'era solo un'orma.
        Questi posti coincidevano con i giorni più difficili della mia vita: i giorni di maggiore angustia, di maggior dolore...
        Ho domandato allora: "Signore, Tu avevi detto che saresti stato con me in tutti i giorni della mia vita, ed io ho accettato di vivere con te, ma perché mi hai lasciato solo proprio nei momenti peggiori della mia vita?". Ed il Signore mi ha risposto: "Figlio mio, io ti amo e ti dissi che sarei stato con te durante tutta la camminata e che non ti avrei lasciato solo neppure per un attimo, ebbene non ti ho lasciato... i giorni in cui hai visto solo un'orma sulla sabbia, sono stati i giorni in cui io ti ho portato in braccio".

        Nella speranza di facilitarti, mio caro lettore, la scoperta di "ritrovarti in braccio al Signore", mi permetto suggerirti alcune "chiavi di lettura" del testo (i numeri rimandano alle pagine).

Famiglia

        La famiglia nella cultura artigiano-contadina, sprizzante umanità, pur nelle ristrettezze e disagi della vita: 13 ss.; 26 ss.
        Casa a dimensione umana: 39 ss.
       Coeducazione tra piccoli e grandi in famiglia, nella "ferialità" della vita e nei momenti forti di aggregazione nel dolore e nella gioia: 41 ss.; 56; 60 ss.; 75. Il Popolo di Dio, famiglia delle famiglie, con una "Casa" tra le case: 175 ss.

Scuola

        Valore educativo del gioco: 28 ss.; 57 ss. Pedagogia di Gesù: 36; 87-88; 129 ss.
        Mamma "Necessità" e Mamma "Televisione": 37; 45; 78 ss. Imparare giocando: 42 ss.;
        Lavorare divertendosi: 34-35.
        Capacità di stupirsi: 135 ss.
        Scuola di comunione nella famiglia parrocchiale: 175 ss. Famiglia-Scuola-Chiesa aperte alla vita: 193 ss.

Vocazione

        Vie della Provvidenza: 53 ss.; 73 ss.; 139 ss.; 146 ss.; 156 ss.; 172 ss. Travaglio di un cammino vocazionale, alla scuola della vita: 56 ss. e della morte: 60 ss.
        Il "dialogo" con Dio, con gli altri (senza certo escludere la donna, con la sua ricchezza di femminilità) e con la natura: 67 ss., per giungere ad una scelta responsabile e matura: 72.
        Seminario: 75 ss. E' la Provvidenza a guidare il "pretino", perché si costruisca "persona": 71 ss. Ordinazione sacerdotale nella gioia della famiglia naturale e parrocchiale: 87. Rodaggio pastorale nella famiglia adottiva del seminario diocesano: 88 ss.
        Prime esperienze pastorali alla luce dell'ecclesiologia di "comunione" del Vaticano II: 92 ss., con bambini e anziani: 96 ss.
        "Contro corrente", con la forza della Parola e dei Sacramenti, puntando soprattutto su famiglia, adolescenti, giovani: 101 ss.
        "Messa nella vita e vita nella Messa": 105 ss., in prospettiva profetica: 116 ss., con gesti profondamente "liberanti": 120 ss.
        Spirito di discernimento, per leggere fatti e persone, con profetismo "scomodo e scomodante", sotto la spinta della radicalità evangelica: 126 ss.
        Mistero di un'avventura che, "da lontano": 139 ss., passa per Cristo "Pane di Vita Eterna": 159 ss. per giungere al Mistero Pasquale.

Cammino di passione contro i Molok odierni

        a) Magia e superstizione: 98-99; Perbenismo: 116; Indifferenza: 118 ss.; Fariseismo: 122 ss.
        b) Burocrazia: 170; Imprevisti naturali e umani: 174-175.
        c) Politica di collocamento: 184.
        d) Conduzione "familistica" della Cosa Pubblica: 185 ss.
        e) Ipocrisia di una scuola "chiusa" alla vita: 195 ss.
        f) Vacuità di una religione di "scenario": 209 ss.

Passione che apre alla Risurrezione

        "Per Crucem ad lucem": Attraverso la Croce alla luce della Pasqua, in e con Cristo Via Verità Vita: 213 ss.

*  *  *

        Bach, in capo alla partitura "Passione secondo Matteo" aveva scritto: "Soli Deo Gloria".
        E' forse la più grande professione di fede di un artista: La gloria va soltanto all'unico Dio!
        Il mio augurio per te, caro lettore, chiunque tu sia, vicino o lontano, credente o non credente (in Cristo scompaiono tutte le nostre categorie mentali di discriminazione, per cui sei nel mio cuore sacerdotale) lo esprimo fraternamente con le stesse parole di un grande mistico arabo, al-Hallaj (morto nel 921 ma vicinissimo anche alla nostra esperienza cristiana), applicandole liberamente alle riflessioni suggerite dal testo sulla presenza materna della Provvidenza nella vita di ciascuno di noi:
        "Le ore della meditazione divina sono conchiglie che giacciono nel mare del nostro cuore. Ma arriverà il giorno della risurrezione che porterà a riva queste conchiglie, le quali si schiuderanno e allora saranno tutta luce. Luce senza striatura di tenebre. Saranno gioia intatta, senza quei fremiti di paura che ora posseggono ".
        Laterina, Solennità della Natività di S. Giovanni Battista 1993

        "Il Signore ha reso la mia bocca come spada affilata,
        mi ha nascosto all'ombra della sua mano ".

                                                            (Dalla Liturgia del giorno)
                                                                                            Zino

__________________________________________

Pagina Precedente Indice Home