''IL DUE NOVEMBRE'' di Gennaro Ciampolillo
IL DUE NOVEMBRE

E pure oggi,un giro al cimitero,
portiamo un fiore ai morti ,con un cero
per ricordare chi non e' tra noi:
io ci vado e penso pure voi.
Pero', ricordo un tempo,certe scene,
tra pianti e lacrime ...che pene!

Da piccoli,s'andava al cimitero,
a piedi,salendo la collina,
presto presto,fin dalla mattina.
Ora, invece,non mi sembra vero,
difficile entrarci...e'una catena:
la strada ,di macchine,gia' piena.

Prima ,silenzio e preghiere presso il morto
con crisantemi gialli del nostr'orto.
Adesso,sembra proprio un carnevale,
a noi non serve e a lor che vale?
Con questi strani fiori che faremo?
Un camposanto o un piccolo San Remo

S'incontrano i vivi al "campsant"
e vedi donne ,firmate Saint Laurent,
con una rosa rossa da vetrina
e minigonne come una velina.
Le vedi e ci rimani un po' di stucco:
senza lacrime perche' rovina il trucco.

Un bel giretto,si guardano quei marmi,
una pulita con il fazzoletto
sopra una foto dal tempo gia' sbiadita,
una carezza,sfiorata,con le dita.
I morti ci fissano con i loro sguardi
spenti da giovani oppure molto tardi.

Gia' suona la campana del cancello,
bisogna andare,uscir dal cimitero;
e qui si chiude questo carosello.
Finito il nostro compito? Davvero?
Pero' mi viene la considerazione:
oggi e' dolore oppure ostentazione?

 

Rino Ciampolillo

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