''A LEI'' di Antonio Forgione.
"A LEI" di Antonio Forgione.
A cura di Giovanni Nufrio.


A LEI

Posare le labbra tra lo scroscio
di quelle acque fresche e mormoranti,
ad occhi socchiusi, per vedere ancora quei sorrisi di cielo,
che le onde di quel ruscello portarono via;
sorrisi dispersi, dolci, ma dai petali di un fiore tossico,
che incenerirono il mio amore.
Foglie stanche, su queste acque placide,
sembrano dormire, invece muoiono nel silenzio degli alberi in preghiera,
che odorano di legno umido e muschio divino,
e degli uccelli, che cantano tra il fogliame,
in cerca di sogni come me.
In un angolo, in disparte, un fiore di Bucaneve bianco
dallo stelo secco, sorride ad un tramonto desolato
che muore fra i monti.
Più in là, cadono, quasi adagiandosi, i primi allegri fiori di gelsomini,
andando a nascondersi in nidi d'erba, pregni di stille di rugiada,
che riflettono al chiarore del giorno.
Tutto intorno, in quell'incanto, il profumo pungente,
di colorati frutti di bosco e farfalle felici che riempiono di baci,
l'aria pulita e immobile; l'addio malinconico degli uccelli
al giorno e l'ombra triste della sera che saluta il sole che va via.
Tu, chissà dove sei, forse smarrita in quell'arcobaleno in lontananza,
che si specchia nel cielo intriso dai tuoi sorrisi e di gocce d'argento
che ballano e si confondono nei suoi colori,
cantando in campi sconfinati di narcisi dorati, assopiti al sole.

Antonio Forgione

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