GERARDO DE PAOLA - ZINO e MOLOK - La Pasqua genera comunione

La Pasqua genera comunione.
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        L'adesione di fede a Cristo risorto deve coinvolgere tutta la vita del cristiano, che deve diventare «creatura pasquale», inserita in una «comunità pasquale», mirante a divenire «un cuor solo ed un'anima sola» (At. 3, 32).
        Gli Apostoli, con molta fatica, passarono dalla visione alla fede, attraverso l'esperienza pasquale, che li aiutò a superare la delusione della croce e ad accettare la novità di Cristo, non più come presenza materiale, ma come forza interiore, non più come realtà da vedere e da toccare, come pretendeva Tommaso, ma da vivere e da comunicare al mondo.
        Ogni credente ha da fare questa esperienza pasquale di risurrezione a vita nuova, per annunciare al mondo il lieto evento. Così, il mistero pasquale di Cristo, di morte e risurrezione, diventa il mistero pasquale di ogni cristiano, nella realizzazione della propria libertà in e con Cristo, inserito in una comunità viva di fede, di speranza, d'amore, illuminata dalla Parola, nutrita dall'Eucarestia, sostenuta dalla preghiera, e verificata continuamente, nella sua autenticità, dalla carità.
        La prima comunità pasquale di Gerusalemme, caratterizzata dall'unione dei cuori ed espressa nella comunione dei beni, pur con tutti i limiti umani, dev'essere un punto di riferimento costante per ogni comunità credente, a «condividere» con gli altri ciò che si è e ciò che si ha, come conseguenza della propria adesione di fede a Cristo risorto: unione dei cuori e prassi di condivisione dei beni.
        La comunione degli animi traeva la sua esistenza e concretezza dalla comunione dei beni, sfuggendo così al pericolo di ridursi a sterile sentimento o ad evasione di marca spiritualistica. D'altra parte la comunione dei beni traeva dall'unione d'amore profondità personale ed espressività di donazione, evitando di scadere a manifestazione di esteriorità o di puro sociologismo.
        La testimonianza resa dagli Apostoli alla Risurrezione di Gesù, sembra offrire la spiegazione di tanto fervore nelle prime comunità cristiane, che riscuotevano profonda stima presso i pagani.
        Chi si apre alla Risurrezione, lasciandosi investire dal dinamismo della fede pasquale, permette a Cristo risorto di irrompere nella propria vita, per mettersi in cammino con la comunità ecclesiale sulle strade del mondo, ad aiutare gli uomini a diventare creature pasquali, inaugurando una nuova era della storia.
        Un cammino, che continua nella storia, della Chiesa viva verso l'uomo, cui portare il lieto annunzio che la morte è vinta in Cristo, ma anche dell'uomo che sappia immettersi in questo cammino di liberazione.
       
È qui la missione della Chiesa che, con la potenza della Parola e dei Sacramenti, nei quali il Risorto opera con il suo Spirito, fa risorgere una creatura nuova e la trasferisce dal regno di Satana al regno dell'Amore di Dio Battesimo; inoltre la conferma della missione Confermazione; la fa partecipe, nel memoriale-profezia della sua morte e risurrezione, dello stesso dinamismo pasquale Eucarestia; la libera ancora, nell'abbraccio del perdono dai legami col peccato Penitenza; la conferma a sé nella situazione del povero e sofferente, che attende la restaurazione del corpo mortale Unzione dei malati; esprime attraverso la continuità del servizio alla comunità, la sua missione di servizio Ordine; presenta nel mistero delle nozze il suo amore sponsale per Cristo Matrimonio. I poteri del Risorto appartengono alla comunità dei credenti, per renderne partecipi tutti i popoli, tutti gli uomini.
        Oggi più che mai, la Chiesa, per riuscire in questa missione di offrire al mondo un'autentica testimonianza di «comunione», deve anzitutto «viverla» nella propria esistenza, attraverso un tessuto ecclesiale delle comunità, che sentano l'urgenza di un'autentica e costante «osmosi» fra le dimensioni ecclesiali dell'annuncio, della celebrazione e della testimonianza.
        Tutti, pastori e gregge, siamo chiamati a «costruire» giornalmente la «comunione» nella Chiesa, così che questa possa realizzare il proprio fine di essere immagine dell'amore di Dio per l'uomo, strumento efficace perché ogni uomo sia coinvolto nel piano di salvezza universale.
        A questo, autorevolmente, richiama la Conferenza episcopale italiana, con gli orientamenti pastorali per gli anni '90, perché le nostre comunità siano «in ciascuno dei loro membri e nella loro concorde unione, soggetto di una catechesi permanente e integrale..., di una celebrazione liturgica viva e partecipata, di una testimonianza di servizio attenta e operosa» (Evangelizzazione e Testimonianza della Carità n. 29).
        Un cammino lungo e faticoso, all'insegna della croce: un'esperienza che parte dalla vita, dalla realtà attuale, per «scoprire e far-scoprire» il significato della vita stessa, alla luce della Parola di Dio, per essere... costruttori di comunione.
        Solo così, la nostra vita di credenti in Cristo risorto, sarà un segno ed un invito a scoprire la verità che ci anima, e insieme ci trascende, divenendo, per quelli che il Signore porrà sul nostro cammino, una via ad incontrarlo e amarlo nel tempo, preludio dell'eternità.

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