'' Liceo di Vallata '' di Gennaro Ciampolillo

Liceo di Vallata.

Era l'estate del sessantaquattro
e, nei paesi della Baronia,
comparve sopra i muri delle piazze
un manifesto giallo... luminoso.

Diceva d'un liceo, in Vallata
sezione distaccata d'Avellino
la prima vera scuola superiore
filiale in montagna del "Mancini".

Fu per la zona un grande illustre evento;
s'aprivano le porte alla cultura
per tanti che, per anni fin ad allora,
avevano preclusa l'istruzione.

All'epoca, la gente emigrava
o imparava, dentro le botteghe,
mestieri di barbieri, falegnami
per diventar così degli artigiani.

Per tanti genitori, che fortuna,
poter vedere i figli, un dì, dottori
e, invece che piegati sopra i campi,
li videro impegnati a legger libri.

Nacque così, tra gioia e meraviglia,
quel piccolo liceo di paese,
per sede una casetta di campagna
e trentatre ragazzi per studenti.

Fra tanti, per inciso, il sottoscritto
fu proprio il primo di tutti quegli allievi,
non per profitto, intendo, o per valore
ma solamente per la iscrizione.

D'allora son passati cinquant'anni.
Dalla piazzetta della chiesa madre,
volgo lo sguardo verso la rotonda
e vedo ancora lì quella casetta.

Oggi, il liceo, è su verso Trevico
nell'edificio nuovo, più moderno.
Da lustri è uscita proprio tanta gente,
fornita del diploma... ormai matura.

Sono venuti, e poi andati altrove,
presidi, impiegati e professori.
Quel piccolo liceo, invece, resta
faro sicuro delle istituzioni.

I primi iscritti sono già in pensione
e adesso, dentro i banchi della scuola
vanno i figli... tra poco anche i nipoti,
speriamo fieri della tradizione.

Andranno via, un giorno, anche loro
in cerca di lavoro e di fortuna
ma resterà, ancora, imperituro
questo liceo... gloria di Vallata.


Gennaro Ciampolillo

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