GERARDO DE PAOLA - ZINO e MOLOK - Parola di... un «semplice» laterinese»

Parola di... un «semplice» laterinese.
__________________________________________

        Questo messaggio di fede e di libertà, era stato interpretato da un «privato cittadino», non sufficientemente compreso in paese per la sua profonda onestà intellettuale e professionale, anzi da alcuni, proprio per questo, vigliaccamente «tagliato fuori», perché di disturbo. All'inaugurazione della Chiesa madre, così, di propria iniziativa, ebbe ad esprimersi pubblicamente:

        «...chiesa che, dopo circa dieci anni di intensi lavori, è oggi una realtà concreta, vanto e onore del nostro paese e di quanti, con dedizione volenterosa, impegno di energie e di propositi, con fede ed entusiasmo, si sono adoperati e prodigati per la sua realizzazione.
        C'è in tutti noi un sentimento di viva soddisfazione e di compiacimento, nel vedere le attese coronate dal successo, le speranze vagheggiate tradotte nella realtà di quest'opera, pregevole per le strutture, per le linee architettoniche e la funzionalità delle parti e dell'insieme.
        Ritengo superfluo, dato che tutti voi ne siete a conoscenza, tratteggiare le varie tappe del lungo e travagliato cammino, che ha condotto all'edificazione di quest'opera, che costituisce una testimonianza di civiltà e di progresso nell'ambito sociale, religioso e morale del nostro paese.
        Desidero soltanto richiamare l'attenzione di voi tutti sull'immenso valore artistico di alcune parti della chiesa stessa, in cui il nuovo e l'antico si fondono in un armonico insieme, come per esempio, i vetri istoriati delle finestre e del rosone (provenienti dalla Germania e lavorati a Firenze); l'altare maggiore di marmo, l'altare minore sulla cui parte prospiciente è mirabilmente riprodotto il martirio di S. Bartolomeo; il coro, in noce del settecento, restaurato e il Battistero, in cui la fredda pietra sembra animarsi e dare la sensazione dello scorrere dell'acqua battesimale.
        E tutto questo lo si deve a voi laterinesi, ai laterinesi emigrati nelle Americhe e nelle altre parti del mondo, alle autorità civili e religiose, ma soprattutto lo si deve alla solerzia, alla dinamicità, allo spirito di sacrificio, alla pazienza, alla tenacia, alla ferma volontà di un uomo, di un uomo solo, del nostro amato arciprete Don Zino, che ha superato non poche difficoltà di vario genere, che ha perseverato dedicando tutto se stesso, nulla tralasciando in energie fisiche e spirituali, fino a spingersi per ben due volte nelle lontane Americhe, a raccogliere contributi dei laterinesi colà residenti, pur di vedere realizzato il suo e nostro sogno: la ricostruzione della nostra Chiesa Madre, che, rinnovata nel suo splendore, torna a proteggere le nostre case, le nostre famiglie, il nostro lavoro, la nostra vita quotidiana, il nostro avvenire».

        Le brevi, concise e sincere parole di questo genuino laterinese, facevano eco alla lettera che Zino aveva fatto pervenire a tutte le famiglie ed alla lettera inviata agli emigrati, di cui si riporta il testo integrale:

«Carissimi,

        dopo un decennio di attesa, in cui c'è stata una commovente gara di generosità da parte di tanti laterinesi vicini e lontani, per la ricostruzione materiale della chiesa, possiamo ringraziare il Signore, datore di ogni bene, per il dono che ci ha fatto, di vedere finalmente realizzato un nostro comune desiderio.
        Come i sacrifici di questi anni ci hanno accomunati nella fede, di cui la chiesa materiale sarà, per noi e per le generazioni future, un "segno", così ora l'impegno cosciente e responsabile di ciascuno deve sollecitare tutti ad approfondire quei vincoli di fede e di carità, che realizzano l'autentica comunità cristiana, "Chiesa Viva di Cristo".
        In questo spirito ci prepariamo alla Consacrazione della Chiesa, che ci offre l'occasione di coscientizzarci maggiormente sul ruolo, che ogni battezzato ha nella comunità ecclesiale, grande famiglia del "Popolo di Dio", per un comune impegno di evangelizzazione e promozione umana... ».

        Lettera inviata agli emigrati:

«Carissimi,
        il Natale 1978 passerà alla storia di Laterina come il Natale della riconsacrazione della Chiesa Parrocchiale: un sogno da tanti anni vagheggiato ed oggi finalmente realizzato, grazie alla generosità dei laterinesi, quelli residenti in paese e quelli sparsi nel mondo intero.
        Penso di interpretare il sentimento comune, dicendo che noi tutti residenti in paese vi vorremmo presenti alla funzione di Consacrazione, per partecipare insieme all'esplosione di gioia, che già abbiamo pregustato nel tornare in chiesa per la festa dell'Immacolata, e che non siamo riusciti a contenere senza l'emozione delle lacrime; per molti ciò sarà impossibile, per cui ci ripromettiamo di organizzare, nelle prossima stagione estiva, una festa esterna, cui tutti possono partecipare.
        Comunque, pur così lontani, vi consideriamo presenti in mezzo a noi anche attualmente, perché siamo certi che in Cristo possiamo sempre incontrarci.
        La nostra preghiera salirà fiduciosa al Signore anche per voi, affinché benedica il vostro lavoro, i vostri sacrifici e le vostre famiglie. Anche voi sentiteci vicini nella fede che, particolarmente in questa circostanza, ci accomuna.
        Il cuore di tutta Laterina, dovunque si trovi, batta all'unisono in questo tripudio di comune esultanza!
        Il sorriso affabile di tutti voi, in occasione delle vostre gradite visite a Laterina e dei miei due indimenticabili viaggi in America e Canada, è sempre impresso nel mio cuore sacerdotale, per cui vi porto nel cuore, con un vivo e costante ricordo al Signore, perché provveda Lui a compensarvi di tanta generosità, per la realizzazione di quest'opera, che considero il più bel regalo del mio 25° di Sacerdozio.
        Deve essere anche per voi motivo di profonda soddisfazione, l'aver collaborato per la conservazione e la valorizzazione di un ricco patrimonio artistico, tramandatoci dal passato, che noi affidiamo alle generazioni future, arricchito di veri gioielli d'arte, illuminata dalla fede.
        Il nostro comune impegno, come cittadini laterinesi e come membri della "Chiesa che è in Caterina" agganciandosi, nella continuità della fede, a questo patrimonio artistico e culturale (cui dovrebbero essere interessati anche i non credenti), ci sollecita alla promozione umana e cristiana nel presente, e ci proietta nel futuro, per tramandare ad altre generazioni quegli stessi valori, che costituiscono la nostra vera ed autentica ricchezza. È questa la cultura genuina che, come cittadini responsabili e come cristiani convinti, intendiamo offrire alla società in cui viviamo. La costruzione materiale della chiesa ha per noi questo significato.
        Vi giungano pertanto le espressioni della mia più viva riconoscenza, per la generosa collaborazione offertami in questi anni, che continuerà, ne sono certo, anche per l'avvenire. Auguri di ogni bene per il Natale e Capodanno. Tanti bacioni ai vostri piccoli ed a voi un cordialissimo abbraccio ed un arrivederci presto».

        Testo del telegramma di S.S. Papa Giovanni Paolo II:

«Vaticano 15-12-1978

        Nel ricorrente venticinquesimo anniversario Ordinazione Sacerdotale Parroco Chiesa dedicata at S. Bartolomeo in ... et occasione inaugurazione nonché Consacrazione medesimo Sacro Tempio Sua Santità esprime Pastore felicitazioni et paterni auguri lunga et serena testimonianza suo ministero auspica che ricostrutto edificio culto sia sempre fervoroso centro animatore vita liturgica casa preghiera et santificazione popolo di Dio mentre di cuore imparte clero et fedeli implorata bendizione apostolica propiziatrice doni et aiuti celesti.

Cardinale Villot»

__________________________________________

Pagina Precedente Indice Pagina Successiva
Home